Registrata scossa di magnitudo 3,58. Conferme da Seul Pechino "condanna fermamente". Tokyo: "Atto imperdonabile"
La Corea del Nord prova l’atomica
eseguito test, la Cina protesta *
SEUL - La Corea del Nord ha effettuato questa mattina il test nucleare annunciato la scorsa settimana. Lo riferiscono gli organi di informazione del regime di Pyongyang, secondo i quali "la sezione di ricerca scientifica ha condotto con successo un test atomico sotterraneo il 9 ottobre". A confermare la notizia, una scossa di magnitudo 3,58 Richter registrata in Corea del Nord dai servizi di Intelligence sudcoreani.
Il test atomico sotterraneo condotto questa mattina dal regime di Pyongyang non avrebbe causato fuoriuscite radioattive. Lo riferisce l’ agenzia centrale nordcoreana che aggiunge: "Il test nucleare è un evento storico che ha portato felicità all’esercito e alla popolazione. L’esperimento atomico contribuirà a mantenere la pace e la stabilità nella penisola coreana". Intanto l’ agenzia meteorologica sudcoreana ha confermato una scossa avvenuta questa mattina di magnitudo tra 3,58 e 3,7 Richter.
Immediate le reazioni dei paesi dell’area. La Cina "condanna fermamente" il test nucleare effettuato oggi dalla Corea del Nord, si legge sul sito del ministero degli esteri di Pechino. In una breve nota, il ministero degli esteri cinesi sottolinea che la Corea del Nord ha ignorato"l’ opposizione di tutta la comunità internazionale" e definisce "oltraggiosa" la decisione di procedere col test. Il ministero ribadisce che la Cina ha l’ obiettivo di "eliminare le armi nucleari dalla penisola coreana" e "invita con forza" Pyongyang a "mantenere fede ai suoi impegni sulla non-proliferazione".
Dure proteste anche da Giappone. Il primo ministro Shinzo Abe ha definito "un atto imperdonabile" l’esperimento atomico compiuto questa mattina dalla Corea del Nord, qualora i fatti venissero confermati. Abe è attualmente in visita in Corea del Sud per un summit con il presidente sudcoreano Roh Moo-hyun. Intanto, dal Giappone, il ministro degli Esteri Taro Aso ha dichiarato che "è possibile una nuova risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite" contro il regime di Pyongyang.
Allo stato attuale non c’è ancora alcuna conferma ufficiale del test atomico sotterraneo di questa mattina: l’unico elemento, oltre all’annuncio dell’agenzia centrale nordcoreana, è la scossa anomala registrata alle 10:36 locali (le 3:36 in Italia) nella zona settentrionale di Hamkyong, a nord della capitale Pyongyang: magnitudo di 3,58 per l’agenzia agenzia meteorologica sudcoreana e magnitudo di 4,2 secondo le rilevazioni dell’agenzia geologica statunitense. (9 ottobre 2006)
*
www.repubblica.it, 09.10.2006
Corea del Nord, timori sul prossimo secondo esperimento di Pyongyang *
La Corea del Sud ha annunciato che sono stati notati dei movimenti in un luogo della Corea del Nord, nel quale si ritiene possa essere stato compiuto, alcune settimane fa, il primo esperimento atomico di Pyongyang.
Lo ha annunciato l’agenzia di stampa sudcoreana Yonhap, secondo la quale i movimenti osservati potrebbero essere dei preparativi per un altro esperimento. La Corea del sud sta «monitorando da vicino» movimenti di automezzi e di soldati nordcoreani nel sito di Punggye-ri, nel nord-est della Corea del nord, ha riferito Yonhap, citando diverse, imprecisate fonti militari.
Una fonte militare sudcoreana ha detto che «è chiaro che, dopo il test nucleare, ci sono movimenti a Punggye-ri». Ed ha aggiunto che Seoul sta «monitorando da vicino la situazione, per capire se si tratti di preparativi per un secondo esperimento».
Un’altra fonte sudcoreana -pur confermando i movimenti in atto a Punggye-ri- ha tuttavia ammesso che un altro test nucleare «non è ritenuto imminente», a quanto ha riferito Yonhap. La Corea del nord ha compiuto un esperimento nucleare sotterraneo il 9 ottobre scorso, spingendo le Nazioni unite all’adozione di sanzioni contro di essa.
