Politica

La scossa del Vaffanculo-day ignorata dal sistema - di Marco Militerno

martedì 11 settembre 2007.
 

L’enorme successo di piazza e di consensi non può essere più ignorato e sottovalutato; soprattutto da chi vuole costruire una vera alternativa ai partiti-farsa che stanno per nascere.

Sabato 8 settembre una forte scossa ha attraversato la penisola. In più di 100.000 persone nella Piazza Grande di Bologna - solo la nazionale campione del 2006 ha fatto di più - hanno suonato la carica contro il parlamento dei corrotti e degli impuniti e a favore di un nuovo impegno civile del popolo italiano contro il degrado culturale e sociale del paese natale di Leonardo, Pirandello e Fermi. Il sisma è stato avvertito anche in altre grandi città: Milano, Roma, Torino, Napoli.

Pare che lo sciame sismico abbia anche interessato alcune grandi metropoli mondiali come New York, Sidney, Londra. Peccato che la scossa non sia stata avvertita dalle parti di Saxa Rubra e del Nomentano, dove l’evento del giorno ( i funerali di Pavarotti sono terminati in concomitanza con l’inizio della scossa) è stato artatamente derubricato a notizia da decima pagina, nel migliore dei casi.

Evidentemente, i forti apparati antisismici di cui sono dotati gli studi Rai e Mediaset hanno avuto la meglio anche stavolta sulle scosse telluriche che provengono dal mai sopito mondo della società civile.

Beppe Grillo, il comico del “te la do io l’America e il Brasile”, il fustigatore del malcostume socialista degli anni della Milano da bere, il comico che profetizzò lo scandalo Parmalat e che ha pagato con la defenestrazione dalla tv il coraggio di denunciare e dire la verità, ha diretto magistralmente una manifestazione di piazza che ormai, da tanti anni, non se ne vedevano in Italia. Il suo blog da solo, senza alcun aiuto dei tradizionali mezzi di massa oramai in mano a chi gestisce il potere per motivi personali o di partito, ha raccolto in una sola giornata quello che non sono riusciti a raccogliere, in giorni o mesi, leaders di partito e non e che per anni si sono agitati a sbandierare le ragioni di questo o quel referendum.

Innanzi alle tre proposte di legge popolare: parlamento vietato ai condannati in via definitiva o in primo o secondo grado in attesa di giudizio; limite massimo di due legislature, con effetto retroattivo; preferenza diretta della scelta dei candidati al parlamento, evitando le candidature calate dall’alto delle segreterie dei partiti; si è raccolto un intero popolo che ora può credere in qualcosa di più tangibile e costruttivo che non sia il PDZ, Partito Democratico degli Zombi, o il PDLSF, sigla impronunciabile del solito Partito delle Libertà di Silvio&friends.

Innanzi a tali proposte si sgretolano, rovinosamente, le accuse di populismo e di antipolitica con le quali incautamente i bramini di palazzo hanno voluto etichettare l’evento e il suo ispiratore.

Con queste tre proposte di iniziativa popolare, il comico genovese ha aperto una breccia nel malessere dei milioni di italiani onesti che ogni giorno lavorano e sudano sangue per pagare un affitto, un mutuo, gli studi dei figli, le medicine delle terapie, le bollette. Noi ci auguriamo che questo enorme consenso che si è creato intorno a Grillo non venga vanificato come in altri casi è già avvenuto, fra movimenti referendari e girotondi vari.

Tutti coloro che fanno già politica, sia fuori dal sistema malato dei partiti che chi dall’interno si è svegliato dal grande inganno, rifletta su ciò che sta accadendo e magari contribuisca a dare ulteriore energia per amplificare la portata benefica che si prefigge di diffondere questo nuovo vento di cambiamento.

Se questo significa costruire dal basso un vero partito democratico e di popolo per il bene della collettività, ben venga la comicità di denuncia di Grillo; ben venga il suo populismo e la sua antipolitica, risibili accuse dei politici patinati di partito che non trovano altre argomentazioni per attaccare chi dice la verità e vuol trasmetterla ad un popolo narcotizzato dai programmi sottoculturali della tv di stato e commerciale.

La macchina è quasi perfetta, basterebbe qualche piccolo ritocco, magari con una battaglia appassionata sullo strumento delle primarie, quelle vere! Insostituibile chiave di volta del cambiamento della politica nazionale. Ai politici nostrani che si mordono ancora le mani per il successo di piazza spontaneo, libero che sabato scorso c’è stato a Bologna, e che loro non riuscirebbero nemmeno a sognarselo se non dietro ricatto morale o contentini tipo gita della domenica a Roma, non resta che prendere atto e regolarsi secondo coscienza. Non sarà facile, visti i mistificatori che si aggirano tra i transatlantici della politica.

Caro Casini, lei che degnamente rappresenta la casta intoccabile dei palazzi romani, porti rispetto verso l’impegno civile di Beppe Grillo.

La sua voce è quella di milioni di italiani che non hanno mezzi per gridare la loro rabbia!

Il suo coraggio non è da meno di quello che Marco Biagi ha avuto nell’affrontare una riforma tanto forte, quanto delicata nel mondo del lavoro che gli è costata la vita. Non si può ignorare che oggi quella riforma, però, ha generato una vasta schiera di giovani frustrati e sfruttati, che dopo anni di sacrifici sui libri sono costretti ad accontentarsi, come massima aspirazione, di un lavoro a tempo determinato di 650,00 eur al mese part time, mentre Lei e i suoi colleghi vi cullate tra gli agi e i sollazzi del palazzo.

Non si criticano gli uomini la cui levatura umana e professionale, seppure da diverse angolazioni politiche, va rispettata ma le idee che tali uomini sviluppano, ovvero lasciano. La democrazia è anche questo.

Marco Militerno


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