PALESTINA-ISRAELE: Sulla strada del riconoscimento? Offensiva nella notte: i tank entrano a Gaza

mercoledì 28 giugno 2006.
 
(...) L’Unione Europea ha comunque applaudito l’accordo: «E’ il punto di partenza in un processo che spinga le fazioni a cessare la violenza, a riconoscere lo Stato ebraico e ad accettare gli accordi firmati in passato», ha commentato Benita Ferrero-Waldner, commissario alle Relazioni esterne (...)

Da Hamas primo riconoscimento di Israele tra annunci e precisazion. Offensiva nella notte: i tank entrano a Gaza Raid aerei per il soldato rapito. Il governo di Tel Aviv esclude qualsiasi trattativa e minaccia di rispondere ricorrendo a sequestri

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE*

GERUSALEMME (Israele) - C’è un solo modo per Abu Mazen di lasciare Gaza: portare il caporale Gilad Shalit oltre il confine, nella sua Mercedes blindata. Gli israeliani hanno chiuso la morsa attorno alla Striscia, nessun palestinese entra o esce, neppure il presidente, fino a quando il carrista non verrà liberato dai sequestratori. L’offensiva è cominciata nella notte: prima i raid aerei hanno distrutto tre ponti e l’unica centrale elettrica. Poi i carri armati hanno superato la frontiera entrando nella zona sud della Striscia, allontanando le forze di sicurezza palestinesi e prendendo posizione intorno a Rafah, in quella che viene considerata la prima offensiva di terra dopo il ritiro dell’anno scorso.

L’assedio e la convivenza forzata hanno spinto il raìs e il premier Ismail Hanieyh a trovare l’accordo che cercavano da settimane. Le fazioni hanno approvato il «documento dei prigionieri», ideato in carcere da Marwan Barghouti. Il testo è stato ritoccato per raggiungere l’intesa, i gruppi dissentono su come interpretare la versione finale.

Secondo Rawhi Fattuh del Fatah «c’è armonia su tutte le parole». Samir Abu Zuhri, portavoce di Hamas, ha detto invece che «nessuna delle parti ha sacrificato i suoi principi ideologici», tanto per chiarire che il movimento non ha cambiato le sue posizioni nei confronti di Israele. Più espliciti il parlamentare Salah Bardawil («abbiamo accettato la nascita di uno Stato nei confini del 1967, non abbiamo dichiarato che accettiamo due Stati») e il ministro dei Trasporti Abdul Rahman Zidan: «Si tratta di un accordo tra palestinesi. Non c’è nessun passaggio in cui si afferma chiaramente il riconoscimento di Israele». Nayef Rajoub, ministro per gli Affari religiosi, riassume con franchezza la ritrovata «unità nazionale»: «Il Fatah può interpretare il testo come preferisce, Hamas può fare lo stesso». L’Unione Europea ha comunque applaudito l’accordo: «E’ il punto di partenza in un processo che spinga le fazioni a cessare la violenza, a riconoscere lo Stato ebraico e ad accettare gli accordi firmati in passato», ha commentato Benita Ferrero-Waldner, commissario alle Relazioni esterne.

Per tutta la giornata di ieri l’esercito israeliano aveva continuato ad ammassare tank e blindati ai confini con Gaza. Nella notte, l’attacco aereo sui ponti ha tagliato a metà le strade principali della Striscia, mentre i carri armati hanno cominciato a muoversi preparandosi a una prima incursione. «Siamo pronti a un’offensiva di lunga durata - ha detto in parlamento il premier Ehud Olmert -. Ribadisco che faremo di tutto per portare avanti i negoziati con i palestinesi». E’ quello che gli ha chiesto Condoleezza Rice, segretario di Stato Usa: «Bisogna dare alla diplomazia un’opportunità per arrivare alla liberazione del militare».

Il governo ha escluso qualunque trattativa per il rilascio. Benjamin Ben-Eliezer, ministro delle Infrastrutture, laburista, ha minacciato di rispondere ai rapimenti con i rapimenti. «Non abbiamo problemi a entrare a Gaza e a portar via mezzo esecutivo». Anche Abu Mazen ha avvertito il premier Ismail Haniyeh («potrebbero colpirti»), ma il vero obiettivo degli israeliani sarebbe Khaled Meshal, leader di Hamas all’estero. Al di là delle minacce, l’intelligence di Gerusalemme starebbe negoziando per ottenere informazioni sul militare.

* Davide Frattini 28 giugno 2006

WWW.CORRIERE.IT


Rispondere all'articolo

Forum