Il dibattito sulla consulta degli emigrati sembra arrivato al suo giro di boa. La bozza che è stata licenziata nell’ultima riunione di commissione che si occupa della stessa non rende giustizia, però, alla significativa diaspora di sangiovannesi nel mondo. Aver imbottito di politici la consulta, ponendo in una posizione minoritaria la presenza degli emigranti, rappresenta l’ennesimo tentativo della politica di occupazione indebita. I veri protagonisti di una consulta ideata e costruita per gli emigranti non possono che essere loro ed esclusivamente loro. Se oggi si è arrivati a parlare di consulta, al punto di istituirla, lo si deve allo sforzo di tanti figli di questa terra che con il loro accorato appello hanno sensibilizzato il mondo politico affinché si arrivasse all’istituzione di una consulta degli emigrati. Questa tuttavia non può essere una mera somma di politici, presenti a vario titolo, con una simbolica e sparuta presenza di emigrati. La consulta che vogliamo noi emigrati deve essere uno strumento si consultivo e propositivo, ma di indubbia efficacia nell’affrontare le diverse tematiche che attraversano la società sangiovannese. Il contributo che la San Giovanni del mondo potrebbe offrire in termini professionali e di esperienza imprenditoriale, oltre che umani, potrebbe rappresentare la vera svolta nella storia statica della nostra città. Una dimostrazione concreta la si è avuta con la donazione della tac all’ospedale cittadino da parte degli emigranti del nord-america. Se davvero si desse alla San Giovanni del mondo l’opportunità di contribuire concretamente allo sviluppo della nostra terra, i risultati sarebbero straordinari. Sono molti i sangiovannesi sparsi per il mondo che sono riusciti grazie al loro genio e alla loro caparbia ad affermarsi e ad arricchire l’immagine di successo degli italiani nel mondo. Ecco perché alla consulta, che si vuole approvare col voto del consiglio comunale, occorrerà apportare le dovute modifiche relativamente al numero degli emigranti, irrisorio rispetto alla presenza dei politici. Occorrerà, peraltro, se non si vuole ridurre la consulta ad un carrozzone nostalgico-pittoresco da riesumare solo per una o due sagre all’anno, prevedere un comitato esecutivo, all’interno della stessa, che funga da vero volano di idee e di proposte. Il confronto con le associazioni che operano già nel mondo dell’emigrazione deve essere preliminare ad ogni modifica che si vuole apportare. L’augurio è che, se si vuole seriamente dare una voce forte e propositiva al mondo dell’emigrazione, la politica faccia un passo indietro, ricordandosi la sua vera missione; proteggere e non distruggere.
Bologna, 1 aprile 2007
Marco Militerno
Consigliere comunale lista "Vattimo per la città"
Ma Marco Militerno che fa tanto il "democratico" prodista, lo sa che Vattimo è nettamente contro il partito democratico e ha da poco pubblicato un libro in cui invita a ridiventare comunisti. perchè non la smette quindi di farsi accostare al filosofo profeta del neo-comunismo?
Andrea Gallo
Mi interesserebbe sapere qual è la tua idea sulla società, caro Andrea Gallo (?), dato che ogni volta non fai altro che ridurre a personalismi un’arte, la politica, che deve tendere solo all’interesse pubblico. Attendo tue solide argomentazioni.
Emiliano Morrone, l’anarchico che sostiene Militerno