* www.unita.it, Pubblicato il: 28.10.06 Modificato il: 28.10.06 alle ore 12.25
NUCLEARE, MONITO DELLA RICE A PYONGYANG *
TOKYO - Il segretario di stato americano Condoleezza Rice ha avvertito oggi la Corea del Nord che un suo secondo esperimento nucleare porterebbe a ulteriori misure punitive nei suoi confronti. Rice ha formulato il monito parlando a Tokyo con un gruppo di giornalisti all’inizio della seconda giornata di una sua delicata missione per disinnescare la crisi aperta il 9 ottobre dal primo test atomico nordocreano.
Nei giorni scorsi vi sono stati diversi segnali su preparativi di Pyongyang per un altro esperimento, che secondo alcune fonti potrebbe addirittura avvenire durante il viaggio del segretario di Stato, che vola oggi a Seoul e andrà poi a Pechino e a Mosca. Per ultima, citando fonti dei servizi di informazione statunitensi, la rete televisiva Cnn ha parlato di una serie di tre test che sarebbero in preparazione in altrettanti poligoni sotterranei nordcoreani.
INVIATO DELLA CINA INCONTRA IL LEADER NORDCOREANO KIM JONG-IL La Cina ha confermato che un inviato speciale del presidente Hu Jintao è in Corea del Nord dove, oggi, è stato ricevuto dal leader Kim Jong-il. Un portavoce del ministero degli esteri ha detto che l’ inviato, l’ esperto diplomatico Tang Jiaxuan, ha portato al leader nordcoreano un messaggio personale di Hu, senza soffermarsi sul contenuto.
Secondo diplomatici americani a Seoul, il messaggio di Hu a Kim sarebbe stato "molto duro". Il portavoce cinese si è limitato a dire che esso riguarda "le relazioni tra i due paesi" e la "situazione nucleare nella penisola coreana".
AVVERTIMENTO DI BAN KI MOON, FUTURO SEGRETARIO ONU Il futuro segretario generale dell’ Onu, il ministro degli esteri sudcoreano Ban Ki Moon, ha avvertito la Corea del Nord che, nel caso di un suo secondo esperimento nucleare, il Consiglio di sicurezza potrebbe adottare nei suoi confronti sanzioni ancor più gravi di quelle di sabato scorso. In dichiarazioni fatte oggi a Seoul al ritorno da un viaggio a New York, Ban ha anche indicato di essere pronto a recarsi immediatamente a Pyongyang per colloqui che contribuiscano a disinnescare la crisi aperta dal test con cui il 9 ottobre il regime nordocreano è entrato nel ’club atomico’. In giornata il ministro dovrebbe avere colloqui con il segretario di stato americano Condoleezza Rice che, accompagnata dal ministro degli esteri giapponese Taro Aso, giungerà a Seoul da Tokyo per la seconda tappa di una missione che la porterà anche a Pechino e a Mosca.
BUSH, LA PUNIREMO SE VENDE L’ATOMICA Gli Stati Uniti considereranno la Corea del Nord "responsabile" se dovesse vendere armi o tecnologie nucleari all’Iran o a terroristi come al Qaida. L’ha detto il presidente Usa George W. Bush, dando un’intervista alla Abc. "Se dovessimo sapere dall’intelligence che stanno per cedere armi nucleari, fermeremmo la cessione ... e Pyongyang subirebbe gravi conseguenze", ha detto Bush. Gli Stati Uniti temono che la Corea del Nord, che il 9 ottobre ha proceduto al suo primo test nucleare, possa contribuire alla proliferazione dell’atomica.
SEUL: LA COREA DEL NORD PREPARA TRE O QUATTRO TEST NUCLEARI La Corea del Nord avrebbe intenzione di effettuare altri tre o quattro test nucleari dopo quello del 9 ottobre scorso. Lo ha dichiarato a Seul Chung Hyung-keun, un deputato sudcoreano membro della commissione parlamentare per i servizi di intelligence. "In base alle informazioni raccolte dai servizi di sicurezza dei vari Paesi coinvolti, appare ormai certo che la Corea del Nord intenda proseguire con altri tre o quattro esperimenti atomici nel prossimo futuro", ha detto Chung, che ha aggiunto: "In particolare, sono stati riscontrati movimenti anomali attorno al sito di Kilju, la località dove Pyongyang ha condotto il primo test la settimana scorsa". Da allora sarebbero state notate dalle trenta alle quaranta persone operare febbrilmente nella stessa area, ma non è chiaro se questa attività sia da ricollegare ai preparativi per un nuovo esperimento oppure alle rilevazioni seguite al test del 9 ottobre.
