Candidature

Lidia Menapace per la Presidenza della Repubblica. Aperta, sulla Voce, la discussione sulle candidature, con la rubrica "Presidenza della Repubblica". L’iniziativa è dell’inossidabile san Federico La Sala

venerdì 5 maggio 2006.
 

LA NONVIOLENZA ALLA PROVA

Occorre uscire dalla subalternita’, dalla marginalita’, dalla nostra stessa accidia che ci rende subalterni e complici.

Piantarla di bersi la bubbola secondo cui la nonviolenza e’ cosuccia da praticare tra le devozioni domestiche ma quando si passa alla grande politica allora ci vogliono gli orchi.

E’ vero il contrario: la nonviolenza e’ oggi tout court la grande politica.

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Poiche’ e’ grande politica il lavoro teorico e pratico di Vandana Shiva e dei movimenti di pensiero e di azione di cui e’ ad un tempo - da scienziata e da filosofa oltre che da militante - partecipe ed interprete, allieva e guida, ascoltatrice e portavoce.

Poiche’ e’ grande politica la testimonianza e la lotta di Rigoberta Menchu’:

che e’ l’esperienza e la lotta di tutte le donne, di tutti gli indios, di tutti i sud del mondo indicibilmente oppressi ed indicibilmente ricchi di sapienza e verita’.

Poiche’ e’ grande politica l’azione di Mohandas Gandhi, di Martin Luther King, di Marianella Garcia, di Chico Mendes: lo sapevano bene coloro che li hanno fatti assassinare; tra noi invece molti, troppi lo dimenticano.

E grande politica (ed epocale innovazione addirittura nel campo del diritto penale che allo sguardo distratto potrebbe sembrare il piu’ ostico alla scelta della nonviolenza) e’ stata la Commissione per la verita’ e la riconciliazione voluta da Nelson Mandela e presieduta da Desmond Tutu.

Le idee politiche e giuridiche piu’ profonde e geniali su come ricostruire l’Europa dopo la catastrofe della seconda guerra mondiale, nel vivo stesso della lotta le penso’ quell’immensa pensatrice della nonviolenza in cammino che e’ Simone Weil.

E nel dibattito politico e morale contemporaneo le proposte di riflessione oggi di riferimento per ogni persona di retto sentire sono di autrici ed autori che tematizzano nel modo piu’ nitido la critica della violenza e la proposta di un’alternativa - quell’alternativa che noi chiamiamo nonviolenza in cammino. E per fare qualche nome, accomunando nella compresenza morti e

viventi: Guenther Anders, Hannah Arendt, Franco Basaglia, Ernst Bloch, Danilo Dolci, Erich Fromm, Germaine Greer, Agnes Heller, Ivan Illich, Hans Jonas, Emmanuel Levinas, Franca Ongaro Basaglia, Adrienne Rich, Susan Sontag, Tzvetan Todorov, Virginia Woolf...: questa e’ oggi la grande politica.

E’ grande politica la lotta delle madri di Plaza de Mayo, e’ grande politica la riflessione e l’azione di Fatema Mernissi, e’ grande politica l’iniziativa planetaria delle Donne in nero.

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Una persona amica della nonviolenza alla Presidenza della Repubblica

Italiana: questa sarebbe grande politica.

E, del resto, i principi affermati dalla Costituzione della Repubblica italiana non ci chiedono forse di costruire una societa’ nonviolenta? Non sono forse anche un programma politico nonviolento? Non sono forse un appello alla nonviolenza lanciato come un ponte verso l’avvenire dalle donne e dagli uomini che dovettero lottare contro la barbarie nazifascista, che dovettero ricostruire il mondo dopo l’apocalisse della seconda guerra mondiale?

E diciamolo chiaro: se qualcuno tra noi ritenesse che giammai una persona amica della nonviolenza potrebbe guidare un ordinamento giuridico democratico, ebbene, chi di tale tesi si facesse assertore avrebbe davvero un bizzarro e meschino concetto della nonviolenza, e un’idea triste e trista della democrazia.

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La nonviolenza non elude le sfide: vuole affermare il potere di tutte e tutti.

La nonviolenza promuove ed accresce la democrazia: vuole inverarla nella sua massima ampiezza e profondita’.

La nonviolenza non si sottrae alla prova della gestione delle istituzioni:

essa sa e vuole essere giuriscostituente, essa si sa veritiera azione politica e principio di organizzazione sociale.

La nonviolenza e’ la politica del XXI secolo. Avrebbe potuto e dovuto esserlo gia’ del XX secolo: quante guerre, quanti totalitarismi si sarebbero evitati.

