Italia: "Gomorra"!!!

Forza Destra, Forza Sinistra, Forza "Pd", "Forza Vaticano", "Forza Italia"!!! A furia di "forza", l’Italia è diventata sempre più povera - povera povera, in tutti i sensi!!! Un commento sui dati ISTAT e sulla "salita" in politica di Montezemolo - a cura di pfls

sabato 26 maggio 2007.
 
[...] Certo, la politica è fragile, confusa, e un po’ corrotta, ma la verità è un’altra: l’Italia manca di una presenza autorevole del «pubblico» e delle scelte di politica economica che non possono essere delegate - lo diceva anche Keynes - ai privati. In questo non c’è nostalgia dello statalismo, ma la richiesta di soggetti pubblici - anche istituzionali - che ascoltino e cerchino di soddisfare le necessità di chi non vive, ma sopravvive. Non riducendo l’attenzione a carità pubblica. Per dirla in altro modo, occorre tornare ai diritti. Al diritto alla casa, alla salute, al lavoro, a salari e redditi adeguati anche per chi perde il lavoro. Sarebbe un modo per capire se la politica ha ancora un futuro [...]

La povertà della nazione

di Guglielmo Ragozzino (il manifesto, 24 maggio 2007)

Proprio alla vigilia dell’assemblea di Confindustria, sono arrivate, con il rapporto dell’Istat-Istituto nazionale di statistica, le cifre sullo stato di salute dell’Italia e sulla distribuzione dei redditi. Il confronto non potrebbe essere più aspro. Gli industriali, oggi, il loro giorno verificheranno la ricchezza della nazione e se ne attribuiranno i meriti. Ieri al contrario è emersa con nettezza la povertà della nazione: come se fosse Alfred Marshall a parlare, e non Adamo Smith.

La povertà della nazione ha colpito perfino l’attenzione del vescovo Angelo Bagnasco, il presidente della Cei. La cattiva distribuzione del reddito è in aumento in Italia, quale che sia il governo. Non sono soltanto le persone rimaste indietro nella scala sociale a soffrirne, in famiglia o prese una per una. E’ un fenomeno di massa che coinvolge milioni e milioni di persone: «il 28,9 per cento delle famiglie ha... specificato di non aver potuto far fronte a una spesa imprevista di importo relativamente modesto (600 euro)». Così l’Istat, anche se non è facile dimenticare che un quarto dei pensionati riceve meno di 500 euro mensili e il 31 per cento tra 500 e 1.000 euro. Per tutti, 600 euro sono una somma importante. Per i primi, anziché di un «importo relativamente modesto», si tratta di una somma irraggiungibile, il risultato di un terno al lotto. Ed è un avverbio relativamente che suggerisce molte riflessioni sulla distribuzione dei redditi nel nostro paese e sulla percezione che se ne ha, perfino in un ambiente attento e colto come quello dell’Istat.

Sono dati che vengono discussi all’interno, nel manifesto; qui vogliamo aggiungere solo un altro paio di notazioni sui redditi: sui ricchi e sui poveri del nostro paese; anche se sarà «nostro» a pieno titolo solo per alcuni; e «loro» per tutti gli altri. «Le famiglie appartenenti al 20 per cento più povero della distribuzione percepiscono soltanto il 7,8 per cento del reddito totale, mentre la quota del quinto più ricco risulta cinque volte maggiore (39,1 per cento)». E poi: nel Nord-est una persona con disabilità riceve un sostegno che grava sul pubblico - stato, comune - per 4.182 euro in media. La media per lo stesso sostegno nel sud è di 448 euro.

Ma torniamo al 20 per cento delle famiglie più ricche, quelle che godono di redditi doppi di tutto l’insieme delle famiglie; e redditi cinque volte maggiori di quelli del 20 per cento delle famiglie meno provviste. Anche all’interno del campo dei ricchi vi sono notevoli differenze; anzi, vi sono di solito barriere tra chi guadagna un milione e chi solo centomila. Alcuni partiti hanno tentato in passato, senza successo, di organizzare i secondi contro i primi. Adesso, se accettassero, tutti gli industriali andrebbero bene, per il nuovo partito che nasce.

Oggi, in Confindustria, luogo assai democratico, le barriere saranno abbassate. Tutti in coro gli industriali, guidati dai più ricchi di loro, chiederanno ai ministri, presenti in massa, notizie sul cuneo fiscale. I ministri, rassegnati, prometteranno . Qualcuno, nel «nostro» paese, parlerà ancora di come ridurre il cuneo sociale?


La politica del Presidente

di Galapagos (il manifesto, 25 maggio 2007)

Stefano ha una storia normale: 36 anni, un lavoro a tempo indeterminato, guadagna - da contratto - appena 900 euro al mese. Vive nella periferia romana con il padre. Vorrebbe una sua casa, una sua famiglia. Ma con 900 euro al mese non è possibile. Per cercare di rompere l’accerchiamento della non-vita, Stefano sta pensando a un doppio lavoro. Magari in nero per portare a casa e per la casa un po’ più di soldi. Ma Stefano non è una eccezione. La sua «normalità» chiama in causa quello che tutti ormai chiamano «crisi di credibilità della politica».

Stefano è una vittima della globalizzazione, che ha spinto i capitalismi a ricreare una sorta di «esercito di riserva» composto dai precari che debbono accettare una retribuzione inadeguata a vivere: il mercato non offre altro. E anche questo chiama in causa l’inefficacia della politica.

