Scandaloso

Un consigliere, sette portaborse: il manuale Cencelli della Calabria. E la Campania si organizza pure

Di Antonello Caporale
venerdì 1 luglio 2005.
 

Più poltrone per tutti? Sono stati i calabresi a porsi subito il dilemma, e loro per primi hanno tentato una risposta. Piccola, parziale, ma qualcosa finalmente c’è stato. Il parlamentino regionale ha iniziato a dare il buon esempio dichiarando guerra ai nullafacenti. Nella passata consiliatura molti eletti vivacchiavano, immobili e persi nella propria solitudine. Questa volta ciascuno ha avuto un ruolo, un ufficio da ricoprire. I trenta consiglieri della maggioranza sono tutti presidenti di commissione; e chi non è presidente è assessore, e chi non è assessore è capogruppo. Tutti e trenta. E ognuno finalmente può godere di un autista, di un addetto stampa, di una segretaria, una vicesegretaria, un assistente laureato e uno solo diplomato. Cinque, sei, per i più bravi anche sette persone a struttura, sette contratti, sette impegni lavorativi, sette missioni da affidare. Insomma e dunque: più poltrone per tutti e più lavoro per tutti. Nell’ultima e più rilevante seduta del Consiglio, la maggioranza di centrosinistra ha calcolato attentamente le risorse in campo e ha promosso, in modo turnario, ogni suo consigliere: io sono presidente e tu vice alla commissione Agricoltura, ma poi io sono vice di te all’Industria. Franco La Rupa è questore ma anche segretario della prima commissione, Cosimo Cherubino è capogruppo socialista e segretario di qualcos’altro. Con questa formula ogni esigenza e ambizione è andata soddisfatta: chi non è entrato al governo guida il gruppo; chi non guida il gruppo guida la commissione. Prendiamo l’Udeur: aveva cinque eletti da sistemare. Pasquale Tripodi ed Ennio Morrone sono assessori; Antonio Borrello è segretario questore, La Rupa è capogruppo e Domenico Tallini presidente di una commissione "speciale" di Vigilanza. Cinque su cinque. Filotto anche per Unità socialista, per la Margherita, per i Democratici di sinistra. Chi è parso così scarso da non poter puntare né a un assessorato né a un gruppo politico né a una commissione è diventato "sottosegretario" alla Presidenza. In Calabria s’era in precedenza deciso anche di più. Il centrodestra, che al solito vuole strafare, nel suo mandato di governo aveva rivoluzionato il concetto algebrico dei numeri, definendo meglio, anzi innovando la teoria dell’uno. Nacquero i monogruppi. Gruppi di uno ma figurativamente gruppi di due. Con questa semplice ma geniale rivoluzione, i singoli consiglieri ebbero più uffici, più dipendenti, più assistenti. Ancora meglio andò nel 2002, con la legge numero 25, a Catanzaro nota come la legge dei parenti. Ingiusta definizione per un concorso che vide finalmente in ruolo organico una moltitudine di giovani speranze. Questi ragazzi furono assunti ma, sembra, adesso nessuno li vuole più. Essendo portaborse dei vecchi consiglieri, o anche soltanto loro parenti (alla lontana, beninteso!), i nuovi, che hanno un altro indirizzo politico, non vorrebbero avvalersene. I trenta presidenti, capigruppo e assessori vorrebbero scegliere fiduciariamente i propri assistenti. Sei per trenta fa centottanta. Centottanta posti di lavoro in più, una piccola ma sana scossa all’economia calabrese. C’è da riferire che il centrosinistra ha abolito i monogruppi, riconoscendo all’uno il valore di uno e tentando, per via matematica, di definire due persone se sono due distinti i corpi e le cravatte che si affacciano sull’uscio. Di più, e sembra per responsabilità del presidente del Consiglio, il diessino Giuseppe Bova, le commissioni consiliari sono state addirittura ridotte del trenta per cento. "Io lascio l’auto blu in garage e finche posso farò da me", dice Bova. Finché lui potrà, ma gli altri? Le auto di servizio servono al servizio. Del resto anche in Campania, nel giardino di casa Mastella, quando marito e moglie sono riuniti per cena, ci sono almeno tre lampeggianti accesi e sei persone che sorvegliano la frittura di calamari. La signora Sandra è fresca di nomina a presidente del Consiglio regionale e reduce da una grandissima innovazione legislativa. Pur di tener fede agli accordi bipartisan col centrodestra, i campani hanno ridefinito le procedure per dare impulso e ragioni istituzionali al ruolo del Consiglio. Sono state così istituite, accanto alle sei commissioni permanenti, dodici commissioni speciali, almeno metà delle quali affidate alla cura dell’opposizione. Un bell’esempio di concordia politica. Le commissioni speciali vigileranno un po’ su tutto, e controlleranno ogni atto di Antonio Bassolino, lieto peraltro dell’occhiuto controllo. Nell’ordinata seduta consiliare, guidata con sapienza dalla signora Sandra, solo una voce stonata ha rotto il coro dei consensi. Quella della diessina Luisa Bossa, già sindaco di Ercolano. La Bossa, dubbiosa, si è chiesta: "Si fa una commissione sul Mediterraneo e un’altra sul mare. Ma in questo modo non sembra che il Mediterraneo l’abbiamo fatto diventare terraferma?". Al suo dubbio sono seguiti i docili rimproveri di Bassolino: anche tu hai fatto il sindaco, e anche tu sai cosa significa siglare dei compromessi. Mare e monti, disabili e computer. Ogni attività umana è sottoposta al controllo di una commissione speciale. Italo Bocchino, capo dell’opposizione, va fiero dell’accordo. Ma in casa del centrodestra si sono levati dei mugugni. Specialmente dalle parti di Forza Italia. Fulvio Martusciello: "Abbiamo così tante commissioni che ogni giorno almeno quattro dovranno essere riunite. Molti di noi dovranno essere contemporaneamente presenti in più d’una e dunque"... E dunque niente. Benché il bilancio della Campania non preveda incrementi di dotazioni finanziarie, e quindi le diciotto commissioni dovranno spartirsi i soldi e le strutture per il funzionamento che prima erano devolute soltanto alle sei permanenti, è certo che i dodici presidenti nuovi aggiungeranno alla mesata da consigliere (indennità quasi pari a quella del parlamentare nazionale) altri 1800 euro. I vice godranno di un piccolo benefit di 900 euro, i segretari di soli 450. Avranno più soldi, vero, ma più responsabilità. E, vedrete, faranno in modo di organizzarsi secondo le regole turnarie calabresi aggiornate alle tematiche campane: chi si occupa di Mediterraneo si prende cura anche delle risorse del mare, compresa tutta la fascia di navigazione Ischia-Capri. Chi controlla le spese e i programmi per i disabili, aggiunge alle sue competenze la Sanità (ortopedia, cardiologia, chirurgia d’urgenza). I controllori speciali dell’informatica coniugheranno l’attività con qualche altra utilmente sinergica. Tutto si può e tutto si fa. E il meglio, questo sembra garantito, deve ancora venire.

Antonello Caporale


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