Editoriale

San Giovanni in Fiore: le "Brigate rotte" iniziano alla grande il loro percorso, pienone al concerto di Marco Posse e Gennaro De Rosa, dibattito partecipato sul rapporto fra musica e vita e tanti giovani ad esprimere un’idea diversa di civiltà e sangiovannesità

mercoledì 25 aprile 2007.
 

Voglio pubblicamente ringraziare Michele Alessio, Giuseppe Maida, GB, Giusy, Mariolina, Perluigi Talarico, Vincenzo Tiano, Giovanni "Banana" e gli altri per la bellissima iniziativa di ieri, a San Giovanni in Fiore.

Pierluigi e Vincenzo sono più in là cogli anni, ma hanno dato un contibuto forte, non solo per la giornata del 24 aprile.

Come molti lettori sapranno, questi ragazzi, Michele e gli altri, che hanno scelto di chiamarsi "Brigate rotte", hanno organizzato una manifestazione culturale con tanto di dibattito e concerto, invitando Marco Posse della 99 e Gennaro De Rosa dei Mandara. Due musicisti tosti.

Il confronto proposto, sul rapporto tra musica e vita, è molto riuscito. I giovani, che frequentano ancora le superiori e dunque non sono elettori, si sono ritrovati nel salone dei Cappuccini e per almeno due ore hanno svolto riflessioni profonde sulla capacità della musica di veicolare messaggi di significato.

Hanno dimostrato che possono fare tanto, a volerlo. Hanno dimostrato di essere autonomi e di non temere. Hanno dimostrato che la società si costruisce dal basso, con l’aggregazione, il confronto e lo scambio. E non dall’alto, coi progetti per niente equi e solidali - come il cambio di destinazione d’uso del liceo scientifico.

I ragazzi delle "Brigate rotte" hanno dimostrato che i giovani sanno trovare armonia e sinergia e che non è affatto vero che la San Giovanni in Fiore degli adolescenti è piatta e apatica.

Hanno dimostrato che si può essere protagonisti d’una diversa ingegneria sociale, per dirla con Popper. E che non ha senso aspettare che facciano gli altri, magari rovinando e creando il deserto.

Hanno dimostrato che a San Giovanni in Fiore le idee e la volontà non mancano e che gli acrobati e gli alchimisti della politica non possono sempre decidere delle sorti pubbliche.

Hanno dimostrato che una resistenza esiste e che non è di maniera.

Hanno dimostrato d’essere capaci di tenere un ruolo politico, nel senso più nobile della parola.

Ma, soprattutto, i ragazzi delle "Brigate" hanno dimostrato passione, quella che serve, con l’utopia e la fantasia, per colorare anche posti grigi e cementificati come San Giovanni in Fiore.

Noi della Voce li abbiamo tempestati di telefonate, li abbiamo seguiti da lontano ma siamo stati loro vicini con la testa e il cuore. Compreso Federico La Sala, che di giovani s’intende, avendocene tanti a scuola.

L’evento non ha avuto strumentalizzazioni di sorta, come invece spesso accade nel capoluogo silano, in cui la politica di professione vuole mettere il naso e le mani ovunque, attribuendosi solo gli onori di manifestazioni pubbliche interessanti.

Detto chiaramente, i ragazzi delle "Brigate rotte" hanno lavorato sodo e per conto proprio, ci hanno creduto e non hanno chiesto, se non a privati, i quali hanno mostrato sensibilità e intelligenza.

Ora, dopo questo primo momento di confronto, al quale, peraltro, tutti potevano partecipare, occorre che ci siano altre occasioni di approfondimento e di produzione culturale.

Invito, quindi, i giovani a ritrovarsi con maggiore entusiasmo e a continuare per questa strada.

San Giovanni in Fiore può recuperare solo se i ragazzi, con la loro carica eroica e la loro freschezza mentale, dimostrano tutta la creatività di cui sono capaci, in barba a politicanti e profittatori.

Qualcuno mi scriva, magari anche anonimamente, che la componente politica si spende per le esigenze dei ragazzi che vivono in città. E mi illustri quali sono le politiche per i giovani messe in atto da una sinistra che dovrebbe pensare anzitutto alle ultime generazioni.

Qui, e subito, alcune proposte si sviluppano: le cose scritte rimangono, come i cento punti del programma di Gianni Vattimo.

1) Serve uno spazio di aggregazione e produzione culturale per i giovani, che per decisione della sinistra tradizionale era il Polifunzionale, dove a oggi c’è solo un ristorante;

2) la biblioteca comunale e la sala del Centro studi gioachimiti devono essere aperte al massimo, specie per i giovani;

3) in biblioteca occorre un collegamento Internet gratuito, con varie postazioni;

4) la programmazione delle iniziative culturali e spettacolari deve essere fatta dagli amministratori assieme ai giovani, in modo da trasformare la vecchia mentalità classista, in senso lato, che continua a determinare le scelte, alcune delle quali ridicole, nell’ambito della cultura e dello spettacolo;

5) la televisione locale, che ha una specifica convenzione col Comune, deve essere a disposizione dei giovani, anche per programmi che loro dovessero concepire come autori.

Questa è una base estemporanea di proposte. Vedremo chi vorrà cogliere l’occasione per un dibattito ragionato, a riguardo.

Per l’intanto, rivolgo un augurio sincero alle "Brigate", perché proseguano in libertà e con coraggio, lontani da vecchie e inaccettabili deviazioni.

Il passato è pieno di questa roba; lasciamolo alle spalle.

"Brigate rotte" è un nome emblematico. "Mbrigate", "brigante"; "rotte" come le scatole, "rotte" come quelle dei viaggiatori. A forzare, ci starebbe anche "router". Insomma, è un nome che comporta delle responsabilità. Che Michele e gli altri, sono sicuro, già hanno assunto.

Questo giornale è a disposizione delle "Brigate" e di quanti, con onestà intellettuale e senso etico, hanno a cuore le sorti di San Giovanni in Fiore.

Emiliano Morrone


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