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Azzardo pro Contrada, il poker in rete del gruppo salvadore e la scomparsa dei fatti - di Benny Calasanzio

mercoledì 30 luglio 2008.
 

Quest’anno niente vacanze. Saremo chiamati ad un’azione di sorveglianza e controllo anche sotto la canicola d’agosto. Quel che è peggio è che se non lo facciamo noi, nessuno ci sostituisce.

C’è in questi giorni una Italia, una Sicilia completamente narcotizzata sotto l’offensiva della famiglia Contrada, una evoluzione di quella "Addams" in cui il saggio Contrada riveste i panni di Zio Fester, colui che accendeva le lampadine con la bocca.

Un silenzio che arriva assordante anche da parte di alcuni siciliani da cui non te lo saresti mai aspettato. Tornando alla nostra "mission", bisogna stare con gli occhi aperti in vista del dibattimento di ottobre sulla revisione del processo al traditore dello Stato Contrada, e soprattutto che lo stesso Contrada non ottenga di essere spostato a Palermo per scontare lì i domiciliari, tra i "vecchi amici".

Queste azioni costituzionalmente garantitite però non si svolgono con correttezza e secondo legge. Nessuno vieta a Contrada di chiedere quello che ha chiesto, né la revisione del processo né tutte le altre baggianate. Può farlo. Quello che non si può fare è disinformare deliberatamente la gente sulla reale situazione. Ora, non so se ci sia gente pagata per creare confusione, per diffondere menzogne, ma di certo questo gruppo di lavoro ad hoc esiste.

Prova ne sono le decine si blog e siti che ignorando i fatti continuano a proclamare innocente colui che è stato condannato solamente "anche" per le accuse di molteplici pentiti. Legno Storto, Comitato Pro Contrada, La verità su Bruno Contrada (un ossimoro) e tanti altri punti di "informazione" stanno martellando l’opinione pubblica narcotizzata con un mare di menzogne, ma soprattutto puntando in maniera becera su un punto: la salute di Contrada, la compassione, la pietà cristiana, del quale, ultimo portatore, è stato il figlio Guido, che continua ad insistere sulla salute del padre (sacrosanto tutelarla) ignorando i restanti macigni giudiziari.

Un gioco squallido che mira ad intenerire quella gente che poco sa, che pensa "ma si, ma lascetelo morire in casa quel pover uomo", nonostante il Tribunale della Libertà lo ritenga ancora pericoloso. Per caso Emiliano Morrone, direttore de "La Voce di Fiore", ha scoperto qualche elemento di questo apparato di disinformazione.

Alla pubblicazione di Morrone di alcuni articoli a difesa di Salvatore Borsellino e contro la beatificazione di Contrada, il suo sito è stato bersagliato da decine di commenti favore del traditore che insultavano poi Dalla Chiesa e la famiglia del dottor Borsellino perchè avevano approfittato dei loro lutti per fare carriera.

Una delle "arruolate", tale Marina Salvadore, nella foga si fa scappare di avere domicilio legale proprio presso lo studio dell’"Avvocato del diavolo", Giuseppe Lipera, coofondatore di un parito voluto da Leoluca Bagarella. Qualcuno deve delle spiegazioni.

Naturalmente, quando abbiamo invitato tutti gli scrittori delle calunnie a rispondere a delle circostanze specifiche che inchiodano Contrada, silenzio tombale.

Capite a che lavoraccio ci costringono questi disinformatori? Detto questo, è di questi giorni la notizia che Salvatore Borsellino, ha depositato una querela contro Tonino Vaccarino, pregiudicato per traffici di droga, considerato vicino alla cosca trapanese di Messina Denaro, e infine ex sindaco di Castelvetrano.

Il pregiudicato ha espresso alcuni giudizi calunniosi nei confronti del fratello di Salvatore, Paolo. «Ha affibbiato a mio fratello attitudini ad anomalie procedurali che non gli erano proprie e ha condito il suo racconto con fatti del tutto inventati e ragionevolmente utilizzati solo per lanciare sibillini messaggi.

Secondo quanto sostiene Vaccarino, mio fratello anzichè muoversi secondo le prescrizioni del codice di rito, avrebbe informalmente e surrettiziamente fatto da consulente della difesa, peraltro di una persona che egli stesso si era adoperato a far arrestare. Peggio ancora sarebbe, peraltro, se i consigli sotto banco alla difesa dell’indagato si riferissero a un procedimento del quale Paolo Borsellino non fosse stato titolare».

La vicenda raccontata nei minimi particolari è disponibile qui, ma in realtà abbiamo l’impressione che la querela di Salvatore arrivi per prevenire possibile venti di revisione addirittura del Maxiprocesso. Cosa si può fare di fronte a tutto ciò, i cosiddetti "civili" cosa devono fare per fare fronte comune contro questi eventi disastrosi? La risposta arriva da un giovane sardo, Matteo B., che mi ha scritto una mail sconsolata, che al suo interno ha però una risposta:

In tutti questi mesi spesso e volentieri ho trasmesso ai miei amici, familiari, docenti e colleghi all’Università le vostre lettere e i vostri articoli, nella speranza di informare quante più persone possibile su quanto è successo e quanto ancora succede. Ho trasmesso tutto questo nei due soli modi che ho a disposizione, a voce e tramite la mail e ho visto che tante persone, lentamente ma inesorabilmente, si stanno svegliando, stanno capendo che tutto questo incubo assurdo un giorno finirà.

30 luglio 2008

Benny Calasanzio


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