http://www.ansa.it/opencms/export/main/visualizza_fdg.html_2000152517.html
La risoluzione approvata all’unanimità dal Consiglio di sicurezza Cambiamenti al testo Usa per le pressioni di Russia e Cina
Corea del Nord, approvate le sanzioni. Pyongyang: "Le respingiamo totalmente" *
NEW YORK - Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha approvato oggi all’unanimità la risoluzione che prevede misure punitive per la Corea del Nord dopo l’annuncio del test nucleare da parte di Pyongyang. Che, con il suo ambasciatore al palazzo di Vetro attacca: "Le respingiamo totalmente, le Nazioni Unite adottano nelle loro decisioni due pesi e due misure. I loro sono metodi da gangster"
Cambiamenti sono stati apportati al testo proposto dagli Stati Uniti dopo che ieri in extremis Russia e Cina avevano espresso riserve. L’unanimità è stata raggiunta al termine di una fitta serie di negoziati dopo che Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia hanno superato le riserve espresse in extremis ieri da Russia e Cina.
La risoluzione afferma che l’annuncio del test nordcoreano "pone una chiara minaccia alla pace e alla sicurezza internazionanale", e chiede che il Paese elimini tutte le sue armi nucleari. Ma, come chiesto da Mosca e Pechino, esclude azioni militari contro Pyongyang.
Washington ha anche accettato di eliminare il bando completo della vendita di tutte le armi convenzionali: la risoluzione si limita a un embargo di carri armati, navi da guerra, aerei da combattimento e missili. Coperti da embargo sono anche i prodotti di lusso.
Il documento consente alla comunità internazionale di intercettare e perquisire carichi di merci diretti o in uscita dalla Corea del Nord per cercare armi di distruzione di massa e attrezzature collegate. Il testo chiede inoltre alla comunità internazionale di impedire vendita e trasferimenti di materiali e tecnologie relative ai programmi proibiti di Pyongyang. Vengono infine congelati i fondi all’estero di persone o società coinvolte nel programma nucleare e balistico nordcoreano.
"E’ un messaggio chiaro e forte alla Corea del Nord e agli altri proliferatori", ha detto dopo il voto l’ambasciatore americano presso l’Onu John Bolton, sottolineando che la risoluzione "non è diretta contro il popolo nordcoreano". (14 ottobre 2006)
www.repubblica.it, 14.10.2006
Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite riunito per decidere i provvedimenti da adottare Il network cita fonti Usa anonime: "Particelle radioattive nell’aria"
Corea del Nord, oggi sanzioni Onu. Cnn: "Rilevate tracce di radiazioni" *
WASHINGTON - Gli Stati Uniti hanno riscontrato tracce di radioattività sul sito dove la Corea del Nord avrebbe effettuato lunedì scorso un test nucleare. Lo annuncia la Cnn, citando fonti Usa anonime. Nel giorno in cui il Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite dovrebbe adottare sanzioni per i recenti esperimenti atomici, il network Usa annuncia che presto il rinvenimento di tracce di radioattività sarà ufficiale, citando fonti anonime dell’intelligence.
Nella giornata di venerdì, organi di stampa americani e internazionali erano stati unanimi nell’affermare che i test eseguiti su campioni di aria prelevati sulla penisola coreana, non avevano riscontrato tracce di radiazioni, ma il Pentagono aveva inviato uno speciale aereo da ricognizione per prelevare campioni atmosferici: ebbene, i risultati dimostrerebbero che l’esperimento voluto dal governo di Pyongyang ha causato emissioni di radiottività.
Nei giorni scorsi, la Casa Bianca aveva detto che ancora non era chiaro che cosa fosse realmente avvenuto sotto le montagne nordcoreane. Gli analisti americani erano sorpresi dalla scarsa potenza dell’esplosione, calcolata intorno a mezzo kiloton, ben inferiore a quelle di test analoghi o alla potenza degli ordigni sganciati dagli Usa su Hiroshima o Nagasaki durante la Seconda guerra mondiale. La teoria prevalente negli Usa è che il test sia stato effettivamente nucleare, ma che si sia risolto in un mezzo fallimento. (14 ottobre 2006)
www.repubblica.it, 14.10.2006
Secondo il ministro degli esteri giapponese il consiglio di sicurezza ha raggiunto un accordo Ottimisti anche i rappresentanti di Usa, Gran Bretagna e Russia al Palazzo di Vetro
Sanzioni alla Corea, Tokyo annuncia intesa. "Domani all’Onu il voto della risoluzione"
Il pacchetto di misure sarebbe un duro colpo per il regime nordcoreano *
NEW YORK - Il voto del consiglio di sicurezza dell’Onu sulle sanzioni alla Corea del Nord slitterà quasi sicuramente a sabato, ma sarà probabilmente unanime nel condannare il nuovo test nucleare di Pyongyang, aprendo di fatto la porta all’adozione di dure sanzioni economiche.
