Sulle pensioni: ’’Non pensiamo a disincentivi’’
Prodi: ’’Il 2007 sarà l’anno della svolta’’
Il premier durante la conferenza stampa di fine anno: ’’Crescita, equità e giustizia sono i grandi obiettivi del Governo’’
Roma, 28 dic. (Adnkronos/Ign) - Romano Prodi incontra i giornalisti per la conferenza stampa di fine anno e tira le somme dell’attività di governo nel 2006. Il premier ha toccato i temi caldi del dibattito politico, dalla Finanziaria alla legge elettorale, dall’eutanasia all’impegno in Afghanistan, dalle pensioni alla tenuta della maggioranza, tracciando le linee d’azione per il 2007 che, assicura, sarà ’’l’anno della svolta’’.
Il disegno delineato da Prodi è quello ’’di un’Italia più giusta, più dinamica e più forte ma che va colorato con tre qualità fondamentali: coraggio, coesione e giustizia. Qualità di cui tutti devono dare prova sia la maggioranza che le opposizioni’’. Ma accanto all’impegno comune dei Poli, serve anche ’’un impegno forte di tutti i cittadini, perché se la società italiana è uno specchio rotto, tocca a noi tutti ricomporla’’.
I ’’grandi obiettivi di questo governo’’, ha spiegato sono crescita, equità e giustizia sociale. ’’Nonostante i segnali positivi - ha evidenziato il premier - non è ancora ripreso il senso di fiducia nel futuro, un senso di fiducia necessario perché il Paese possa crescere e trasformarsi’’. ’’Siamo infatti di fronte a un malessere - ha aggiunto - con radici profonde, perché da troppo tempo siamo abituati ad arretrare continuamente nelle classifiche della politica e dell’economia internazionali’’. ’’Eppure avverto con chiarezza - ha segnalato - i segnali confortanti di un’uscita da quello che per anni è apparso un clima di rassegnazione e di declino. Non ho mai usato con leggerezza la parola declino, ma è innegabile che il governo precedente non è stato in grado di contrastare una lunga parabola decrescente dell’Italia’’.
E la Finanziaria 2007 ’’è solo un primo passo’’ dell’azione di governo nel campo della politica economica. La Manovra, ha spiegato, ’’nonostante sia stata caricata di molte attese, non esaurisce il compito del governo. Ha posto le premesse per una politica sana anche se restano problemi strutturali da affrontare. Il 2007 sarà l’anno della svolta’’.
Il presidente del Consiglio ha poi voluto precisare che con la legge di bilancio ’’non solo non aumentano le imposte, anzi diminuiscono di 500 milioni di euro’’. ’’Abbiamo restituito all’impresa e al lavoro - ha aggiunto il premier - la centralità dovuta, modificando le regole fiscali finora a vantaggio della rendita. Non ci possono essere più aree che si sostengono attraverso l’evasione fiscale e contribuitiva. Solo riducendo questa evasione possiamo migliorare il nostro livello di benessere e ridurre il peso fiscale dei cittadini onesti che è molto gravoso’’.
Però, ha precisato, ’’non è che quello che arriva dalla lotta evasione fiscale vada a un capitolo preciso’’. Insomma, ’’prima di prendere decisioni sulla destinazione bisogna esaminare stabilità degli introiti. Una volta verificata sarà una decisione del governo destinare le maggiori entrate alla riduzione della pressione fiscale e ad obiettivi di sviluppo che sono condizioni indispensabili per poter riorganizzare il Paese’’. Il premier, nel corso del suo intervento non ha neanche escluso che parte del maggiore gettito potrà ’’essere destinato agli ammortizzatori sociali’’.
Sempre a proposito di Finanziaria, l’esecutivo sta lavorando ad un progetto di riforma della legge di bilancio che sarà presentato con ogni probabilità a gennaio.
Rispondendo poi ad una domanda sulla cosiddetta ’fase 2’, Prodi ha evidenziato che ’’c’è una continuità assoluta’’ tra quanto fatto in questi primi sette mesi di governo e l’azione futura dell’esecutivo. Il termine fase due ’’io non lo uso’’, ha sottolineato.
