Cucina cinese? No grazie, preferisco vivere. La cucina cinese è una vera porcheria, almeno quella che viene proposta in Italia dai vari ristoratori cinesi. Non parlo soltanto della risaputa scarsissima igiene che regna nella quasi totalità dei ristoranti, tranne alcune eccezioni il lavoranti non rispettano la minima regola d’igiene e sovente vi sono parassiti, scarafoni e topolini che si rincorrono felici e indisturbati tra i piedi di cucinieri e cuciniere sdentanti e maleodoranti. La cucina di questo tipo, oltre ad essere fritta e rifritta in olio stantio, contiene quantità industriali di glutammato di sodio, un esaltatore di sapidità, di gusto, che poco per volta distrugge le viscere dei consumatori abituali. E’ vero, costa un po’ di meno, ma ne vale la pena? Io ci penserei due volte prima di portare i miei bambini a mangiare cibo cinese. Lasciamo il discorso dei loro gelati fritti e del riso conservato in frigorifero per intere settimane e passiamo al discorso sui recenti fatti di Milano che hanno risvegliato in me il naturale fastidio che provo per quelle persone, tra cui molti cinesi, che pensano esclusivamente a far soldi e commercio senza curarsi minimamente di qualsiasi regola. La paura del mondo arabo ci ha distratti dalla vera calamità dell’occidente, la Cina, che, poco per volta, si spartirà il resto del mondo. Non dovrebbero esistere delle China Town italiane, questa non è una succursale della Cina e non vedo perché debbano commerciare, spesso illegalmente, sul territorio italiano arrogandosi il diritto di contestare la nostra legge. Avete mai visto un lavoratore non cinese all’interno dei negozi e dei ristoranti da loro gestiti? C’è addirittura chi sostiene che i morti li facciano sparire per evitare di spendere soldi per i funerali e per riutilizzare i documenti, ma, per non generalizzare, vorrei dire che la maggior parte dei cinesi che vivono in Italia non si fermano di fronte a nulla pur di far soldi. Credo che non si debba accettare tutto questo e che occorra tenere alta la guardia.
Cosmo de La Fuente
Cinesi: hai ragione. Puzzano, non si lavano, sputano di continuo e mangiano rumorosamente! Vivo e lavoro negli States da anni e sono a contatto continuamente con gente di tutte le razze e colori... ma i cinesi (compresa la mia collega)... sono incredibilmente animaleschi! ...e scusate se è poco
http://lamerotanti.com/?p=187
Forse sarò di parte perchè mio zio fa parte della Guardia di finanza e posso testimoniare che lavora eccome. Quello che vorrei sottolineare è che per mia esperienza è proprio vero che i cinesi sono veramente una razza strana. Io non sono affatto razzista, sono fidanzato con una ragazza rumena e ho amici marocchini ed egiziani, ma i cinesi sono veramente poco affidabili e non mi piacciono per niente e poi scusate se lo dico, quando ti avvicini a loro puzzano terribilmente. Nel sito di bombacoifiocchi c’è chi la pensa come me. http://bombacoifiocchi.spaces.live.com/
Piergiorgio (Milano)
Milano, scritte fasciste a Chinatown *
Croci celtiche, scritte razziste e decine di manifesti contro la presenza dei cinesi nel quartiere di Chinatown, con la sigla di Forza Nuova, sono apparsi questa notte nella zona di via Paolo Sarpi: lo ha reso noto, con un comunicato, il centro sociale Cantiere, documentando con una galleria fotografica la notizia.
L’episodio è stato confermato dalla Questura, che ha incaricato la Digos di svolgere accertamenti. Le scritte sono apparse in particolare in via Montello e verso la fine di via Paolo Sarpi, verso l’Arena. «Cinesi a casa» e «No immigrazione» portano la firma di FN e anche, in un caso, del Fronte della Gioventù.
Secondo quanto si vede nelle foto scattate dai giovani del centro sociale, inoltre, alcuni palazzi sono stati tappezzati da manifesti, sempre siglati Forza Nuova, su cui campeggia la scritta "Embargo contro tutti i Prodotti Cinesi". Tra essi anche delle pseudo-locandine, su cui risalta una sorta di numero verde "salva-italiani" lanciato dallo slogan «lo Stato non ti ascolta ti ascoltiamo noi».
I manifesti e le scritte, secondo la Digos, sarebbero frutto di un blitz notturno. La polizia non esclude collegamenti con la presenza, a Milano, di decine e decine di militanti dell’estrema destra che si sono riuniti in presidio davanti al centro sociale "cuore nero", devastato da un’esplosione prima della sua inaugurazione.
Intanto, sono arrivati a Milano i corrispondenti di alcune testate giornalistiche cinesi quali il "Quotidiano del popolo", il quotidiano "Guangming Ribao", di "China Radio International" e dell’agenzia di stampa "Nuova Cina". Il che servirà alla stampa cinese per toccare con mano la situazione che si è venuta a creare nella cosiddetta Chinatown di Milano, in via Paolo Sarpi, e per incontrare i responsabili delle istituzioni locali, oltre al console cinese. Commenta il presidente della Provincia Filippo Penati: «Il problema si è scatenato dal fatto che prima si è lasciato correre e poi si è cambiato registro di colpo», osserva Penati, «tuttavia, il fatto che lì sventolino bandiere della Repubblica Popolare Cinese è sintomo che c’è l’orgoglio di essere un pezzo dell’economia globale cinese». Insomma, secondo Penati, si tratterebbe di «un fattore di sviluppo».
* l’Unità, Pubblicato il: 14.04.07, Modificato il: 14.04.07 alle ore 16.04