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Per Saddam Hussein arriva la condanna a morte. L’ex rais: ’’Dio è grande’’

Ma non verrà impiccato. Ci sarà l’appello
domenica 5 novembre 2006.
 

Nella foto sotto, Saddam Hussein durante la lettura della sentenza (SkyTg24)Baghdad, 5 nov. (Adnkronos/Ign) - Saddam Hussein è stato condannato a morte per impiccagione, per crimini contro l’umanità nella strage di 148 sciiti compiuta a Dujail nel 1982 come ritorsione ad un attentato contro lo stesso ex presidente iracheno. Il verdetto (tutte le condanne) arriva a poco meno di tre anni dalla cattura e a quasi un anno dall’inizio del processo.

’’Allah è grande, lunga vita al popolo iracheno’’: con queste parole Saddam Hussein ha accolto la lettura del verdetto (video) dei giudici del Tribunale speciale iracheno. ’’Non accettate la volontà degli occupanti. Siete fantocci, servi del colonialismo - ha tuonato l’ex rais - Allah è grande, non sono io lo sconfitto’’.

Dopo il verdetto Saddam, tramite il suo legale, ha rivolto un appello agli iracheni perché non cedano alla violenza settaria che da mesi sconvolge l’Iraq. L’ex rais, ha detto il capo dei suoi avvocati Khalil al-Duliami, ’’sapeva che sarebbe stato condannato a morte e voleva che facessi arrivare questo messaggio al popolo iracheno e al mondo intero una volta letto il verdetto’’. ’’Il suo messaggio è, perdonate e non vendicatevi con i Paesi invasori e i loro popoli - ha detto il legale, che ha definito il processo ’’una farsa, illegale e politicamente motivato’’ - Il presidente ha anche chiesto ai suoi connazionali di ’unirsi di fronte alla violenza settaria’. Il presidente ha detto, ’Saddam non sarà sconfitto’, il popolo resterà forte e determinato’’.

Oltre all’ex rais sono stati condannati a morte per impiccagione altri due dei sette coimputati nel processo. Si tratta del fratellastro dell’ex rais, Barzan al Tikriti, ex capo dell’intelligence, e di Awad Bandar, ex presidente della Corte rivoluzionaria. Ergastolo, invece, per l’ex vicepresidente iracheno, Taha Yassin Ramadan. . A tre ufficiali del partito Baath sono stati inflitti 15 anni di carcere. Un funzionario del partito Baath Mohammed Azzam al-Ali è stato assolto.

In caso di condanna a morte la legge irachena prevede una procedura d’appello automatica che sarà sottoposta ad una corte composta da nove giudici. Non è fissata alcuna durata limite per il processo di appello mentre in caso di condanna definitiva, la sentenza deve essere eseguita entro 30 giorni dalla sua lettura. Solo dopo, però, la ratifica del capo dello Stato e dei suoi due vicepresidenti. L’esecuzione della pena potrebbe quindi slittare di diverse settimane o anche mesi.

La condanna a morte di Saddam Hussein è ’’una lezione per tutti i criminali e i terroristi’’ ed è la dimostrazione che ’’la giustizia è più forte dei suoi nemici’’, ha commentato il premier Nouri al Maliki. ’’Per me - ha aggiunto il primo ministro, che ieri aveva espresso l’auspicio che Saddam avesse ’’quello che si meritava per i crimini commessi’’ - la sentenza non rappresenta niente, perché la sua esecuzione non vale tutto il sangue che ha versato... ma può portare un po’ di conforto alle famiglie dei martiri’’. ’’Giustiziare Saddam non riporterà indietro i morti o i leader religiosi uccisi come Sadr’’, ha detto ancora Maliki, riferendosi all’ayatollah sciita Mohammed Sadeq al-Sadr, assassinato nel 1999. Tuttavia, ha concluso, ’’ore il dominio di Saddam e del suo partito appartegono definitivamente al passato, come l’era di Hitler e Mussolini’’’’.

Nella foto, il giudice Rauf Rashid Abdul Rahman legge le sentenze (SkyTg24)Intanto è stato di allerta in tutto l’Iraq. In vista della sentenza, il governo iracheno ha potenziato le misure di sicurezza: coprifuoco a Baghdad e in altre tre province, aeroporto chiuso nella capitale dalle 6 di oggi fino a ora da stabilire, licenze annullate per i militari.

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