Il presidente di turno del consiglio, il giapponese Kenzo Oshima, ha spiegato al termine di una riunione con i rappresentanti dei cinque membri permanenti (Usa, Cina, Russia, Francia e Gran Bretagna) che il pronunciamento, nonostante il desiderio di Washington di far passare la risoluzione per venerdì, slitterà di almeno un giorno per revisioni chieste dalla Russia e dalla Cina alla bozza in discussione. Revisione che sarebbero state portate a termine con successo.
Convinto che sia stata raggiunta un’intesa si è detto il ministro degli Esteri giapponese Taro Aso, precisando che la risoluzione di condanna dovrebbe fare riferimento al comma 41 dell’articolo 7 della Carta dell’Onu, che prevede l’adozione di sanzioni "non incluso il ricorso alla forza". Nei giorni scorsi il Giappone aveva auspicato che l’accenno all’articolo 7 fosse più generico e aprisse quindi la strada a un eventuale intervento armato. Più in sintonia con le posizioni cinesi, invece, il presidente americano George Bush aveva auspicato che fosse prima la diplomazia ad avere "pieno corso", nel tentativo di sfruttare interamente ogni possibilità di dialogo.
Nel loro complesso le sanzioni dovrebbero rappresentare un duro colpo per la Corea del Nord, che trae dal commercio con Cina, Russia e Asia sudorientale una parte importante delle sue scarse risorse economiche. Con la votazione prevista per domani all’Onu la palla dovrebbe tornare nel campo di Pyongyang, che ha già preannunciato ritorsioni dirette soprattutto contro il Giappone, mostratosi in prima fila nel premere per le sanzioni.
Prima che Aso annunciasse l’accordo, si erano detti ottimisti anche i rappresentanti delle altre potenze. L’ambasciatore statunitense presso il Palazzo di Vetro John Bolton, aveva chiarito: "Abbiamo fatto concreti progressi, non abbiamo ancora raggiunto un accordo. Ma molte delle più importanti differenze sono state risolte, con nostra grande soddisfazione".
Parlando del nuovo testo allo studio, la terza bozza del documento per le sanzioni, l’ambasciatore britannico all’Onu Emyr Jones Parry aveva chiarito che "si tratta di una sostanziale revisione che ha però incontrato una risposta molto solida. Spero che possa diventare la base per giungere alla unità del consiglio di sicurezza e ad una azione rapida".
Fiducioso sulla possibilità di trovare un’intesa pure il rappresentante russo Vitaly Chufrkin: "Vi sono stati diversi mutamenti, diversi miglioramenti - ha detto - Penso che l’unità del consiglio di sicurezza, a questo punto, abbia preso forma". (13 ottobre 2006)
___ *
www.repubblica.it, 13.10.2006
Nucleare, da Pyongyang altri test e minacce al Giappone *
Non uno ma due test atomici. La tv nipponica Nhk ha rivelato che dopo l’esperimento nucleare di lunedì scorso la Corea del Nord ne avrebbe realizzato un secondo, un sospetto che viene avvalorato dal ministro degli esteri di Tokyo Taro Aso, ma smentito da Seul. Per il governo della confinante Corea del Sud non sarebbe stata segnalata alcuna attività sismica che possa far pensare a una esplosione atomica. Mentre da Pyongyang giungono ancora nuove minacce alla comunità internazionale, il presidente americano George W. Bush ha ribadito che gli Stati Uniti non hanno alcuna intenzione di attaccare la Corea del Nord.
Il governo nordcoreano ha avvertito che l’imposizione di sanzioni contro il Paese sarà considerata come una dichiarazione di guerra, e che reagirà di conseguenza. «Se gli Stati Uniti continueranno a tormentarci e se aumenteranno le pressioni, noi riterremo ciò una dichiarazione di guerra e assumeremo una serie di provvedimenti concreti equivalenti», afferma un comunicato ufficiale del ministero degli Esteri diffuso dall’agenzia di stampa Kcna, la prima dichiarazione ufficiale dall’esperimento nucleare di lunedì. «Noi siamo stati costretti a dimostrare di possedere armi nucleari per prevenire la crescente minaccia di guerra degli Stati Uniti e proteggere la nostra sovranità e sopravvivenza. Siamo pronti sia al dialogo sia al confronto», afferma ancora il comunicato. E il numero due del regime nordcoreano, Kim Yong Nam, in una intervista all’agenzia di stampa giapponese Kyodo, ha detto che ci saranno altri test atomici se l’amministrazione americana non muterà il suo «atteggiamento ostile». In un’altra intervista per e-mail di Kim Myong Chol, considerato dalla stampa internazionale il «portavoce non ufficiale» del leader nordocreano Kim Jong Il, il leader vagheggia l’antico regno coreano di Koguryo che riuniva le due Coree e il Giappone e minaccia: «Le ispezioni delle navi e degli aerei nordcoreani e l’embargo alla Corea del Nord porterebbero ad attacchi nucleari sul Giappone. Tre missili nucleari basterebbero a devastare l’Arcipelago giapponese».
