Ora spuntano le vittime del "mostro" francescano, padre Fedele da Cosenza, tutte in fila, pronte a godersi una popolarità inattesa e imprevedibile, perfino presso la celebre "Striscia la notizia". E la stampa rincara la dose contro il fondatore dell’Oasi francescana cosentina, offrendoci commenti che confondono e costituiscono, di fatto, un inquinamento delle prove, proprio per la loro potenza, la loro capacità di penetrazione e persuasione. Certo che il missionario sta pagando altissimo il prezzo d’un errore personale o, forse, d’una montatura straordinaria. Non ci compete la ricostruzione dei fatti. Anzi, non ci compete il giudizio secondo il diritto e nemmeno quello etico. Vogliamo solo osservare quanto sia opportuno che i giornalisti si attengano alla deontologia professionale, evitando di spacciare padre Fedele Bisceglia, così facilmente come vanno facendo, quale perverso e falso benefattore e freddo progettista di fantasie sessuali basate sulla violenza e la dissacrazione. Adesso, è bene che si rimanga in silenzio, che non si prosegua con lo scherno e l’accusa. Basta coi veleni addosso al frate. Lasciamo che la giustizia segua il suo corso, consapevoli che il francescano è innocente fino a sentenza passata in giudicato. Consentiamo agli addetti di arrivare alla verità e diffidiamo di donne che compaiono puntualmente quando le televisioni ricche, alla ricerca di inediti, offrono le loro grazie. Ricordo Pacciani, di cui fui strenuo difensore. Chi crede ancora che sia effettivamente stato il "merendiere di Firenze"?
Emiliano Morrone
Sul tema, nel sito, si cfr.:
Padre Fedele, un arresto strano - di don Vitaliano Della Sala
Padre Fedele salva ambulante che tenta suicidio dandosi fuoco
di Maria Teresa Improta (QuiCosenza.it, Venerdì, 09 Gennaio 2015)
COSENZA - Il noto frate francescano è intervenuto nel corso di un blitz delle forze dell’ordine.
Momenti di tensione a Cosenza, dove si svolge il consueto mercato del venerdì, in via Milelli, nei pressi di Lungo Crati. La polizia municipale pare che stamattina abbia allontanato diversi venditori ambulanti privi del necessario permesso. Uno di questi, colto dalla disperazione, avrebbe quindi minacciato di darsi fuoco cospargendosi di benzina. Sul posto si è subito precipitato Padre Fedele Bisceglia informato telefonicamente da un conoscente di ciò che stava avvenendo. Il frate insieme ai vigili ha poi convinto l’ambulante a desistere dall’estremo gesto.
"E’ un uomo che guadagna qualche soldo - spiega Padre Fedele - per dare da mangiare ai figli. Era deciso a farla finita si era già buttato la benzina addosso schizzando anche sul mio saio e protestava con l’accendino in mano. Non è giusto. Voglio lanciare un appello alle autorità: ’Lasciamo vivere questi commercianti. Ci vuole il permesso per lavorare, certo, ma se noi avessimo dei bimbi e fossimo senza lavoro cosa faremmo? Summum ius, summa iniuria. Massima giustizia, massima ingiustizia diceva Cicerone. C’è gente sotto sfratto e politici che rubano a destra e sinistra. Come facciamo a prendercela con questi poveri disgraziati? Un po’ di umanità. I poveri sono il sangue di Cristo".
Cosenza
Al via i lavori nuova oasi di Padre Fedele
Comincia a prendere corpo la nuova struttura di accoglienza per bimbi disabili che grazie all’aiuto di tanti benefattori Padre Fedele sta realizzando. *
In attesa del nuovo processo in appello disposto dalla Cassazione Padre Fedele Bisceglia non sta con le mani in mano. Oltre alle quotidiane iniziative per sostenere i poveri e gli emarginati della città asscirando loro alimenti e vestiari, segue i lavori della nuova struttura di accoglienza per bambini disabili che sta realizzando a Donnici grazie alle generose offerte di tanti benefattori.
Si chiama “Il Paradiso dei Poveri”, come la sua associazione di beneficenza. E’ il nuovo sogno di Padre Fedele Bisceglia, che prende forma, giorno dopo giorno. Ora si lavora per sistemare il terreno, che si trova all’ingresso sud di Cosenza. I lavori, sembra incredibile, di questi tempi, vanno avanti grazie ad anonimi benefattori.
Padre Fedele dice che, alla fine, magari è stato proprio un volere superiore a farlo incappare nelle pieghe della giustizia, coinvolgendolo nella sua nota vicenda, per la quale si è sempre dichiarato innocente. Senza tutto questo, non avrebbe certo pensato di realizzare una nuova struttura, tutta dedicata ai bimbi bisognosi di cure.
