Lo scontro mortale a San Giovanni in Fiore

Frank e Robert, musica rap e il «nastro nero» Su Facebook il dolore e il ricordo degli amici - di Biagio Simonetta

Sul social network le canzoni dei due fratelli vittime dello schianto, le loro foto e quelle degli altri giovani morti
mercoledì 28 dicembre 2011.
 

SAN GIOVANNI IN FIORE (Cosenza) - Frank e Robert Laurenzano amavano la musica rap. Fratelli, ventenni che sprizzavano di vita. Erano nati in Francia, all’estero, come tanti ragazzi di questa terra vessata dall’emigrazione. Nei loro pezzi cantavano il disagio di vivere in un paesone della Calabria, arroccato sui monti della Sila. Periferia del Paese. Domenico Noce, invece, di anni ne aveva 21. In sella a un enduro riusciva a domare anche i tracciati più difficili. E poi c’erano Samuele Crivaro, vent’anni, ed Emanuela Palmeri, che di anni ne avrebbe compiuti sedici a marzo. Cinque amici, la notte di Natale. Viaggiavano a bordo di una Volkswagen Lupo bianca, diretti forse a Crotone. La mezzanotte passata a casa, coi parenti. Poi tutti insieme, a far mattina, magari lontani da qui, dalle solite serate di un paese di provincia. La morte li ha colti lungo un viadotto della statale 107, a una manciata di chilometri dalla loro cittadina, San Giovanni in Fiore. La stessa che stamattina s’è svegliata in ginocchio, distrutta dal dolore. E fa male, adesso, riascoltare uno dei pezzi più forti cantati da Frank e Robert, già tormentone dell’estate scorsa su YouTube: Vulu le secie (volano le sedie). Rap che trascina e fa riflettere, quello dei Black Silva.

SERATA TRANQUILLA - Il testo quasi beffardo che recita: «Sembrava una serata tranquilla, torno a casa alle dieci, ora invece volano le sedie». Già, anche quella di ieri sembrava una serata tranquilla. San Giovanni in Fiore aveva atteso la mezzanotte sotto un cielo che regalava pioggia a sprazzi. La neve, caduta abbondante nei giorni precedenti, aveva reso più vera la magia del Natale. Folla nei bar, gruppetti infreddoliti di fianco agli enormi falò accesi per Gesù: modernità e tradizione. La prima ambulanza aveva scosso l’anima poco dopo l’una. I parenti e gli amici più stretti si erano portati immediatamente sul posto. Ma solo stamattina la città ha preso coscienza del fatto.

NASTRO NERO SU FACEBOOK - Un dolore che lascia in bocca il gusto amaro della rabbia, in questo posto dove tutti conoscono tutti. Dal dramma dei familiari alle lacrime degli amici, fino alle centinaia di bacheche Facebook listate a lutto: «San Giovanni in Fiore piange cinque giovani figli». Proprio su Facebook, sin dal mattino è iniziato il tam tam di post riguardanti la tragedia. Prima i link alle canzoni dei Black Silva, poi le foto dei cinque ragazzi morti. Dalle avventure in moto cross fino agli scatti più comuni. Messaggi di dolore, come quello di Rossana: «Non ci sono parole, io non riesco ancora a crederci. Xké la vita è così ingiusta? Addio angeli, ci rivedremo un giorno». Oppure «E ti ricorderò così, con quel sorriso dolce che avevi sul volto» scrive Gianluca ricordando Emanuela, una delle vittime. «Muore giovane chi è amato dagli dei» commenta Martina. È già pomeriggio quando compare un fotomontaggio che ritrae i cinque ragazzi, tutti insieme. Sorridono. È Natale, ma qui non importa a nessuno.

Biagio Simonetta

Dal sito del Corriere della Sera


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