Ma cio’ che nel XX secolo era chiaro solo alle enormi maggioranze oppresse la cui lingua e’ stata sempre tagliata dai possidenti (anche solo della facolta’ di parola), e solo a ristette minoranze tra quanti avevano il potere (e quindi il potere della parola), ebbene, nel XXI secolo sta divenendo chiaro a tutte e tutti: ed e’ la coscienza che o si sceglie la nonviolenza o vi sara’ la catastrofe della civilta’ umana. L’alternativa e’

ancor piu’ radicale di quella enunciata da Rosa Luxemburg cento anni fa: non solo di alternativa tra socialismo e barbarie qui si tratta, ma di quella tra politica nonviolenta o distruzione dell’umanita’.

Solo la nonviolenza puo’ salvare l’umanita’ dalla catastrofe.

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Che oggi tante e tanti di noi prendiamo la parola per chiedere che una persona che viene dalla Resistenza al nazifascismo, una persona amica della nonviolenza, una intellettuale e militante femminista, un’autorevole rappresentante del movimento operaio e dei movimenti ecologisti, una protagonista delle lotte per il pane e le rose, per la verita’ e la solidarieta’, per i beni comuni e per il riconoscimento di tutti i diritti umani a tutti gli esseri umani, una persona del valore di Lidia Menapace sia eletta Presidente della Repubblica Italiana, ebbene, gia’ questa stessa richiesta e’ un segno dei tempi, inveramento di democrazia, espressione civile, principio responsabilita’ in atto, azione corale per il bene di tutte e tutti.

Gia’ il solo fatto che questa stessa proposta sia formulata la introduce nel mondo, disvela una realta’ gia’ matura, manifesta qui ed ora la coscienza che la nonviolenza e’ piu’ forte di ogni rassegnazione, di ogni subalternita’, che tante persone amiche della nonviolenza si sentono responsabili e vogliono contribuire alle decisioni piu’ importanti (e nella presente situazione avere una Presidente della Repubblica che sia fermamente impegnata per i valori costituzionali della giustizia e della pace, della legalita’ e della solidarieta’, del riconoscimento della dignita’ umana di tutti gli esseri umani, e’ semplicemente dirimente).

La nonviolenza e’ in cammino.

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A tutte e tutti chiediamo ancora uno sforzo in questi ultimi giorni: di diffondere ancora l’appello per Lidia al Quirinale; di scriverne ai mass-media; soprattutto di scrivere ai deputati ed ai senatori (ed ai consiglieri regionali delegati) affinche’ anch’essi escano dalla rassegnazione e dalla subalternita’, e facciano una scelta saggia e felice:

votino Lidia Menapace Presidente della Repubblica.

2. IL TESTO DELL’APPELLO, ANCORA UNA VOLTA

Ci piacerebbe un Presidente della Repubblica che avesse fatto la Resistenza.

Un Presidente della Repubblica che avesse fatto la scelta della nonviolenza.

Un Presidente della Repubblica femminista.

Una Presidente della Repubblica.

Lidia Menapace.

3. CHE FARE

Alcune cose utili che si possono fare, adesso o mai piu’, per sostenere la proposta di Lidia Menapace Presidente della Repubblica.

1. Scrivere lettere ai parlamentari per segnalare loro la proposta di eleggere Lidia Menapace a Presidente della Repubblica, le ragioni di tale proposta, i consensi che essa sta ottenendo, e per sollecitare un loro impegno in tal senso.

Ovviamente occorre che siano lettere scritte con linguaggio adeguato: non proclami o peggio ancora requisitorie.

Gli indirizzi di posta elettronica di tutti i parlamentari si trovano nel sito della Camera dei Deputati (www.camera.it) e in quello del Senato della Repubblica (www.senato.it).

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2. Scrivere lettere ai consiglieri regionali (come e’ noto all’elezione del Presidente della Repubblica prendono parte oltre a tutti i parlamentari anche tre rappresentanti per ogni Regione) per segnalare loro la proposta di eleggere Lidia Menapace a Presidente della Repubblica, le ragioni di tale proposta, i consensi che essa sta ottenendo, e per sollecitare un loro impegno in tal senso.

Ovviamente occorre che anche queste lettere siano scritte con linguaggio adeguato.

Gli indirizzi di posta elettronica dei consiglieri regionali si trovano agevolmento nei siti dei relativi Consigli Regionali.

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3. Scrivere lettere ai mass-media locali e nazionali per segnalare loro l’appello per l’elezione di Lidia Menapace a Presidente della Repubblica, le ragioni di tale proposta, i consensi che ha gia’ ottenuto, e per sollecitare che ne diano informazione.

Ovviamente per i mass-media locali o settoriali e’ preferibile che vi sia anche una specificita’ locale o settoriale della notizia (ad esempio l’adesione di persone o associazioni del territorio o del campo di interessi di riferimento dello specifico giornale, radio, tv, rivista, sito, etc.).

Ed altrettanto ovviamente occorre un linguaggio adeguato: conciso e chiaro; alle redazioni giornalistiche interessa ricevere notizie, non esercizi di retorica sia pur la piu’ alata.

