L’editoriale

Auguri di buona Pasqua e storie di ordinata foschia. San Giovanni in Fiore e "l’azienda rossa" di Gabriele Piluso. Su "l’agenda rossa" di Borsellino si parla di "servizi deviati"

lunedì 24 marzo 2008.
 

Auguri di buona Pasqua a tutti. A chi crede, a chi crede di credere e a chi non crede.

L’attesa della Resurrezione è stata trasformata, via via, nel count down verso la "rinascita", posto che "c’è alleanza", anche un coniugio fra leghe, o nel weltroniano adattamento del motto di Obama, colorato e pulito - che qualcuno confonde con Osama, canuto e stanco -, "Yes, Whe Can!".

Per ultimo, piuttosto che meditare sul significato della vittoria di Cristo sopra la morte, che è colto anche dagli atei più inamovibili, abbiamo dovuto sorbire le ricette di libertà e democrazia dei due partiti più grossi. Sul piano dei "piccioli", dell’organizzazione e del consenso.

In tv, un vespaio di voci soprapposte: riduzione delle tasse, sicurezza fra le mura domestiche e per strada, riformismo radicale, velocizzazione della burocrazia, difesa delle radici giudaico-cristiane, integrazione religiosa e culturale e, in primo luogo, numeri e termini economici.

Davanti allo spettro della recessione mondiale che incede, abbiamo ascoltato il ritrovato liberismo di Franceschini, ormai il Pd viaggia a gonfie vele sull’onda del capitalismo più avanzato, e lo statalismo di protezione di Tremonti, che mi sembra l’argomento più serio d’una campagna elettorale abortita sull’aborto.

Non che il dibattito sulla legge 194 possa liquidarsi in un istante, per carità. Anzi, il revisionismo di Pezzotta, in proposito, compendiato dalla repressione vaticana introiettata dall’ex sindacalista bergamasco, è misura della confusione, sul punto, del cosiddetto "mondo cattolico".

Difesa della vita dal concepimento alla morte non vuol dire "promozione" della vita umana e della famiglia. Ma questo, nonostante la chiarezza e la saggezza di san Carlo Maria Martini - che già nel 2006, da Gerusalemme, ne sottolineava la differenza di fondo - alla Chiesa di Roma non entra in testa.

Vai a farle - e imporle - le benedette raccomandazioni della Chiesa alle madri che non possono, per mille motivi, dare alla luce un bimbo.

Madri in potenza che spesso - come Santoro ha mostrato nella puntata di Annozero dello scorso 20 marzo - si ritrovano, per i combinati disposti della 194, innanzi alle solidarietà di professione dei consultori o a obiettori di coscienza che assicurano comunione nel dolore ma non liberazione dal peso psicologico d’un parto immorale.

Qui sarebbe da chiarire qual è il campo etico entro cui ci muoviamo. Rispondiamo come segue: l’area, molto estesa, della promozione - secondo san Martini - della vita umana e della famiglia.

Ne deriva che, a regola, coerentemente non respingiamo l’unione dei diversi. Il fatto che questi possano adottare dei figli rimane un capitolo aperto ma denso di problemi, come ribadito dal più grande - secondo noi - filosofo cristiano vivente, Gianni Vattimo, direttore di "la Voce di Fiore".

Il quale Vattimo, da anni parla di compatibilità internazionali considerandole determinanti per l’adozione di un modello politico che fermi la guerra, la violenza, la sopraffazione e la subordinazione di culture e antropologie del Terzo mondo.

Gioachimista, il padre del pensiero debole è il più coerente, ai miei occhi, e profetico politico fuori del mercato.

La vicenda del Tibet ha di recente occupato la stampa planetaria per appena due giorni. Come in un gioco, la reazione occidentale al dominio cinese s’è tradotta solo nella minaccia di non partecipare ai prossimi giochi olimpici nel grande Impero. Dopo nulla.

La democrazia di Israele è ancora il cavallo di battaglia di intellettuali schierati, si legga Fiamma Nirenstein, ex comunista oggi in lista e lizza con Berlusconi.

Quando Vattimo incontrò Castro, Fidel, il collega Massimo Cacciari stava alla corte di don Verzè, che, come si sa, ha in mente di realizzare una clinica, coi danari del Silvio nazionale, per Matusa dalle tasche piene.

Ci andranno aspiranti centenari, frequentatori della Svizzera o di ignoti paradisi fiscali.

Il Viagra ha una potenza psicologica maggiore della sua capacità di inibire la fosfodiesterasi di tipo 5. Ma queste sono, per restare in tema, masturbazioni intellettuali.

Nell’ordinata foschia d’una campagna elettorale politicamente corretta, giusto in apparenza, che cosa avviene nella Città dei Fiori (San Giovanni in Fiore, provincia di Cosenza, in Calabria Citra)?

Martedì 18 marzo, c’è stato un consiglio comunale per discutere dell’impegno dei partiti in merito alla prosecuzione di un sussidio per circa 400 disocupati residenti nella città.

Il vicepresidente della comunità montana, Gabriele Piluso, anche consigliere comunale del Pd, ha detto testualmente: "L’azienda San Giovanni in Fiore deve ripartire".

(continua, aggiornamento fra poche ore)


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