Ma il presidente americano Bush, parlando in conferenza stampa, ha ribadito quanto detto dal suo segretario di Stato Condoleezza Rice: «Non abbiamo alcuna intenzione di attaccare la Corea del Nord. Stiamo lavorando per una dura risoluzione nell’ambito delle Nazioni Unite. Pyongyang deve essere colpevole delle conseguenze delle proprie azioni». «Stiamo ancora valutando la veridicità del test nucleare della Corea del Nord - ha proseguito Bush. Ma la stessa affermazione di averlo compiuto da parte di Pyongyang è una seria minaccia. Sono necessarie serie ripercussioni nei confronti della Corea del Nord».
Anche il segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, ha commentato per la prima volta la crisi nucleare in corso, affermando che «il test atomico della Corea del Nord ha aggravato ulteriormente una situazione già estremamente difficile. Sono convinto che il Consiglio di Sicurezza dell’Onu risponderà con fermezza a questa azione». «Ho sempre ritenuto che bisogna parlare con le parti delle quali vogliamo cambiare il comportamento, il cui comportamento vogliamo influenzare, e da questo punto di vista penso che Stati Uniti e Corea del Nord dovrebbero parlare», ha detto Annan ai giornalisti che gli chiedevano se riteneva che gli Stati Uniti dovessero avere colloqui bilaterali con Pyongyang.
E da Bruxelles, l’alto rappresentante per la politica estera dell’Unione europea, Javier Solana, parlando di fronte alla sessione plenaria del Parlamento europeo, ha insistito che è necessario risolvere la crisi attraverso lo strumento della diplomazia. Solana ha elogiato il comportamento della comunità internazionale e dei Paesi della regione, giudicato «responsabile e sereno», auspicando l’adozione da parte del Consiglio di Sicurezza dell’Onu di una risoluzione «chiara, dura ed efficace». Eventuali sanzioni - ha aggiunto - dovranno «impedire la proliferazione nucleare». Continua a salire dunque la tensione nella regione. Oggi il Giappone ha deciso oggi di imporre il bando su tutte le importazioni dalla Corea del Nord. Tokyo ha inoltre confermato il divieto di attracco in tutti i porti nazionali per le imbarcazioni di Pyongyang e quello d’ingresso nel Paese per i cittadini nordcoreani, con limitate eccezioni. Secondo il primo ministro giapponese Shinzo Abe queste misure serviranno a «preservare la pace».
La Corea del Sud ha sospeso temporaneamente l’invio degli aiuti d’emergenza alla Corea del Nord e ha fatto sapere invece che sta facendo in modo di farsi trovare pronta in caso di conflitto atomico; e in una insolita critica al regime comunista, il presidente sudcoreano Roh Moo-hyun ha anche detto che le affermazioni di Pyongyang, che sostiene di essere sotto minaccia, sono ingigantite e infondate. Anche il Giappone potrebbe decretare l’embargo dai porti nazionali di tutte le navi nordcoreane e anche sanzioni nazionali da imporre a Pyongyang.
___ *
www.unita.it, Pubblicato il: 11.10.06 Modificato il: 12.10.06 alle ore 18.12
Seul e Tokio negano che si siano stati nuovi esperimenti nucleari E Pyongyang avverte: "Nuovi test? Dipende dagli Usa"
La minaccia della Corea del Nord: "Pressioni Usa? Dichiarazione di guerra"
"Pronti al dialogo ma anche al confronto" . E il Giappone decide di inasprire le misure restrittive*
SEUL - Nessun nuovo test nucleare in Corea del Nord ma Pyongyang avverte: "I nostri futuri esperimenti dipendono dalla politica americana. Siamo pronti sia al dialogo che al confronto ma consideriamo le pressioni Usa come una dichiazione di guerra a cui rispondere con drastiche contromisure". Il ’numero due’ nordcoreano Kim Yongnam è netto: "Se gli Usa continueranno ad avere un atteggiamento ostile non avremo altra scelta che farvi fronte con passi concreti". Particolarmemente irritato dalla sanzioni sanzioni finanziarie imposte da Washington, Kim Yongnam ha affermato che, fino a quando esse resteranno in vigore Pyongyang non parteciperà alla trattativa internazionale a sei sui programmi nucleari del paese, che ha sede a Pechino ed è in stallo da quasi un anno.
