San Giovanni in Fiore

Cittadinanza onoraria a mr. Andy Audia. Emiliano Morrone gli consiglia di rifiutare, visto che sull’emigrazione la politica continua rozzamente a prendere per i fondelli

martedì 11 settembre 2007.
 

Il conferimento della cittadinanza onoraria ad Albert Andy Audia è un gesto simbolico. Secondo il sindaco Antonio Nicoletti rinsalderà il legame cogli emigrati. Il primo cittadino di San Giovanni in Fiore motiva la decisione su carta scrivendo: “Per aver intravisto in lui quelle doti di Tenacia, di Coraggio, di Generosità e di Dignità che costituiscono il più grande patrimonio della nostra Comunità che vogliamo diventi sempre più aperta e più unita”.

Viene da chiedersi se tenacia, coraggio, generosità e dignità, anche solo con la minuscola, costituiscono davvero il più grande patrimonio della nostra comunità. Quindi, viene da domandarsi se l’amministrazione vuole sul serio che la San Giovanni in Fiore umana diventi sempre più aperta e unita.

Abbiamo però il sospetto che l’uscita di Nicoletti, abituato come Berlusconi e Veltroni, senza il sorriso dell’uno e la linearità verbale dell’altro, a parate e a celebrate apparizioni sulla stampa, sia solo un tentativo retorico di nascondere i veri problemi ricorrendo a enfasi e solennità.

Penso, obiettivo, che alla maggioranza di Nicoletti dell’emigrazione non importi molto; altrimenti qualcuno di loro avrebbe rilevato che, come dice lo stesso sindaco, “San Giovanni in Fiore ha un volto nuovo”, quello, desolante, dello spopolamento.

Se l’emigrazione avanza, io stesso sono ormai un fuori sede, la città si svuota, le idee non circolano, il confronto non c’è più, l’economia muore e tutto si perde. Un politico che semplicemente ricordi d’aver preso la responsabilità del governo non può ignorare che la società locale sta sparendo e non può evitare di individuarne le ragioni.

In primo luogo si deve interrogare se in qualche modo non c’entrano le sue scelte, nella dimenticata ma attuale emigrazione di massa. Deve porsi la questione, senza discolparsi tout court con le congiunture sfavorevoli o l’incapacità della controparte politica, che, come mostrano certe radiografie del voto, spesso non esiste in zona.

La situazione generale di San Giovanni in Fiore è molto grave, triste e preoccupante. E questo è bene che lo sappia Mr. Audia. La legalità è incerta e non è presto garantita: dalle facili costruzioni abusive alle demolizioni che tardano, giusto per esempio, alle rigorose sanzioni ad alcuni disabili. E la sanità è allo sfascio.

Forse Mr. Audia non sa che per la nomina dell’assessore al ramo sono passati molti mesi e forse nessuno gli ha detto che la tac donata all’ospedale civile non produce. Non credo che qualcuno gli abbia riferito che il consiglio comunale non è stato in grado di affrontare, fin qui, l’eterno problema del bisogno di mezzi e personale per la tutela della salute. E non ritengo che qualcuno lo abbia informato dell’emergenza nel reparto di pediatria o del significativo aumento di tumori a San Giovanni in Fiore, rispetto al quale tutta la politica è comodamente seduta.

Se il rapporto con gli emigrati si esaurisce nell’attribuzione di riconoscimenti di facciata, vuol dire che la memoria storica va a farsi strabenedire e che non si è affatto compreso il forte bisogno, di chi vive all’estero, di partecipazione all’ingegneria sociale nel luogo d’origine.

D’altra parte, la politica sul posto è sempre più segnata da personalismi e bisticci da talk show, a fronte di una realtà culturale ed etica, in Calabria, di progressiva degenerazione.

A Mr. Audia consiglio di rifiutare la cittadinanza onoraria, perché il suo cuore è certamente più florense di molti altri, mentre la sua capacità di interpretare è per certo forgiata dal pragmatismo e dall’onesto criticismo d’oltreoceano. Che giungono sempre al nocciolo delle cose.

Emiliano Morrone

già pubblicato su il Crotonese dell’undici settembre 2007


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