Una catastrofe sociale e culturale senza fine ... "Pietà per il mondo, venga il nuovo sapere"(M. Serres, Distacco, 1986).

IL CASO DI RIGNANO FLAMINIO. I BAMBINI DELLA SCUOLA MATERNA DROGATI DALLE MAESTRE E LA NUOVA PEDOFILIA. Una legge da cambiare e una rete estesa all’intera Italia da smantellare. Un articolo e una riflessione denuncia di Flavia Amabile - a cura di pfls

mercoledì 25 aprile 2007.
 

I bambini dell’asilo drogati dalle maestre

Roma, sei in carcere. C’è anche un autore di "Buona domenica"

di FLAVIA AMABILE *

ROMA. I carabinieri sono arrivati alle sette di ieri mattina e li hanno arrestati: tre maestre di una scuola materna di Rignano Flaminio, paese a una ventina di minuti a Nord di Roma, una bidella della stessa scuola, un autore di programmi tv per ragazzi e un benzinaio cingalese. L’accusa è di quelle che non si dimenticano: tutti e sei avrebbero partecipato - con ruoli diversi - a una serie di abusi commessi su almeno una quindicina di bambini, numero che lievita notevolmente secondo altre denunce: c’è chi racconta di casi relativi anche al 2001. Durante le ore di lezione a volte la maestra li ha fatti uscire da scuola, raccontano i bimbi. Via su «una macchina rossa o nera lunga» fino a una «grande casa bianca». Lì c’era «un uomo nero e un televisore che trasmetteva i volti di tutti», anche se «alcune persone grandi avevano delle maschere». La casa sarebbe di una delle maestre, precisano gli inquirenti. Lì si svolgevano festini e giochi erotici. Spesso i bimbi venivano narcotizzati con psicofarmaci e tranquillanti.

Il cingalese e alcune maestre partecipavano ai giochi. Qualcuno filmava le scene. Destinatari: i vari siti di pedopornografia della rete. Al termine delle riprese, i i bambini venivano riaccompagnati a scuola. Il meccanismo sarebbe andato avanti senza troppi problemi fino allo scorso luglio quando alcuni genitori si insospettiscono. I loro figli manifestano strani turbamenti: disegnano croci, gente mascherata, organi genitali. Piangono senza motivo, hanno dolori agli organi genitali, lividi, escoriazioni. Parlano di un «Gesù buono e un Gesù cattivo». Cinque famiglie decidono di far partire le denunce. Nulla accade fino al 12 ottobre quando arrivano i carabinieri, con un blitz che mette sotto sopra le classi. Una perquisizione in piena regola, due maestre e una bidella portate in caserma e interrogate per cinque ore, la casa di una delle maestre - poco lontana dalla scuola - perquisita da capo a fondo.

Da quel momento niente è più come prima. Il sindaco stabilisce che il paese è un’area a rischio e per la scuola vengono decise misure di sicurezza straordinarie. Arrivano telecamere, nuove serrature. «La scuola si trasforma in un bunker - racconta una mamma - da allora la preside ha emesso circa quaranta circolari di divieto, dal divieto per i bambini di uscire in giardino a quello per i genitori di accompagnarli all’interno della scuola». E la scuola si svuota, il paese si spacca. Le mamme creano un comitato che ormai comprende novanta genitori, l’Agerif, che va avanti nella lotta. «In questi mesi abbiamo spedito 120 e-mail, per non parlare delle raccomandate e delle telefonate fatte a tutte le istituzioni, dal ministero in giù», elenca il coordinatore delle ricerche dell’associazione. A loro favore arrivano anche due perizie mediche che accertano gli abusi sui bambini. E poi i racconti dei bimbi .

