Miracolo ... a Bagdad !!!

IRAQ. UN "REALITY SHOW" PER LA PACE. «Beit Beut» («Playing house»). 12 PARTECIPANTI , DUE SQUADRE. Un gruppo di sciti, sunniti, curdi e cristiani vivono insieme, sotto lo stesso tetto.

domenica 29 ottobre 2006.
 

Devono superare prove come trasportare carichi o costruire fienili

«Beit beut», il reality conquista gli iracheni

La sfida: un gruppo di sciti, sunniti, curdi e cristiani vivono sotto lo stesso tetto e competono tra loro in modo amichevole e sincero *

BAGDAD - Per chi lo guarda da fuori può sembrare solo un format alternativo, una fusione dei due reality show, «Il grande Fratello» e «Survivor» più famosi del mondo. Ma in realtà è un programma che supera i confini catodici e accende una speranza in chi desidera che la tragedia irachena prima o poi possa avere una fine. Il reality si chiama «Beit Beut» («Playing house») e la notizia incredibile è che è girato in Iraq e i protagonisti sono tutti iracheni: i giovani si affrontano in competizioni in modo leale e sincero, vivendo in pace e armonia nella stessa casa.

GUERRA CIVILE - Può un reality show salvare una nazione? Sembra una domanda banale, ma l’alto gradimento ottenuto dallo show sembra dare ragione ai proprietari di Al-Sharqiya, il network che trasmette il reality. In una nazione sconvolta dalla guerra civile è incredibile vedere sciti, sunniti, curdi e cristiani vivere sotto lo stesso tetto e competere tra loro in modo amichevole e sincero. Il programma trasmesso in prima serata tutti i weekend invia un chiaro messaggio attraverso i partecipanti dello show che sono originari di regioni e città etnicamente diverse come Bagdad, Kirkuk, Hillah e Diyala: «Uniti noi resistiamo, divisi noi crolliamo». I protagonisti devono superare difficili prove come trasportare pesanti carichi in un fiume o costruire fienili: tutte le prove sono fatte assieme per dimostrare che la solidarietà paga. Inoltre i giovani vivono 24 ore su 24 sotto i riflettori in una casa fatta su misura.

PARTECIPANTI - I dodici partecipanti sono divisi in due squadre che ogni settimana si sfidano in diverse prove. La squadra perdente alla fine della prova nominerà due persone che si trovano nella propria squadra e il pubblico da casa deciderà chi vorrà escludere. Alla fine rimarrà un solo concorrente che vincerà 3.000 dollari, una somma molto alta nell’Iraq di oggi. Le riprese sono effettuate in una delle regioni controllate dai Curdi, tra le splendide colline di Sulaymaniya, nel nord del paese. Sarebbe stato troppo pericoloso girare il progamma a Bagdad.

SOLIDARIETA’ - «Quando ci hanno selezionati, gli autori non hanno considerato la nostra identità o la nostra religione» afferma il ventiseienne Jareer Abdullah Moulla, un barbiere scita che è appena uscito dal gioco. «E’ vero che veniamo da luoghi diversi con culture diverse. Ma nonostante ciò abbiamo scoperto che ci piace stare assieme. Noi abbiamo vissuto l’uno affianco all’altro, preoccupandoci dei nostri problemi». Un’altro partecipante, Samer Jabber Mohammed, di origini sunniti spera che il format dia una mano a chi nel suo paese desidera la pace: «Possiamo vivere assieme, dobbiamo farlo per noi stessi».

Francesco Tortora (ha collaborato Farid Adly) 28 ottobre 2006

* http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2006/10_Ottobre/28/reality.shtml


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