Eu-manità: veli-voli... di pace!!!

TUKUTUKU: in Normandia, il festival internazionale degli AQUILONI.

domenica 10 settembre 2006.
 
[...] Tra le grandi falesie e il vento dell’Atlantico, fino a sabato prossimo si svolgeranno gare, mostre, laboratori attorno a queste creature del cielo inventate dall’uomo. Dalla Nuova Zelanda al Brasile, dalla Svizzera al Pakistan, trentasette paesi si sono iscritti alla quindicesima edizione del raduno che dal 1980 si svolge ogni due anni ed è il più importante del mondo dopo quello di Weifang, in Cina [...]


-  Il festival del gioco più antico sbarca sulle spiagge francesi

-  Vietato dai talebani, rischia di scomparire in Occidente
-  Normandia, in gara nel cielo tutti gli aquiloni del mondo

-  dal nostro inviato ANAIS GINORI (www.repubblica.it, 10.09.2006)

PARIGI - I generali giapponesi li usavano per comunicare fra le trincee, nelle tribù amazzoniche erano l’espressione di manifestazioni divine, per gli scienziati diventarono il primo mezzo per sperimentare la legge di gravità. Sin dall’antichità gli aquiloni sono stati uno straordinario simbolo della sfida tra l’uomo e la natura. Già Marco Polo ne parlava nei suoi racconti di viaggio e i primi "uccelli di carta" compaiono in illustrazioni risalenti all’impero greco. Nel corso della storia gli aquiloni sono stati usati per scacciare il malocchio, onorare gli dèi, scattare le prime foto dal cielo, salvare dal mare naufraghi o dimostrare l’esistenza di elettricità nei fulmini.

Ma l’aquilone è soprattutto un gioco, uno dei più semplici e belli che ci sia. Da ieri mezzo milione di appassionati si sono riuniti a Dieppe, in Normandia, per partecipare al festival internazionale dell’Aquilone. Tra le grandi falesie e il vento dell’Atlantico, fino a sabato prossimo si svolgeranno gare, mostre, laboratori attorno a queste creature del cielo inventate dall’uomo. Dalla Nuova Zelanda al Brasile, dalla Svizzera al Pakistan, trentasette paesi si sono iscritti alla quindicesima edizione del raduno che dal 1980 si svolge ogni due anni ed è il più importante del mondo dopo quello di Weifang, in Cina.

Un grande spettacolo da godere con la testa all’insù, cercando di catturare i corridoi dei venti. Per le vie della città normanna sfileranno oggi oltre trecento aquiloni decorati con conchiglie, piume, foglie, intarsiati di legno e pietre. L’artista neo-zelandese Peter Lynn porterà un "circo aereo" fatto di animali volanti grandi fino cinquanta metri. Nei prossimi giorni, si susseguiranno invece le competizioni nelle varie discipline. Le gare artistiche si svolgono su coreografie e figure geometriche al ritmo di musiche, mentre in quelle da combattimento, come il giapponese Rokkakus, si vince tranciando i fili dell’avversario. I più sportivi si cimenteranno nei balletti acrobatici o nel kite- surf, l’ultima moda: cavalcare le onde su una tavola collegata all’aquilone. Dall’Asia vengono tutti i campioni delle edizioni passate: Cina, Vietnam, Giappone e Corea.

La festa multicolore sopra al cielo della Manica, sulle spiagge famose per lo sbarco degli americani durante la Seconda guerra mondiale, è ormai un appuntamento irrinunciabile per gli appassionati.

Scopo del festival è anche tentare di ridestare l’interesse delle giovani generazioni. Nello spazio dedicato ai bambini, dei maestri insegneranno a fabbricare da soli gli aquiloni da far volare in cielo con dei fili. "Purtroppo è un gioco sempre meno usato dai bambini in Occidente" spiega Edouard Léveau, sindaco di Dieppe e presidente del comitato organizzatore. Economico e suggestivo, l’aquilone rimane un giocattolo popolare soprattutto nei paesi poveri. "La nostra civiltà sta perdendo il gusto per gli svaghi a contatto con la natura" osserva Léveau, citando la dipendenza da Playstation e pupazzi elettronici.

In alcuni paesi, invece, avere un aquilone è il regalo più bello, come racconta Hosseini Khaled nel bestseller Il cacciatore di Aquiloni.

Questo gioco innocente è stato anche trasformato in un pericoloso svago. In Afghanistan, il regime islamico dei Taliban considerava sacrilego sventolare in cielo gli "uccelli di carta".

Anche a Phnom Penh, in Cambogia, le gare di aquiloni sono state proibite: rischiano di distrarre gli automobilisti, è stata la spiegazione delle autorità. E in Nuova Zelanda soltanto da pochi anni il popolo maori ha potuto ricominciare a costruire il tukutuku (aquilone): i missionari lo consideravano un rito tribale sedizioso.

(10 settembre 2006)


Rispondere all'articolo

Forum