Politica

Chiesta in consiglio comunale la sospensione della graduatoria Sial

martedì 8 novembre 2005.
 
Il consiglio comunale dello scorso 4 novembre, che s’annunciava infuocato a causa della vicenda d’un folto gruppo di disoccupati esclusi da una selezione pubblica regionale per un avviamento al lavoro, è iniziato con notevole puntualità, tensione alle stelle, in un’atmosfera da paura. Più d’un centinaio di tutori dell’ordine fra Digos, Carabinieri e Polizia, il pubblico è stato controllato già dall’ingresso, con trascrizione dei documenti d’identità e sistematica perquisizione personale. In aula, la discussione è caduta subito sul filosofo Gianni Vattimo, le cui dimissioni dall’assemblea consiliare sono state considerate lo scorso 18 ottobre, giunte dopo la constatazione, da parte del medesimo, che “l’attività politica locale è paralizzata, impedita da assurde logiche di potere”. Oltretutto, Vattimo starebbe preparando un ricorso per invalidare, attraverso la giustizia amministrativa, le deliberazioni assunte nel consiglio del 20 settembre, ritenendo “irregolari le modalità di convocazione” dello stesso. In caso di pronuncia favorevole alle tesi di Vattimo, l’effetto potrebbe anche essere il ritorno alle urne, venendo a mancare, al consiglio e al Comune di San Giovanni in Fiore, l’approvazione degli equilibri di bilancio. Aperto il dibattito sulla surroga del professore di origine calabrese, il sindaco, Antonio Nicoletti (Sdi), si è detto dispiaciuto per la decisione dell’intellettuale, riconoscendogli un forte ruolo di propulsione e innovazione nel contesto politico del luogo. In seguito, il primo cittadino, ricordando la figura del preside Attilio Militerno, s’è congratulato con il nuovo consigliere del movimento “Vattimo per la città”, il giurista Marco Militerno, figlio del compianto dirigente scolastico ed emigrato a Bologna, con incarichi di responsabilità presso Unipol Banca. Gabriele Piluso (Ds), poi, ha dichiarato di non voler perdere il rapporto con Vattimo, che “potrà tenersi tramite il consigliere Militerno”. Quindi, Antonio Barile (Forza Italia), plaudendo alla presenza di Militerno, ha rilevato “un’ipocrisia esasperata da parte della maggioranza, che ha agito in modo da allontanare Vattimo, convocandolo, peraltro, in modo assolutamente irregolare”. Militerno, che ha avuto la simpatia e l’affetto dei colleghi, ha parlato a trecentosessanta gradi, collocandosi nell’area d’una opposizione argomentata, sostenuta, razionale. Nel suo intervento, molto applaudito, particolare attenzione è stata rivolta a tutte le categorie deboli, all’esigenza di garantire i diritti dei cittadini, alle politiche culturali e per i giovani, alla disoccupazione intellettuale e al bisogno di numerose famiglie non abbienti, sconvolte dai recenti provvedimenti di risposta alla disoccupazione di lunga durata. Militerno, ha fatto capire che, pur appartenendo a una sinistra democratica e progressista, non starà, al momento, dalla parte dell’Unione locale, “di cui bisogna inevitabilmente contestare l’impostazione vetusta, le logiche spartitorie e la cecità recidiva rispetto alle concrete possibilità di sviluppo della città di Fiore”. Quindi, un susseguirsi di dichiarazioni, da parte dei consiglieri di maggioranza, spesso e volentieri ribattute, in modo coriaceo ma anche triviale, da parte di esclusi dalla selezione pubblica in aula, più d’un centinaio, con donne e giovani disoccupati. In particolare, un’ala del centrosinistra, con Spina, del Gruppo misto, ha proposto un ricorso, a tutela degli esclusi, col patrocinio del Comune di San Giovanni in Fiore. Lopez (Sdi), nuovo assessore della Comunità silana, ha detto ai disoccupati in agitazione che “l’amministrazione pubblica non è un ufficio di collocamento” e che “si deve consentire lo svolgimento dell’attività consilare”. Piluso (Ds) ha precisato che “a San Giovanni in Fiore ci sono le rivolte popolari perché, in questo maledetto paese, non crescono le olive e non nasce nulla”. Annarita Pagliaro (Sdi) ha letto i documenti dell’Unione locale, firmati dal sindaco e dalla maggioranza consiliare, per chiarimenti e interventi dai ministri dell’Agricoltura e del Welfare e dal governo regionale. Astorino (Forza Italia) ha ripercorso le tappe della selezione pubblica in questione, sottolineando il percorso condotto da Antonio Barile e dai disoccupati del movimento politico “Uniti per la libertà”. Ha inoltre precisato che “la bieca strumentalizzazione sulla misura di avviamento al lavoro, ottenuta grazie all’impegno encomiabile di Barile, ha determinato la vittoria elettorale del centrosinistra”. Barile, invece, si è prodigato per calmare le acque e ha sostenuto l’incapacità gestionale dell’attuale maggioranza, rea, a suo avviso, di manovre e azioni fuori normalità. In consiglio, si è costantemente registrata una netta contrapposizione tra maggioranza e disoccupati, fatta di continue interruzioni dal pubblico, con improperi, ingiurie, oscenità e commenti di vario genere, e provocazioni verbali da parte di alcuni esponenti dell’Unione. Il sindaco Nicoletti ha ceduto alle molestie d’un manifestante, invitandolo a regolare personalmente i conti fuori dell’aula, con eloquenti gesti. Straordinario il lavoro diplomatico della Digos di Cosenza, guidata dal primo dirigente Alfredo Cantafora, che, ancora una volta, ha mostrato di possedere grande umanità, comprensione e psicologia. Approvato il completamento dei lavori d’una variante stradale periferica, il consiglio s’è chiuso, dopo paurose difficoltà di tenuta, scontri verbali e accuse dal pubblico, con la sottoscrizione, di tutte le parti politiche, d’un documento finalizzato alla sospensione della graduatoria riguardante la selezione. Con lo stesso atto, si preme, presso il governo nazionale e regionale, per una ridefinizione della pratica, tenendo conto, quale criterio prioritario, della situazione reddituale dei disoccupati in lizza.

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