Libertà di informazione

Gli autori del libro "La società sparente" citano per danni il sindaco calabrese Antonio Nicoletti

E preparano querele contro imprenditori della regione
martedì 17 giugno 2008.
 

Emiliano Morrone e Francesco Saverio Alessio, autori del libro su ’ndrangheta e politica La società sparente , edito da Neftasia di Pesaro, prefazione del filosofo Gianni Vattimo e del deputato dell’Antimafia Angela Napoli, portano in tribunale, a Cosenza, il sindaco di San Giovanni in Fiore (Cs), Antonio Nicoletti.

Si tratta d’una richiesta di risarcimento danni, avanzata dall’avvocato Francesco Siciliano, legale del movimento antimafia E adesso ammazzateci tutti , per esternazioni dell’amministratore calabrese su Radio 24 e alcuni periodici, ritenute lesive del testo e degli stessi scrittori.

Francesco Saverio Alessio sostiene che «si susseguono da tempo, in Calabria, dichiarazioni di politici volte a screditare la bontà e la verità giornalistica del saggio, peraltro molto positivamente recensito sul settimanale L’espresso da Roberto Saviano , nel mondo celebre per il suo Gomorra ».

In particolare, Alessio rivela che «il tentativo in atto è di far passare il messaggio, falso, che il testo non si basa su fonti certe ma diffama arbitrariamente alcuni imprenditori di San Giovanni in Fiore». Secondo lo scrittore, «c’è un bieco tentativo di isolamento e delegittimazione degli autori di La società sparente , col quale si vuole fermare politicamente, barando, la pesante denuncia circa i rapporti fra ’ndrangheta e politica nel libro contenuta».

Dal canto suo, Morrone precisa che «il volume riguarda tutto il malaffare in Calabria e che le storie raccontate trovano conferma quotidiana, come la recente condanna per corruzione e voto di scambio a carico di Dionisio Gallo, ex assessore regionale alla forestazione calabrese». Annuncia, poi, querele verso imprenditori che hanno investito la giustizia penale contro lui e Alessio, dal momento che per i due è arrivata l’archiviazione del giudice per le indagini preliminari, per non aver commesso il reato di diffamazione.

Alessio rivela che «dei politici calabresi hanno inoltre scritto a dirigenti del giornale radio della Rai, perfino adombrando accordi pubblicitari tra giornalisti dell’azienda di Stato e gli autori del libro». «Tutto questo - sottolinea Morrone - ha prodotto danni molto notevoli al testo, a me ed Alessio, che non abbiamo scorta né tranquillità. Gli attacchi gratuiti e le intimidazioni si pagano e la giustizia segue la legge dello Stato».



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