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4. Valorizzare le mailing list e i siti nel web per far circolare l’appello (chiedendo anche, a chi gestisce un sito, se sia possibile che nella home page di esso sia segnalato l’appello "Per Lidia Menapace Presidente della Repubblica" con un rinvio ad una piu’ ampia notizia e possibilmente anche un link alla o alle pagine web in cui e’ possibile reperire maggiori informazioni (ad esempio la pagina web da cui si possono raggiungere tutti i fascicoli di questo notiziario, che e’ la seguente:

http://lists.peacelink.it/nonviolenza/maillist.html).

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5. Laddove possibile promuovere raccolte di adesioni nei luoghi di lavoro, di studio, di incontro, di impegno: a tal fine potra’ essere utile predisporre dei volantini da affiggere ove consentito che rechino almeno:

a) un testo sintetico dell’appello (ad esempio: "Ci piacerebbe un Presidente della Repubblica che avesse fatto la Resistenza. Un Presidente della Repubblica che avesse fatto la scelta della nonviolenza. Un Presidente della Repubblica femminista. Una Presidente della Repubblica. Lidia Menapace"):

b) una breve notizia su Lidia (ad esempio: "Lidia Menapace (per contatti:

lidiamenapace@aliceposta.it) e’ nata a Novara nel 1924, partecipa alla Resistenza, e’ poi impegnata nel movimento cattolico, pubblica amministratrice, docente universitaria, fondatrice del "Manifesto"; e’ tra le voci piu’ alte e significative della cultura delle donne, dei movimenti della societa’ civile, della nonviolenza in cammino. Nelle elezioni politiche del 9-10 aprile 2006 e’ stata eletta senatrice. La maggior parte degli scritti e degli interventi di Lidia Menapace e’ dispersa in quotidiani e riviste, atti di convegni, volumi di autori vari; tra i suoi libri cfr. Il futurismo. Ideologia e linguaggio, Celuc, Milano 1968; L’ermetismo.

Ideologia e linguaggio, Celuc, Milano 1968; (a cura di), Per un movimento politico di liberazione della donna, Bertani, Verona 1973; La Democrazia Cristiana, Mazzotta, Milano 1974; Economia politica della differenza sessuale, Felina, Roma 1987; (a cura di, ed in collaborazione con Chiara Ingrao), Ne’ indifesa ne’ in divisa, Sinistra indipendente, Roma 1988; Il papa chiede perdono: le donne glielo accorderanno?, Il dito e la luna, Milano 2000; Resiste’, Il dito e la luna, Milano 2001; (con Fausto Bertinotti e Marco Revelli), Nonviolenza, Fazi, Roma 2004");

c) un punto di riferimento locale e come sia contattabile (ad esempio telefonicamente o per e-mail);

d) l’indicazione di dove trovare ulteriori informazioni (ad esempio la pagina web - che abbiamo segnalato sopra - che ospita i fascicoli di questo notiziario, "La nonviolenza e’ in cammino", in cui si da’ notizia dell’iniziativa, delle sue ragioni, delle dichiarazioni di adesione fin qui rese pubbliche).

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6. Con l’avvertenza di cercar di non sommergerla di richieste, si potrebbe anche proporre a Lidia Menapace (scrivendole alla sua casella di posta elettronica, sopra segnalata) di partecipare a iniziative pubbliche (non necessariamente centrate sulla proposta di elezione al Quirinale, e’ ovvio:

con Lidia si possono fare appassionanti incontri su tanti argomenti).

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7 Ma soprattutto parliamone: con le persone con cui condividiamo opinioni, esperienze, interessi, impegni; con le persone che riteniamo possano essere interessate ad avere una Presidente della Repubblica come Lidia; parliamone guardandoci nei volti e reciprocamente ascoltando le nostre voci.

Una proposta come questa va "elaborata", cioe’ meditata e discussa superando anche alcune frequenti e comprensibili resistenze interiori: in tante e tanti l’abbiamo pensata come desiderabile, ma non c’e’ dubbio che forse molte e molti esitano ad esprimerla come proposta concreta su cui impegnarsi praticamente ritenendo che non sia sufficientemente "realistico" che persone che non appartengono alle gerarchie del palazzo propongano un ragionamento e un’indicazione per la Presidenza della Repubblica: invece proprio questa rottura culturale, questa uscita dall’apatia e dalla subalternita’, questo ripudio della rassegnazione, questa presa di parola per una democrazia partecipata, costituiscono uno degli aspetti piu’ interessanti della proposta.

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8. Infine: saremo grati a tutte le persone che vorranno comunicarci adesioni e iniziative affinche’ anche sul nostro notiziario si possa darne notizia (il nostro indirizzo di posta elettronica e’: nbawac@tin.it).


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