L’ira della Corea del Nord. Ancora più nette la parole di un funzionario coreano che ha spiegato come la proclamazione di sanzioni nei confronti della Corea del Nord equivarrebbe alla stregua di una dichiarazione di guerra. Pur dicendo di parlare solo a titolo personale, il funzionario ha detto che "maggiori saranno le pressioni su di noi più elevato sarà il livello della nostra risposta". E dal Giappone arriva l’annuncio di un inasprimento delle sanzioni nei confronti del regime comunista. Le sanzioni dovrebbero prevedere il divieto per tutte le navi nordcoreane di attraccare nei porti giapponesi e il divieto di qualsiasi importazione ed esportazione tra Tokyo e Pyongyang.
Nessuno nuovo test nucleare. A smentire la realizzazione del secondo test nuclare in Corea del Nord sono stati sia la Corea del sud che il Giappone che hanno detto che non vi sono indicazioni di un secondo test fatto da Pyonyang. "Non posseggo informazioni circa segnali di un altro test atomico nordcoreano", dichiara il primo ministro nipponico, Shinzo Abe. E da Seul arriva la conferma: "Nessuna scossa sismica è stata registrata" dice il portavoce presidenziale Yoon Tae Young. "Non c’è stato nessun segno di un test nucleare", aggiunge Chi Heon Cheol, un alto responsabile del Centro di ricerca sui terremoti presso l’Istituto coreano di geoscienza e risorse minerarie. Il Centro era stato tra i primi lunedì a segnalare la scossa sismica attribuita al presunto primo esperimento nucleare nordcoreano.
Seul: "No ad azioni militari". La Corea del Sud è d’accordo per sanzioni economiche come risposta all’esperimento nucleare compiuto dal Nord lunedì scorso, ma è contraria a qualsiasi forma di azione militare. Lo ha dichiarato oggi in parlamento il primo ministro, signora Han Myungsook, esprimendo così indirette riserve sulle intenzioni nippo-statunitensi di sollecitare una risoluzione sanzionatoria dell’Onu che preveda la possibilità di un intervento armato.
Usa: "La Corea non rispetta gli impegni". Gli Stati Uniti non credono al successo di colloqui bilaterali diretti con la Corea del Nord, Paese che non hanno alcun piano di attaccare e invadere. Il segretario di Stato Condoleezza Rice ha illustrato l’approccio dell’amministrazione Bush nei confronti del "regno eremita" due giorni dopo il test nucleare in un’intervista alla Cnn. Ul segretario di Stato americano ha avvertito il regime di Pyongyang che non dovrebbe utilizzare il timore di un’invasione americana come "pretesto" per perseguire lo sviluppo di armi nucleari. "Gli Stati Uniti d’America - ha ribadito la Rice - non hanno alcuna intenzione di invadere o attaccare la Corea del Nord". Ma alla domanda se esista un’opzione militare per risolvere la crisi il segretario di Stato ha risposto: "Il presidente non elimina mai alcuna opzione dal suo tavolo". (11 ottobre 2006)
*
www.repubblica.it, 11.10.2006
Gli sfacciati di Pyongyang *
Il test nucleare della Corea del Nord è il risultato dei ritardi con cui la comunità internazionale si è occupata degli ordigni proibiti di Kim Jong-Il ma l’onda d’urto che ne è scaturita investendo le capitali delle maggiori potenze può segnare il momento di inizio di una solida alleanza fra Usa, Europa, Russia e Cina contro la proliferazione delle armi non convenzionali. La comunità internazionale si è fatta beffare negli ultimi venti anni da Pyongyang per tre motivi. Primo: è stata incapace di intercettare i traffici clandestini di centrifughe gestiti da A.Q. Kahn, padre della bomba pakistana. Secondo: è stata immobilizzata dalle lacerazioni causate dalla guerra in Iraq, iniziata da Washington e Londra per smantellare armi di distruzione di massa che non si sono ancora trovate. Terzo: Bill Clinton prima e George W. Bush dopo non sono riusciti a raggiungere con Pechino un’intesa strategica sul futuro assetto della penisola coreana, ancora divisa lungo il 38° parallelo dall’ultima frontiera della Guerra Fredda. Ma quanto avvenuto nelle prime ore di ieri nell’impianto di Hwaderi ha creato una situazione nuova: i leader di Usa, Russia, Cina ed Unione Europea hanno parlato all’unisono, spinti dal timore che la bomba del «Caro Leader» di