Ieri Montezemolo ne ha offerto la sua versione accusando la politica di essere inadeguata ai compiti della globalizzazione. Montezemolo è passato sopra ai dati sulla competitività dell’industria italiana, diffusi 24 ore prima dall’Istat, che mettono sotto accusa le aziende, la loro assenza in settori produttivi fondamentali, il loro modo di investire che privilegia il processo, anziché il prodotto. Insomma, molte industrie dovrebbero piangere per le loro colpe.

Montezemolo si è proposto profeta di una «nuova» politica, risolutiva di tutte le crisi di rappresentanza. Con domande retoriche ha spiegato alla platea che non esistono più confini tra destra e sinistra. L’ideologia è morta, insomma, e va sostituita con un modello buonista e efficiente dove stato e governo debbono essere funzionali all’impresa. L’equità, sulla base di questo ragionamento, è l’ultima delle preocupazioni.

L’accusa di Montezemolo alla politica ha solo l’obiettivo di far cadere su altri le responsabilità. Però nel ragionamento del presidente degli industriali esistono elementi che non possono essere trascurati. Insomma, è vero che lo stato e i partiti sono carenti, ma lo sono non nell’ottica di Montezemolo che farebbe a meno dello stato per delegare tutto (tutto ciò che non costa) alle imprese e favorire così i processi di globalizzazione. La Confindustria di Montezemolo mira a farsi stato e governo: a imporre le proprie idee sui processi non solo di produzione, ma sulla stesa democrazia.

Certo, la politica è fragile, confusa, e un po’ corrotta, ma la verità è un’altra: l’Italia manca di una presenza autorevole del «pubblico» e delle scelte di politica economica che non possono essere delegate - lo diceva anche Keynes - ai privati. In questo non c’è nostalgia dello statalismo, ma la richiesta di soggetti pubblici - anche istituzionali - che ascoltino e cerchino di soddisfare le necessità di chi non vive, ma sopravvive. Non riducendo l’attenzione a carità pubblica. Per dirla in altro modo, occorre tornare ai diritti. Al diritto alla casa, alla salute, al lavoro, a salari e redditi adeguati anche per chi perde il lavoro. Sarebbe un modo per capire se la politica ha ancora un futuro.


Una nota del 2005

PER UNA CAMPAGNA DI VERITA’ - VIVA L’ITALIA !!!

Della casa dei nostri padri e delle nostre madri hanno fatto una spelonca di ladri!!!

di Federico La Sala *

Chi governa oggi la Chiesa Cattolica e chi governa oggi l’Italia, alleati, stanno mettendo sempre più chiaramente in evidenza il senso della catastrofe verso cui ci avviamo e ci stanno portando, sia sul piano della ‘gestione’ del messaggio evangelico sia della ‘gestione’ del messaggio costituzionale della repubblica italiana. La gerarchia della Chiesa Cattolica sta sempre più facendosi scudo e “partito” della cattolicità (- dell’universalità) della sua stessa ragione di essere e chi oggi governa l’Italia sta sempre e ancor più facendo scudo e “partito” dell’Italia.... e, insieme, stanno portando tutta la comunità della Chiesa e tutta la società dello Stato ad una catastrofe senza più ritorno!!! La volontà e l’abuso del loro potere sta continuando sempre più a devastare coscienze e società - civile e religiosa, e non solo le chiese sono diventate addirittura cimiteri di banditi e mafiosi ma anche il parlamento (quasi e ormai) un covo di ladri!!! Il partito di “forza Chiesa” e il partito “forza Italia”.... contro tutti e tutte!!! Ma dov’è la Chiesa e dove l’Italia? E chi lo sa?! Per il momento .... i capi dei due “partiti” gozzovigliano e si divertono alla grande, nella Casa dei nostri padri e delle nostre madri !!! Meno male che, al di sopra di tutto, brilla la luce del Quirinale, del nostro Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi. VIVA LA COSTITUZIONE !!! VIVA L’ITALIA !!!

* IL DIALOGO, Lunedì, 26 settembre 2005


-  IL "RISULTATO": UNA PENISOLA AVVELENATA E DEVASTATA - IN TUTTI I SENSI!!!


Sul tema, nel sito, si cfr. anche:

-  CRISTIANESIMO, CATTOLICESIMO E BERLUSCONISMO. Don Paolo Farinella, prete di Genova, scrive all’Arcivescovo di Genova e al Presidente della CEI, Mons. Bagnasco. Nessuna risposta, né dall’Uomo né dall’Arcivescovo né dal Presidente della CEI. Che dire?! Chi tace ... "acconsente"!!!

-  SPACCARE L’ITALIA. Dopo "W o ITALY" (Wojtyla), SENZA PIU’ FRENI, IL "BERLUSCONISMO" IN VATICANO!!! Cristianesimo, Gerarchia della Chiesa cattolica, e Costituzione della Repubblica. Il problema non è la Chiesa, la comunità dei fedeli. Il problema è una gerarchia ecclesiastica incapace di guardare con umanità ai problemi di una società in trasformazione. Un "commento" di Marco Politi

-  "UCCIDETE LA DEMOCRAZIA", ELEZIONI, E "MISTERO" delle SCHEDE BIANCHE?! LA "NOTTE" DEL "BROGLIO DEI BROGLI" E’ "SCESA" QUANDO E’ STATO (ED E’ ANCORA !!!) "PERMESSO" A "UNA PERSONA" E A "UN PARTITO" L’ABUSO DELLA “PAROLA”: Che "Forza"!!! "For SHAME"!!! Istituzioni e cittadini, tutte e tutti - sonnambuli e conniventi ?!! LUNGA VITA ALL’ITALIA!!!


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