Tra gli impegni ’’prioritari’’ quello di semplificare le procedure burocratiche. Insomma, ’’ puntiamo ad aprire un’impresa in un giorno’’. Mentre la riforma delle professioni, quella dei servizi pubblici locali, i primi provvedimenti di politica energetica, la class action, la riforma del trasporto aereo, saranno gli argomenti ’’del seminario di Caserta dell’11 e 12 gennaio prossimi’’.
La riforma delle pensioni, invece, è già stata fatta, ora servono solo affinamenti, che verranno decisi con l’accordo della maggioranza e attraverso il dialogo con sindacati e parti sociali. Quindi basta con ’’artificiali drammatizzazioni’’ e con i ’’balletti’’ di ipotesi presentate come decisioni già prese. Entrando nel merito della riforma il premier ha parlato di incentivi per chi resta al lavoro, perché ’’se uno non ha la convenienza a rimanere nel mercato del lavoro ne esce’’. Il premier invece ha escluso l’ipotesi di disincentivi: ’’Se abbiamo come obiettivo che qualcuno rimanga nel mercato del lavoro daremo incentivi a chi rimane’’.
Dal nostro governo, poi, viene ’’una voce ferma in difesa della pace’’. Il presidente del Consiglio ha sottolineato come con l’attuale esecutivo, l’Italia abbia riacquistato ’’un ruolo di primo piano nella scena internazionale’’. Prodi elenca tra i risultati raggiunti in politica estera la nomina, ’’con una maggioranza senza precedenti’’, dell’Italia nel consiglio di Sicurezza dell’Onu, il rispetto dell’impegno sul ritiro delle truppe dall’Iraq ed infine la ’’difesa della pace’’ in Libano.
Il Professore non ha mancato di sottolineare la tenuta della coalizione: ’’La nostra maggioranza al Senato funziona e vota compatta’’.
Parlando del Partito democratico, il premier ha sottolineato che serve ’’per dare stabilità all’Italia perché finché ci saranno leggi elettorali che polverizzano la maggioranza, non ci possono essere prospettive di lungo periodo’’. E a proposito di legge elettorale, il Professore ritiene vada cambiata con l’accordo tra maggioranza e opposizioni. Quanto al referendum, ’’forse ci illudiamo di risolvere troppe cose con il referendum, può essere strumentale ed utile per spingere all’approvazione di una nuova legge elettorale’’. Sul merito della riforma, ’’il sistema elettorale - ha spiegato il premier - non deve fotografare il Paese, ma renderlo governabile’’. In questo senso ’’ci sono due grandi sistemi della democrazia moderna che ottengono l’obiettivo: il sistema tedesco e francese’’.
Sulla scia del caso Welby, durante la conferenza stampa si parla anche di eutanasia. ’’Sono contrario all’eutanasia e all’accanimento’’, ha precisato Prodi senza entrare ’’nel merito delle decisioni dell’autorità ecclesiastica’’ sul rifiuto della Chiesa ai funerali religiosi per il co-presidente dell’Associazione Coscioni. Ma aggiunge: ’’Credo però molto nella grandezza della misericordia di Dio’’.
Sulla regolamentazione delle coppie di fatto, ha aggiunto, ’’abbiamo elaborato, con difficoltà ma con decisione unitaria, un programma dell’Unione per il riconoscimento dei diritti civili ai conviventi’’.
Rispondendo ad una domanda sul voto per il rifinanziamento della missione in Afghanistan, Prodi ha detto di non vedere ’’particolari difficoltà rispetto al passato’’. Con quali argomenti convincere la sinistra radicale? ’’Con gli stessi con cui abbiamo già fatto in passato’’, ha detto.
Prodi ha dato il suo ok alla possibilità di intitolare una via a Bettino Craxi. ’’Sarebbe giusto’’, ha detto il premier aggiungendo che ’’è abbastanza noto quanti scontri ho avuto con Bettino Craxi, ma se dedicassero, ad esempio a Sigonella, una via a Craxi credo che sarebbe giusto’’.
Prodi ha ricordato anche la vertenza per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro dei giornalisti. ’’Ritengo prioritario e urgente che le parti si ritrovino ad un tavolo di trattative per arrivare finalmente ad una soluzione positiva - ha detto -. Lo dico perché in questa controversia non è in gioco solo il vostro futuro, ma il futuro dell’intero sistema di informazione in Italia’’.