Gli accusati e la scuola fanno muro. E’ anche comprensibile. Una delle maestre finite in carcere si chiama Silvana Magalotti. Per tutto il paese è «la maestra Silvana». «Insegna nella scuola da quando aveva 19-20 anni - racconta la cognata, dal negozio di abbigliamento per bambini della famiglia - ora ne ha 52, fate un po’ voi i conti. Ha cresciuto generazioni di persone. Ma vi sembra possibile che abbia fatto qualcosa di simile ora che era vicina alla pensione? E’ una donna con due figli, che il pomeriggio insegna catechesi ai ragazzi, oppure organizza gite a teatro o a Gardaland per chi non può permettersi il costo del viaggio da solo». La seconda maestra arrestata si chiama Patrizia Del Meglio. «E’ da vent’anni maestra di scuola mentre il marito, Gianfranco Scancarello (anche lui finito in manette, n.d.r.) è un apprezzato autore di testi televisivi, hanno quattro figli e la loro unione è solida - hanno osservato i difensori della coppia Franco Coppi e Roberto Borgogno - È assurdo sospettarli di abusi che non hanno sicuramente commesso». Scancarello scriveva testi per Buona domenica, il contenitore di Canale 5 condotta da Paolo Perego, e per Sat 2000, la tv dei vescovi.

* La Stampa, 25/4/2007 (7:25)



ALCUNE RIFLESSIONI SULLA NUOVA PEDOFILIA

Quando l’orco è nella scuola

Una legge da cambiare e una rete estesa all’intera Italia da smantellare

di FLAVIA AMABILE *

Oltre all’orrore, quando ci si trova di fronte a casi come questo della scuola materna di Rignano Flamino, bisogna fermarsi a riflettere. La vicenda andava avanti da ottobre, è trascorso un intero anno scolastico prima di arrivare ai provvedimenti di ieri. La giustizia ha i suoi tempi e ancora nessuno può dire se le maestre abbiano realmente portato via i bambini dall’asilo per portarli nella casa degli orrori. Non so però se sia giusto che una vicenda si trascini così a lungo, non so se sia opportuno che una scuola materna si trasformi in un bunker dove ai genitori era proibito persino accompagnare i loro figli all’interno dell’istituto. Anna Serafini, senatrice ds da sempore vicina ai problemi del’infanzia, ha chiesto una modifica della legge: in casi gravi come quello di Rignano la sospensione cautelativa deve essere obbligatoria. La vita scolastica deve continuare nella normalità in attesa che la giustizia faccia il proprio corso. Penso che questo sia un dovere nei confronti dei bambini.

C’è una seconda riflessione da fare e ho chiesto un aiuto a Massimiliano Frassi presidente di Prometeo, l’associazione che da anni lotta contro la pedofilia (andate a dare uno sguardo al suo blog). Massimiliano sostiene che la vicenda di Rignano è legata a una rete nazionale di pedofili che da Nord si sta estendendo al sud. Mi ha citato casi molto simili di pedofilia da Brescia a Vallo della Lucania in provincia di Salerno. La rete prende di mira le scuole materne dove c’è abbondanza di bambini troppo piccoli per essere creduti quando raccontano di e strani filmati. Si serve di donne insospettabili, le maestre, che conducono i bimbi in case vicine agli istituti dove si svolgono le violenze. Il tutto viene filmato e spedito in rete su siti che vivono per poche ore in modo da non essere mai più trovati quando scatteranno le indagini. Un piano finora abbastanza infallibile e dai guadagni sicuri. Ogni giorno un sito di pornopedofilia permette un ricavo di 90 mila euro.

* La Stampa, 25/4/2007


Sul tema, nel sito, si cfr.:

-  TEOLOGIE E PEDAGOGIE SENZA GRAZIA ("DEUS CHARITAS EST": 1 Gv., 4.8). Mentre si scrivono tante belle parole sull’amore, ci si rifiuta di vedere come la capacità di amare venga distrutta quando si è ancora bambini.
-  A DIFESA DELL’INFANZIA E CONTRO UNA PEDAGOGIA PREISTORICA, L’ACCUSA DI ALICE MILLER. LE AUTORITA’ SPIRITUALI DEL NOSTRO TEMPO SONO SORDE E CIECHE. Un brano dal suo nuovo saggio «Riprendersi la vita»


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