Alle prossime comunali, una parte dell’elettorato probabilmente resterà senza un riferimento elettorale. Molta gente infatti, e non solo di sinistra ma anche democratici di centro, liberali e d’altra appartenenza, continua a rispecchiarsi bene o male nel centrosinistra almeno a livello nazionale, e non vuole e non può avere come punto di riferimento i gruppi di potere che amministrano la nostra città. Tutto questo per i motivi più disparati: c’è chi è ancora attaccato alla berlingueriana questione morale; c’è chi lamenta mancanza di democrazia interna ai partiti; c’è anche chi mantiene alcuni risentimenti personali per battaglie perse all’interno del partito in cui militava; c’è chi si rende conto che il paese negli ultimi anni è andato indietro ma non vuole votare a destra; altri solo per motivi di “stomaco”. Nelle ultime competizioni, questa parte di elettorato (più o meno 1000 voti) ha sempre trovato comunque bene o male una collocazione: prima con Giovanni Mancina (quando ancora era un leader carismatico e popolare che non disdegnava il confronto con la sinistra ed il centro); poi con Rifondazione Comunista (quando, nella sezione di quel partito, brulicava una giovane classe dirigente, guardata con attenzione dall’intera città); infine, con Risveglio Florense, prima della sbandata a destra di Giovanni Greco che lo ha portato per fino a difendere un Chiaravalloti indifendibile tanto quanto incandidabile. Nell’immediato panorama politico sangiovannese, non sembra al momento esserci un movimento, un gruppo, una sigla che possa allettare questa fetta consistente ma esigente di elettorato “democratico”, ma soprattutto libero da condizionamenti clientelari e da controlli “familiari”. La sinistra alternativa, che potrebbe ambire a questo ruolo, è a pezzi. I Comunisti Italiani sono ancora narcotizzati dai gravi problemi interni avuti e frenati da una scadente classe dirigente provinciale (parlo e scrivo con cognizione di causa sic...). Rifondazione, pur mantenendo la bandiera di un progetto che in tutta Italia produce ancora entusiasmo (prova ne sono i risultati alle ultime europee su scala nazionale), a San Giovanni paga ancora lo scotto di spaccature e colpi di mano e d’una gestione di palazzo fatta da Ruggiero, che ha abbandonato il terreno storico di quel partito: i problemi della gente. La Lista Di Pietro sta per essere fagocitata da un sistema di accordi verticistico e da quella mancanza di confronto con la gente, che fino a poco tempo fa denigrava. I verdi non sarebbero neanche da menzionare visti i dirigenti che si ritrovano. Dopo la vicenda di Palazzo Lopez, hanno oramai assunto il ruolo di partito della pagnotta. Niente di nuovo sotto il sole, dunque. Questo potrebbe far entusiasmare il centrodestra che, senza i della base, difficilmente potrà metter piede a palazzo del municipio, almeno in maggioranza. Prima di far questo, i componenti del centrodestra dovrebbero fare un po’ il punto sulla situazione: capire che anche da loro le cose, in materia di arroganza, clientele e moralità, non è che siano proprio messe bene. Tanto per cominciare potrebbero fare a meno di sparlare dei propri alleati o compagni di cordata, per i marciapiedi della città. Il progetto politico più volte proposto da questo giornale, e cioè una lista con Gianni Vattimo candidato a sindaco, potrebbe rappresentare quello che nel panorama politico nostrano oggi manca: la coscienza critica della società sangiovannese. Le argomentazioni del forestiero che non conosce i problemi del paese come chi li vive possono facilmente essere smontate con il dato di fatto che molti nostri valenti concittadini che conoscevano bene quei problemi non sono riusciti comunque a risolverli. Vattimo sindaco non vorrebbe dire che le potenzialità di molti nostri paesani, anche dirigenti di partito, non dovrebbero essere utilizzate. La storia di questo paese c’insegna che spesso, quando si è trattato di ripartire, c’è stato bisogno della guida e della direzione di personaggi e intellettuali di un certo spessore: come Paolo Cinanni o Gino Picciotti. Il panorama politico a disposizione degli elettori sangiovannesi offre un quadro a tinte fosche per il futuro della nostra città. Ma gli stessi sangiovannesi devono capire veramente che non possono solo affidare le loro speranze a una classe dirigente, le cui qualità, in questa fase, stentano a venir fuori. I cittadini: operai, commercianti, professionisti ed imprenditori, liberi e non condizionati, possono ancora dare un contributo importante per la loro città. Nei prossimi anni, ancora molti autobus carichi di giovani, di entusiasmo e di voglia di fare, partiranno dalla piazzetta sorta in via Panoramica! Fermare quegli autobus: è questa la sfida che ci attende!
Francesco Scarcelli