*Adnkronos, 28.12.2006
I sindacati: "Prodi ci ha tolto un peso"
Prodi ha tranquillizzato i sindacati "Finalmente sarà possibile discutere eventuali interventi correttivi"
di MARIA GRAZIA BRUZZONE (La Stampa, 29.12.2006)
ROMA. Le parole di Romano Prodi sulle pensioni pronunciate nella conferenza stampa di fine anno smorzano la tensione fra governo e sindacati, appoggiati dalla sinistra radicale. Il presidente del Consiglio, nell’elencare i prossimi obiettivi del governo, non aveva nemmeno sfiorato il tema. Poi, incalzato dalle domande dei cronisti, «non pensiamo a disincentivi», ha assicurato, sottolineando la volontà di «tranquillizzare gli italiani» perché una riforma corposa delle pensioni è già stata fatta dai governi Amato, Dini, e dal suo primo governo. Certo, ha aggiunto, occorre «offrire garanzie ai più deboli e garantire ai giovani la sostenibilità del sistema» e anche «agevolare il lavoratori anziani con forme di lavoro volontarie e flessibili». Ma la cosa importante è evitare «artificiali strumentalizzazioni» e «balletti di ipotesi presentate come decisioni».
Una di tali ipotesi era proprio l’introduzione di disincentivi per chi non vuole andare in pensione a 60 anni come prevede la riforma Maroni-Tremonti del 2004. Un’idea che, rimbalzata sui media nei giorni scorsi, aveva creato allarme nei sindacati confederali, tanto da spingere il segretario della Cisl Raffaele Bonanni ad agitare il fantasma di uno sciopero generale. A mettere le mani avanti auspicando piuttosto incentivi per chi resta a lavorare oltre 57 anni era stato anche il ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero (Prc) in un’intervista televisiva andata in onda ieri mattina. Entrambi si dicono soddisfatti da Prodi. «E’ un bene per il paese che il presidente del Consiglio abbia smentito l’ipotesi di disincentivare l’uscita dal lavoro appena maturati i requisiti per la pensione. E’ una questione fondamentale per poter discutere di eventuali interventi correttivi, a partire dalla rivalutazione delle pensioni», osserva Bonanni. «Esprimo tutto il mio apprezzamento per quanto affermato dal presidente del Consiglio, in particolare sul no esplicito ai disincentivi» gli fa eco Ferrero. A congratularsi è anche il capogruppo del Prc alla Camera Gennaro Migliore che giudica le parole di Prodi «un buon punto di partenza in vista della trattativa con le parti sociali e del vertice di Caserta dell’11 e 12 gennaio». Mentre il segretario del Pdci Diliberto, pur apprezzando, ricorda l’impegno preso di eliminare lo scalone maroniano.
A dare atto a Prodi di «aver tranquilizzato sul percorso e smentito la ridda di voci sui disincentivi» è anche la Cgil, per bocca di Morena Piccinini, segretaria confederale. Piccinini trova però «preoccupante» l’accenno fatto dal premier all’«l’invecchiamento della popolazione dal quale non si può prescindere». «E’ vero, è un tema dal quale non si può prescindere» ammette la rappresentante della Cgil che però, paventando una revisione dei coefficienti, avvisa: «Non accetteremo mai lo scambio con il ripristino dell’anzianità pagato dai lavoratori più giovani». E a giudicare «condivisibili» le dichiarazioni di Prodi è pure il segretario della Uil Luigi Angeletti, oltre all’Ugl. Perplessi sono invece le ali più liberiste dell’Unione, come la Rosa nel Pugno. Quanto a Confindustria, il direttore generale Maurizio Beretta rilancia l’invito ad «un patto per la produttività tra governo, imprese e lavoratori», auspicato più volte dal presidente Montezemolo, e punta al confronto con il governo a partire proprio dal tema delle pensioni, sul quale Confindustria «non ha una proposta», è aperta al confronto, ma indica «un punto fermo: qualunque riforma non può comportare appesantimenti della finanza pubblica».