Pyongyang possa essere venduta, esportata e finire nelle mani dei terroristi. Nelle conversazioni di Bush con i colleghi russo Vladimir Putin e cinese Hu Jintao è stato evocato lo spettro di un 11 settembre nucleare. La chiave di questa convergenza non è solo nel comune timore del terrorismo atomico ma in quanto sta avvenendo a Pechino, che definendo «sfacciati» i nordcoreani ha fatto capire al Consiglio di Sicurezza di essere pronta a dare inizio ad una nuova fase di cooperazione internazionale in Estremo Oriente, nel segno della lotta alla proliferazione. Grazie al passo di Hu Jintao, per una giornata il Palazzo di Vetro è tornato ad essere lo specchio di un mondo unito contro le minacce del XXI secolo come avvenne dopo l’11 settembre. E’ un’unione politicamente fragile e destinata ad essere messa a dura prova già nelle prossime ore dalle decisioni che incombono sulle sanzioni alla Corea del Nord ed all’Iran. Copyright ©2006 La Stampa
www.lastampa.it, 10.10.2006
Dura reazione della comunità internazionale al test atomico nordcoreano. Gli Usa: "E’ una provocazione". Blair: "Un atto irresponsabile". Condanna unanime a Pyongyang. Convocato il Consiglio di sicurezza Onu
Il Foreing Office: "Daremo una risposta vigorosa". La Farnesina: "Inevitabile l’intervento delle Nazioni Unite" *
ROMA - Molta preoccupazione per un esperimento che rischia di provocare una profonda crisi nell’intera regione. La condanna della comunità internazionale nei confronti della Corea del Nord per il test nucleare di questa mattina è unanime. Durissimi gli Usa e la Gran Bretagna, secondo i quali quello del regime di Pyongyang è un atto provocatorio. Fermamente contrari anche Cina, Giappone e India, i grandi Paesi della regione. Alle ore 9.30 di New York (le 15.30 italiane), il Consiglio di sicurezza dell’Onu si è riunito in sessione urgente per discutere la questione.
ONU - Le Nazioni Unite hanno affrontato immediatamente la crisi aperta dal test nucleare nordcoreano. Nel pomeriggio è stata convocata una sessione urgente del Consiglio di Sicurezza, che si è riunito nel Palazzo di vetro di New York. Intanto, il ministro degli Esteri sudcoreano Ban Ki-Moon, designato quale successore di Kofi Annan alla guida dell’Onu, ha dichiarato che "i nordcoreani dovranno rispondere di tutte le conseguenze’’.
AIEA - Mohamed El Baradei, direttore generale dell’Agenzia internazionale dell’energia atomica, ha definito il test nucleare condotto dalla Corea del Nord una "sfida grave non solo per l’Estremo Oriente ma anche per tutta la comunità internazionale".
USA - Il portavoce della Casa Bianca, Tony Snow, ha definito l’esperimento "una provocazione che sfida la volontà della comunità internazionale e il nostro appello a evitare ogni azione capace di aumentare la tensione nella regione". Washington ha inoltre chiesto una "azione immediata" del Consiglio di sicurezza dell’Onu.
UNIONE EUROPEA - La presidenza finlandese dell’Unione Europea ha giudicato "inaccettabile" il test nordcoreano, che "compromette seriamente la stabilità della regione e rappresenta una minaccia per la pace e la sicurezza internazionale". L’UE ha inoltre esortato la Corea del Nord "ad annunciare immediatamente che si asterrà da compiere nuovi esperimenti nucleari, a rinunciare pubblicamente all’arma nucleare e a tornare subito e senza condizioni preliminari ai colloqui a sei" sul tema.
NATO - Jaap de Hoop Scheffer, il segretario generale della Nato, ha condannato l’esperimento nordcoreano, che ha definito "uno schiaffo per la comunità internazionale" e "una minaccia per la sicurezza mondiale", e ha chiesto una riunione urgente degli ambasciatori dell’Alleanza atlantica per discutere della questione.
ITALIA - Il ministro degli Esteri Massimo D’Alema ha espresso una viva condanna e grande preoccupazione per le conseguenze di una "inaccettabile provocazione" dalle implicazioni imprevedibili per la sicurezza della regione e della comunità internazionale. In una nota, la Farnesina ha scritto che "l’Italia chiede che la Corea del Nord abbandoni immediatamente il programma nucleare" e ritiene "inevitabile l’intervento del Consiglio di Sicurezza" della Nazioni Unite.
