Da Hamas primo riconoscimento di Israele tra annunci e precisazion. Offensiva nella notte: i tank entrano a Gaza Raid aerei per il soldato rapito. Il governo di Tel Aviv esclude qualsiasi trattativa e minaccia di rispondere ricorrendo a sequestri
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE*
GERUSALEMME (Israele) - C’è un solo modo per Abu Mazen di lasciare Gaza: portare il caporale Gilad Shalit oltre il confine, nella sua Mercedes blindata. Gli israeliani hanno chiuso la morsa attorno alla Striscia, nessun palestinese entra o esce, neppure il presidente, fino a quando il carrista non verrà liberato dai sequestratori. L’offensiva è cominciata nella notte: prima i raid aerei hanno distrutto tre ponti e l’unica centrale elettrica. Poi i carri armati hanno superato la frontiera entrando nella zona sud della Striscia, allontanando le forze di sicurezza palestinesi e prendendo posizione intorno a Rafah, in quella che viene considerata la prima offensiva di terra dopo il ritiro dell’anno scorso.
L’assedio e la convivenza forzata hanno spinto il raìs e il premier Ismail Hanieyh a trovare l’accordo che cercavano da settimane. Le fazioni hanno approvato il «documento dei prigionieri», ideato in carcere da Marwan Barghouti. Il testo è stato ritoccato per raggiungere l’intesa, i gruppi dissentono su come interpretare la versione finale.
Secondo Rawhi Fattuh del Fatah «c’è armonia su tutte le parole». Samir Abu Zuhri, portavoce di Hamas, ha detto invece che «nessuna delle parti ha sacrificato i suoi principi ideologici», tanto per chiarire che il movimento non ha cambiato le sue posizioni nei confronti di Israele. Più espliciti il parlamentare Salah Bardawil («abbiamo accettato la nascita di uno Stato nei confini del 1967, non abbiamo dichiarato che accettiamo due Stati») e il ministro dei Trasporti Abdul Rahman Zidan: «Si tratta di un accordo tra palestinesi. Non c’è nessun passaggio in cui si afferma chiaramente il riconoscimento di Israele». Nayef Rajoub, ministro per gli Affari religiosi, riassume con franchezza la ritrovata «unità nazionale»: «Il Fatah può interpretare il testo come preferisce, Hamas può fare lo stesso». L’Unione Europea ha comunque applaudito l’accordo: «E’ il punto di partenza in un processo che spinga le fazioni a cessare la violenza, a riconoscere lo Stato ebraico e ad accettare gli accordi firmati in passato», ha commentato Benita Ferrero-Waldner, commissario alle Relazioni esterne.
Per tutta la giornata di ieri l’esercito israeliano aveva continuato ad ammassare tank e blindati ai confini con Gaza. Nella notte, l’attacco aereo sui ponti ha tagliato a metà le strade principali della Striscia, mentre i carri armati hanno cominciato a muoversi preparandosi a una prima incursione. «Siamo pronti a un’offensiva di lunga durata - ha detto in parlamento il premier Ehud Olmert -. Ribadisco che faremo di tutto per portare avanti i negoziati con i palestinesi». E’ quello che gli ha chiesto Condoleezza Rice, segretario di Stato Usa: «Bisogna dare alla diplomazia un’opportunità per arrivare alla liberazione del militare».
Il governo ha escluso qualunque trattativa per il rilascio. Benjamin Ben-Eliezer, ministro delle Infrastrutture, laburista, ha minacciato di rispondere ai rapimenti con i rapimenti. «Non abbiamo problemi a entrare a Gaza e a portar via mezzo esecutivo». Anche Abu Mazen ha avvertito il premier Ismail Haniyeh («potrebbero colpirti»), ma il vero obiettivo degli israeliani sarebbe Khaled Meshal, leader di Hamas all’estero. Al di là delle minacce, l’intelligence di Gerusalemme starebbe negoziando per ottenere informazioni sul militare.