Intanto, non perde occasione per rivolgere un accorato appello alla suora di dire finalmente la verità, e al vescovo di Cosenza di volerlo ricevere per cercare di trovare una soluzione alla sua condizione. Padre Fedele vuole tornare a celebrare messa. E’ la sua aspirazione più grande perché è sicuro di essere degno di celebrare il ministero.
COSENZA
Violenza sessuale su una suora
Condannato Padre Fedele
La sentenza del tribunale di Cosenza. Nove anni e tre mesi di carcere all’ex frate cappuccino. I pm ne avevano chiesti otto. Il religioso reagisce urlando: "Vergognatevi tutti, avete infangato un sacerdote onesto". Sei anni e tre mesi al suo segretario, Antonio Gaudio *
COSENZA - Nove anni e tre mesi di reclusione: è questa la condanna inflitta dal tribunale di Cosenza a padre Fedele Bisceglia, giudicato colpevole di violenza sessuale su una suora. Il tribunale ha condannato anche il segretario, Antonio Gaudio a sei anni e tre mesi per lo stesso reato. I pubblici ministeri Adriano Del Bene e Salvatore De Maio avevano chiesto una condanna ad otto anni di carcere per Bisceglia e a sei anni per Gaudio.
Lo sfogo. "Vergognatevi tutti, magistrati, suore e preti, perché è stato condannato un innocente - ha urlato l’ex religioso dopo la lettura della sentenza - Avete infangato un sacerdote onesto. E’ la pagina più dolorosa mai scritta dalla magistratura di Cosenza". "Pentitevi", ha aggiunto all’uscita dal tribunale rivolgendosi alle suore dell’ordine a cui appartiene la vittima, anch’esse presenti al processo. L’ex frate ha continuato inoltre a chiedere l’intervento dell’arcivescovo di Cosenza monsignor Salvatore Nunnari.
Le suore: "Sollievo". La decisione dei giudici è stata accolta con molta soddisfazione dalle suore Francescane dei Poveri, secondo cui la sentenza "rappresenta un grande sollievo per la nostra sorella e tutte le donne immigrate coinvolte come vittime in questa triste vicenda". "E’ stata un’esperienza molto dura - prosegue il comunicato - e ciò che ha sostenuto la nostra consorella e tutte noi è stata la fede e anche la fedeltà alla nostra identità di suore Francescane dei poveri. Siamo infatti chiamate ad ascoltare il grido dei più vulnerabili e la nostra suora ha trovato il coraggio di denunciare, proprio a sostegno delle altre donne, che si trovavano nella stessa situazione di abuso". "La ringraziamo - conclude la nota - per questo e per aver aperto ancora di più gli occhi e il cuore sulla drammatica situazione in cui versano tante donne vittime di violenze di ogni genere".
La vicenda. L’ex frate cappuccino, fondatore dell’Oasi dei poveri, finì in carcere il 23 gennaio 2006 per i cinque stupri denunciati dalla suora che operava nella struttura di accoglienza. La donna riferì di essere stata costretta ad assumere dei farmaci, che l’avrebbero resa completamente succube dei suoi violentatori. L’accusa ha incentrato il processo sull’esuberante personalità dell’ex frate missionario, noto per la sua passione calcistica, da vero ultrà, per la squadra del Cosenza e per avere convertito una pornostar, mentre la difesa ha puntato sulla mancanza di prove consistenti che confermassero le violenze.
* la Repubblica, 06 luglio 2011:
http://www.repubblica.it/cronaca/2011/07/06/news/condanna_padre_fedele-18744863/?ref=HREC2-6
Ansa» 2008-01-09 20:17
PADRE FEDELE: RINVIO A GIUDIZIO, DA 2 ANNI ALTALENA DI ACCUSE
COSENZA - Era una decisione quasi scontata quella del rinvio a giudizio di Padre Fedele Bisceglia e del suo segretario, Antonio Gaudio, accusati di avere violentato una suora nell’Oasi francescana di Cosenza. La decisione del Gup, Livio Cristofano, non ha sorpreso i difensori dei due indagati che, al termine dell’udienza preliminare, hanno parlato di una decisione "che non ci lascia stupiti".
Nonostante le varie fasi giudiziarie e decisioni, Padre Fedele non si rassegna ed ancora ha voluto gridare la sua innocenza. In una lettera consegnata al Gup ha giurato "dinnanzi al mondo intero e con le mani sul Vangelo che il delitto-peccato di stupro singolo e di gruppo ascrittomi da suor Gaetana Alesci non solo non l’ho commesso ma neanche pensato". Sul rinvio a giudizio hanno espresso soddisfazione i legali di parte civile che rappresentano la suora che ha subito gli abusi sessuali ed il centro antiviolenza ’Lanzino’ di Cosenza.
