Cari lettori,
stiamo seguendo l’evoluzione delle vicende legate all’accusa di violenza sessuale che grava sul cappuccino padre Fedele Bisceglia e sul suo collaboratore laico, Antonio Gadio. Secondo il questore di Cosenza, Guido Marino, ci sono elementi schiaccianti contro il missionario e fondatore dell’Oasi francescana a Cosenza. Oggi, 24 gennaio, il questore ha rilasciato un’intervista alla collega Annarosa Macrì, esprimendosi in termini perentori. Sul manifesto, s’è ricordato il bel libro del collega Paride Leporace, intitolato "La sciarpa sul saio", dedicato alla figura e all’opera di padre Fedele. Umilmente, e senza accusare nessuno, vorrei solo rimembrare che il sacerdote è stato, tra l’altro, Provinciale dei frati della provincia di Cosenza per ben due volte, scampato alla morte, in Africa, per assistere i poveri. Non so se padre Fedele abbia effettivamente commesso il reato di cui è accusato. A riguardo, vorrei invitarvi, però, a una semplice riflessione cristiana e a una laica. "Chi è senza peccato, scagli la prima pietra", disse Gesù, il Cristo. Appresso, non capisco come mai l’atteggiamento della Chiesa verso il monaco sembra essere, ora, di distacco. Lo sta forse scaricando? Se era, eventualmente, al corrente di suoi eventuali comportamenti fuori delle regole, come mai non ha agito preventivamente? Questa domanda la pongo al vescovo di Cosenza, monsignor Nunnari, di cui ho profonda stima e rispetto, nonostante certe nostre discussioni pubbliche legate alla candidatura di Vattimo a San Giovanni in Fiore. Ringrazio quanti stanno partecipando al forum su padre Fedele e vi invito ancora a sostenerlo, con la presenza e la preghiera.
Emiliano Morrone
23 maggio 2006 17.33 SECONDO I GIUDICI PADRE FEDELE, DICHIARAZIONI SUORA INATTENDIBILI COME PROVA
Le dichiarazioni di suora Tania Alesci, la religiosa che ha riferito di avere subito violenze sessuali ad opera di padre Fedele Bisceglia, "non presentano quella precisione, costanza e coerenza logica necessarie per assumere, sia pure a livello meramente indiziario, dignità di prova". È quanto sostengono i giudici del Tribunale del riesame di Catanzaro nell’ordinanza con la quale, il 15 maggio scorso, hanno accolto il ricorso con cui i difensori di padre Fedele avevano chiesto la revoca dell’ordinanza di custodia cautelare emessa contro il religioso. Secondo i giudici del Tribunale, che oggi hanno depositato le motivazioni della loro decisione, le dichiarazioni della suora "necessitano di un più rigoroso ed approfondito vaglio apparendo, allo stato degli atti, equivoche e di per sè inidonee a fondare, autonomamente, un giudizio di gravità indiziaria per i delitti contestati".
La ringrazio, caro Scoppettuolo, per il suo contributo. Come vede, l’abbiamo pubblicato integralmente. Lei, in sostanza, sostiene convintamente che Vattimo, Vangelo e preghiera siano incompatibili, che io non pensi e che qui si faccia censura di norma. Solo su una cosa ha ragione: io non penso. Le sarei molto grato se mi fornisse gli strumenti per farlo, dato che nel suo scritto la questione da me precedentemente posta è sapientemente evasa. Intendevo dire esattamente quanto segue. La Chiesa sapeva di certe prassi? Se sapeva, perché non ha provveduto anzitempo? La Chiesa non sapeva? Se non sapeva, pace. Poste, ovviamente, tali prassi, solo come eventuali. Le ricordo, poi, che le compatibilità tra Vattimo e il cristianesimo può trovarle su "Logica del nichilismo", di Franca D’Agostini. Io, personalmente, non sono addottorato. Cordialmente,
Emiliano Morrone
Cara Paola
condivido pienamente la tua opinione: "è solo una questione di educazione corretta, piena, sincera e senza il timore di affrontare argomenti più complicati come la sessualità". La Chiesa (i "Superiori") purtoppo, come scrivi, ha sempre visto l’aspetto sessuale come un tabù, di cui non se ne doveva neppure parlare..... e ciò per evidenti ragioni. Basta pensare a "Giuseppe" (se vuoi, leggi - sul sito - la novella di Pirandello UN GOJ). Per dirlo in altro modo, la Gerarchia della Chiesa ha sempre detto che "Deus est caritas", ma non ha saputo e voluto mai coniugare con l’amore (la "caritas"), la "claritas" - la luminosità: sempre contraria ai lumi della ragione (di tutti i tempi, e non solo di ciò che chiamiamo illuminismo) e alla passione ("eros") dell’amore ha preferito le mezze verità e le mezze falsità, le tenebre. Gioacchino da Fiore era un eretico, Dante era un eretico, Galilei pure, e non parliamo di Marx, di Nietzsche e, in particolar modo, di Freud !!! Se ti va (permettimelo), leggi (sempre) sul sito, la mia rec. UN PASSO AL DI LA’ DELL’EDIPO del lavoro di Sergio Benvenuto, "Perversioni". Senza la lezione di Freud, il cattolicesimo (in particolare) è solo una tragedia, contrabbandata per "lieta novella". M. cordiali saluti, Federico La Sala