* Davide Frattini 28 giugno 2006
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Operazione della notte dell’esercito: preso Barghuti e 64 leader I palestinesi: "Dichiarazione di guerra aperta contro il governo" BLINDATI ISRAELIANI ENTRANO A GAZA ARRESTATI OTTO MINISTRI DI HAMAS arrestati otto ministri di Hamas Il mediatore Erakat in allarme: "E’ un affronto totale" *
GAZA - In totale sono 64 i leader politici, tra cui il vicepremier Naser al-Shaerfra e il ministro del lavoro Mohammed Barghuti, e 23 capi militari di Hamas che sono stati arrestati questa notte durante l’offensiva dell’esercito israeliano in Cisgiordania. Ottantasette fermi che sono avvenuti tra Ramallah, Qalqulyah, Hebron, Jenin e Gerusalemme est.
A meno di un anno dal completamento del ritiro dalla Striscia Gaza, la risposta israeliana per la liberazione del soldato diciannovenne rapito domenica scorsa non allenta la morsa. Al punto da apparire ai portavoce di Hamas, secondo quanto riporta il sito di Haaretz, una vera e propria dichiarazione di "guerra aperta contro il governo ed il popolo palestinese".
Ha fatto sentire la sua voce anche il principale negoziatore palestinese Saëb Erakat che ha messo in guardia contro l’"affronto totale".
La situazione si fa sempre più tesa dopo che questa mattina la radio militare israeliana ha dato la notizia dell’uccisione del colono diciottenne Eliahu Asheri da parte di un gruppo armato palestinese.
Ora centinaia di miliziani palestinesi armati di fucili automatici e lanciarazzi hanno già eretto barricate, scavato buche e piazzato trappole esplosive in attesa delle truppe corazzate israeliane che a nord del territorio hanno aperto un nuovo fronte.
Una fonte della sicurezza palestinese ha assicurato di aver visto i carri armati con la stella di David penetrare nella parte settentrionale della Striscia, ma fonti militari hanno smentito che l’offensiva abbia già raggiunto l’area.
"Non vogliamo barattare il rilascio del soldato catturato" ha assicurato una portavoce dell’esercito israeliano che ha preferito mantenere l’anonimato, "si tratta semplicemente di un’operazione contro un’organizzazione terroristica. Saranno messi sotto inchiesta, portati davanti a un giudice che confermerà il loro arresto e sarà preparata l’incriminazione".
Israele ha più volte detto di considerare Hamas responsabile della cattura del caporale Gilad Shalit, preso in ostaggio durante un’azione di guerriglia sul confine con la Striscia di Gaza e costata la vita ad altri due militari e a due miliziani.
Abu Ubaida, portavoce delle Brigate Ezzedin al Qassam, braccio armato di Hamas, ha definito gli arresti un tentativo di ricattare il gruppo e costringerlo a rivelare informazioni sulla sorte di Shalit. (29 giugno 2006)
*WWW.REPUBBLICA.IT, 29.06.2006
Respirare di pace
Non voglio regali non voglio saltare di gioia. Desidero un’isola quieta ove accogliere tutti i fratelli. Nutrirmi di fiori vestirmi di foglie respirare di pace. Scaldarmi con l’alito tenero e il vigore di una stretta sincera.
Ascolterei le fiabe afgane il lamento delle donne cecene le meraviglie degli americani e quelle degli australiani il canto degli asiatici e degli europei la filosofia degli indiani il dolore dei palestinesi e degli israeliani.
Ballerei le danze africane nutrirei tutti i bimbi affamati. Pregherei con gli ebrei Mi addormenterei con la Bibbia e il Corano.
Ma voi, potenti, non nascondete il sole non rubate il mare non avvelenate il vento non fate precipitare le stelle perché ognuno trovi nel cielo il suo mondo fantastico e vero che, solo, affascina il cuore.
(Maria Vittoria Candelise)