L’odissea giudiziaria di Padre Fedele e del suo segretario inizia con il loro arresto, avvenuto il 23 gennaio del 2006. Nell’interrogatorio dinanzi al Gip, Giusy Ferrucci, che aveva emesso l’ordinanza di custodia cautelare, il frate sostiene di essere vittima di un complotto. Dopo alcuni giorni di detenzione, padre Fedele ottiene gli arresti domiciliari nel convento dei frati cappuccini di Belvedere Marittimo. La struttura da circa 300 anni conserva parti delle reliquie di San Valentino e viene anche comunemente chiamato ’Convento dell’amore’.
Durante la fase delle indagini preliminari la vicenda di Padre Fedele vede molteplici sorprese dal punto di vista giudiziario e sul fronte mediatico. A distanza di poche settimane dall’arresto i difensori del frate rendono noto che il loro assistito non ha potuto aver compiuto la violenza sessuale perché affetto da una patologia alla prostata che lo rende impotente, ma dopo una settimana un altro colpo di scena: dopo le numerose trasmissioni televisive e la pubblicazione delle intercettazioni telefoniche di Padre Fedele, la Conferenza dei Vescovi della Calabria denuncia lo scempio mediatico compiuto nei confronti del frate e il 24 febbraio il tribunale della libertà di Catanzaro rimette in libertà Antonio Gaudio.
Il primo colpo di scena si ha nel maggio del 2006 quando i giudici del tribunale della libertà rimettono in libertà Padre Fedele, sostenendo che la suora non è attendibile. Ma gli effetti della decisione del Tribunale del riesame dura poco: il 26 ottobre la Cassazione annulla con rinvio la decisione del tribunale della libertà per Padre Fedele e Antonio Gaudio e fissa per marzo 2007 una nuova udienza del riesame a Catanzaro.
Dopo la nuova udienza dinanzi al tribunale della libertà, il frate torna ai domiciliari in un convento dell’Umbria. Il 18 luglio di quest’anno, dopo le numerose dichiarazioni fatte dal frate, l’Ordine dei Cappuccini decide di sospenderlo a divinis. A distanza di pochi mesi però Padre Fedele torna libero, anche se con l’obbligo di dimora. La decisione più clamorosa è del 27 ottobre dell’anno scorso, quando il frate viene espulso dall’Ordine generale dei frati minori cappuccini. Il 20 dicembre inizia l’udienza preliminare nei confronti di Padre Fedele e del suo segretario Antonio Gaudio. Stasera la conclusione, con il rinvio a giudizio e la fissazione per l’11 marzo dell’inizio del dibattimento a Cosenza.
Al vaglio degli inquirenti anche diverse intercettazioni ambientali. In una c’è una dipendente dell’Oasi che fa riferimento a un aborto
Padre Fedele, sequestrato porno amatoriale
La difesa: "E’ stato scaricato da internet"*
COSENZA - Nella vicenda di padre Fedele Bisceglia spunta anche un film porno amatoriale, intitolato "Il diavolo in convento". E’ fra gli atti depositati dal sostituto procuratore di Cosenza, Claudio Curreli, ai giudici del Tribunale della libertà di Catanzaro che si occupa del caso del fondatore dell’Oasi francescana e del suo segretario Antonio Gaudio, accusati entrambi di violenza sessuale nei confronti di una suora.
Non è chiaro chi siano i protagonisti del film. Gli agenti della polizia di Stato che hanno visionato il film evidenziano nel loro rapporto che la donna avrebbe un saio nero e delle calze corte e che l’uomo avrebbe degli occhiali e la sua immagine non sarebbe compatibile con quella di padre Fedele. Gli investigatori inoltre evidenziano che il film, di natura amatoriale e della durata di quattro minuti, sarebbe stato girato in una camera di albergo o comunque in un ambiente diverso da quello dell’Oasi francescana. Non sarebbe dunque il video che, secondo la deposizione della suora che li ha accusati, i due avrebbe girato mentre la violentavano.
La difesa di padre Fedele e di Gaudio sostiene, infatti, che il film è stato scaricato da internet. E che non avrebbe nessun riferimento con la vicenda che vede coinvolto il frate.
Il sostituto procuratore Curreli ha depositato anche la trascrizione di un’intercettazione ambientale tra Antonio Gaudio e una dipendente dell’Oasi francescana nella quale si fa riferimento a un aborto.
I difensori dei due indagati a loro volta hanno consegnato ai giudici del riesame una memoria difensiva di 34 pagine. Tra alcuni documenti ci sarebbero anche dei tabulati telefonici dai quali emergerebbe che era la suora a contattare ripetutamente padre Fedele.
* la Repubblica, 27 marzo 2007