Editoriale

Ciao Max. In ricordo di Massimiliano Cavallo, artista del Sud. A Massafra il "Max fest"

domenica 20 settembre 2009.
 

Max, regista, era ed è un amico, un artista speciale. Capace, anzitutto, cioè, di creare armonia, sinergie, legami.

Nasceva come oggi, all’anagrafe Massimiliano Cavallo, nel 1970. Da subito, un occhio - e un cuore - diverso; più profondo, in grado di andare oltre e cambiare con utopia e bellezza una realtà ferma ai patti, alle convenzioni dell’ordine tecnocratico e scontato, imposto anzitutto in Italia e nella Bassa, da cui proveniva come me. Uomo pugliese, con tutto il ritmo e l’energia di chi nasce e vive in quella terra, le sonorità, il colore e l’entusiasmo della sua cultura antica e varia.

Da figlio del Mezzogiorno, al bando la retorica, la partenza per l’esterno, l’esterno. Nella Firenze della sperimentazione innovativa. Quella dei gruppi coesi attorno al valore della libertà di espressione, erede della lezione di Eugenio Miccini e Lamberto Pignotti, sognatrice, protagonista d’una ricerca artistico-politica che forse non si ripeterà.

Max stava lì, negli anni in cui Firenze era crocevia di creativi, poetiche ed estetiche destinate a lasciare un segno, una cifra, uno stile, uno spirito esistenzialistico e assieme contemporaneo. Mentre studiava alle Belle Arti, frequentava le voci, le menti e le anime di quella temperie. L’analogico, l’eco di Mimmo Rotella, la sinestesia, la partecipazione attiva del pubblico ai momenti d’arte e cultura.

Quindi, protagonista della nascita di IZ+, con musicisti, sceneggiatori, fotografi, registi, designer, artisti a tutto tondo. Menicagli, il fratello di Max, Mino, Agrusti, Ferente, Marinelli, Ferrarelli, Venturini, Guida e altri. Un’infinità di progetti e realizzazioni in ogni direzione, caratterizzati da affiatamento, afflato, dal semplice ritrovarsi per lanciare in seguito l’ennesima sfida creativa.

Poi, il trasferimento a Roma di Max, lo sfaldamento di quel gruppo di lavoro e di vita, dovuto a motivi di lavoro. Sfaldamento solo formale, mai compiuto in pieno, però, per la tenacia di Max, la sua dote straordinaria di costruire relazioni umane e artistiche, alimentandole con le novità e gli incontri, la curiosità e lo scambio.

La sua casa a Monteverde - nel mentre organizzava proiezioni, mostre e centinaia di iniziative al Cineclub Detour della capitale - è stata un’officina produttiva. Di antichi sentimenti, insuperabili; di saperi, collaborazioni, sperimentazioni e lotta alla noia post-post-moderna, alla rassegnazione dell’epoca.

Il 15 gennaio scorso, se n’è andato, mai uscito di scena, giovane e dopo aver seminato senza sosta. Ma rimane sempre vivo, in chi l’ha conosciuto direttamente o in chi ne ha soltanto sentito parlare.

Io voglio ricordarlo come esempio, l’esempio d’una lucida follia che aveva trasmesso a chi gli stava attorno e ricevuto da chi, come lui, non ha mai smesso di inventare. Alberto Rodriguez, fra i moltissimi, il mago degli effetti speciali. Con lui Max aveva lanciato la V8 Produzioni, società di post-produzione video e in primo luogo laboratorio di formazione per giovani talenti, Kleshamusic, Pachi e tanti altri.

Oggi è iniziato a Massafra (Ta) il Max fest, in sua memoria. Una memoria viva, che proseguirà e porterà in largo, ne sono certo, la sua forza di Uomo e di Artista.

emiliano morrone

streaming del Max fest a questo link


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