Politica

San Giovanni in Fiore: Marco Militerno risponde al sindaco della città e ribadisce le ragioni delle sue riflessioni critiche sull’emarginazione degli emigrati a opera della giunta comunale

domenica 23 marzo 2008.
 

La replica delirante del sindaco si commenta da sola. Dice che i problemi bisogna viverli ed affrontarli da vicino e non seduti a pontificare digitando su una tastiera di computer.

Morale: emigranti sangiovannesi di tutto il mondo, freghiamocene della nostra terra d’origine e pensiamo a farci i cavoli nostri, comodamente a casa, che si campa anche cent’anni.

Chi ha avuto la presunzione di potere amministrare bene una comunità così problematica come San Giovanni in Fiore, con una maggioranza così instabile e incocludente, il fiato sul collo se lo merita tutto. Forse se ci fosse stata una percezione da parte della gente di una giunta forte, coesa e determinata ad affrontare i mille problemi del territorio tutto questo fiato sul collo, il nostro sindaco, lo avrebbe sentito di meno.

C’è una verifica in corso, nella coalizione di centro-sinistra paradossalmente quella vincente, che ha gettato la città in una fase di immobilismo pericoloso. Quanto all’invito del sindaco di discutere sul campo dei problemi che ben conosce, non ho parole! In quattro mesi il consiglio si riunirà per una sola volta nella settimana meno indicata per discutere, quella santa, naturalmente su impulso dell’opposizione e per discutere di punti tecnici. Il sindaco ha forse dimenticato che la più alta espressione di dibattito democratico e politico all’interno di una comunità è il consiglio comunale, per la cui composizione i cittadini si sono confrontati e scontrati, democraticamente, e per la quale si sono spesi milioni di euro? La programmazione economica e la discussione dei grandi temi sociali non è mai rientrata nell’agenda politica di questa giunta, troppo presa da affari interni di tenuta politica. Riguardo all’onestà sbandierata dal sindaco non rispondo, perchè chi scrive non ha messo in discussione ciò, ma senza dubbio gli ha imputato la presunzione e l’arroganza di sentirsi il solo depositario di una insindacabile esperienza amministrativa, il cui fallimento invece è sotto gli occhi di tutti.

Il sindaco farebbe bene anche a non citare la Consulta degli Emigranti in cui il ruolo degli emigranti è solo subalterno e simbolico, e questo gli emigranti lo sanno bene!

Concludo col dire che chi scrive ama la propria terra e per essa si sta anche battendo, concretamente, per evitare in futuro che la politica sia ostaggio della politica stessa, quella becera e deleteria decisa sui tavoli delle segreterie di partito e che poi genera tali amministrazioni così insulse e disastrose!

Le primarie aperte, vero strumento di autodeterminazione politica dal basso fatta dalla gente, vogliono essere un’occasione rigenerante e catartica della politica, dedicata a tutti coloro che credono che sia arrivata l’ora di cambiare i criteri di selezione della classe politica ed approdare ad una nuova fase, dove il benessere dei cittadini ritorni al centro del dibattito politico.

Buona Pasqua a tutti.

Marco Militerno, Bologna, 15 marzo 2008

Clicca qui per leggere il testo del sindaco Nicoletti, che il medesimo non si è degnato di inviare alla redazione di "la Voce di Fiore", organo di stampa che ne contesta l’operato, non già per partito preso ma per alto senso della politica; che è anzitutto confronto aperto e argomentato.


Rispondere all'articolo

Forum