GRAN BRETAGNA - "E’ un atto del tutto irresponsabile", ha detto il primo ministro britannico Tony Blair. Poco prima, un portavoce del ministero degli Esteri britannico aveva commentato: "Questo test nucleare sarà considerato dalla comunità internazionale come un atto altamente provocatorio al quale daremo una risposta vigorosa".
FRANCIA - Il test nucleare nordcoreano è un "atto di grande gravità per la sicurezza internazionale". E’ l’opinione del ministro degli Esteri francese Philippe Douste-Blazy. "Il Consiglio di sicurezza aveva messo in guardia la Corea del nord venerdì 6 ottobre - ha ricordato il capo della diplomazia francese - Spetta ora alla comunità internazionale reagire a questa nuova situazione e dare una risposta ferma a Pyongyang."
GERMANIA - Secondo il ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier, la Corea del Nord "continua a sbagliare strada" e a dirigersi "verso un maggiore isolamento" internazionale. "Chiediamo al governo nordcoreano - ha aggiunto Steinmeier - di cessare immediatamente il suo programma sugli armamenti e i missili nucleari e di non procedere a nuovi test".
RUSSIA - Vladimir Putin ha parlato della vicenda al telefono con il presidente statunitense George W. Bush: i due si sono trovati d’accordo sulla "necessità di coordinare le azioni allo scopo di regolare il problema nordcoreano". Il premier russo ha condannato il test atomico di Pyongyang, considerato di "enorme pregiudizio" al regime di non-proliferazione nucleare. Il ministero degli Esteri russo ha inoltre chiesto alla Corea del Nord di ritornare senza indugi "al regime di non-proliferazione" e ai paesi vicini di "dar prova di moderazione" nell’affrontare il problema dei test atomici.
CINA - La Cina "condanna fermamente" l’esperimento nucleare effettuato dalla Corea del Nord, si legge sul sito del ministero degli Esteri di Pechino. In una breve nota, il ministero sottolinea che la Corea del Nord ha ignorato "l’opposizione di tutta la comunità internazionale" e definisce "oltraggiosa" la decisione di procedere col test. Il ministero ribadisce inoltre che la Cina ha l’obiettivo di "eliminare le armi nucleari dalla penisola coreana" e "invita con forza" Pyongyang a "mantenere fede ai suoi impegni sulla non-proliferazione".
GIAPPONE - Il primo ministro giapponese Shinzo Abe, in visita in Corea del Sud per un summit con il presidente sudcoreano Roh Moo-hyun, ha definito "un atto imperdonabile" l’esperimento atomico compiuto dalla Corea del Nord. Inoltre, ha promesso ritorsioni "severe" e ha annunciato che il Giappone intensificherà la cooperazione con gli Usa per la realizzazione di un sistema di difesa antimissile.
COREA DEL SUD - Il governo di Seul ha organizzato una task force d’emergenza per affrontare la situazione di crisi, definendo il test "una provocazione inaccettabile". Le forze armate sudcoreane hanno inoltre innalzato il livello di allerta subito dopo le prime notizie del test atomico.
AUSTRALIA - "La Corea del Nord si sbaglia seriamente se pensa che un test nucleare migliori la sua posizione contrattuale sulla scena mondiale - ha detto il premier australiano John Howard - Il test ha destabilizzato la regione, ha eroso la sicurezza stessa della Corea del nord. E’ necessaria una forte risposta internazionale e l’Australia darà pieno supporto a tale risposta".
INDIA - "Profondamente preoccupata" per "l’infelice" esperimento nucleare annunciato nelle scorse ore dalla Corea del Nord. E’ la reazione dell’India, che ha espresso la propria condanna in un comunicato del ministero degli Esteri di New Delhi.
PAKISTAN - Un avvenimento "destabilizzante"per la regione. E’ il giudizio del ministero degli Esteri pakistano, che attraverso un portavoce ha deplorato il test nucleare e ha chiesto alla Corea del Nord di "rinunciare a introdurre armi nucleari nella penisola coreana".
ISRAELE - "Questo test nucleare è un atto irresponsabile e provocatore che minaccia la stabilità del nordest dell’Asia e la sicurezza nel mondo", ha scritto in un comunicato il ministero degli Esteri israeliano. Un alto responsabile del ministero, che ha chiesto di rimanere anonimo, ha aggiunto che si tratta di un "campanello d’allarme" e che una situazione simile potrebbe verificarsi anche con l’Iran, "se la comunità internazionale non reagirà in modo più energico".
IRAN - Il portavoce del ministero degli Esteri iraniano Mohammad Ali Hosseini, in relazione all’esperimento nucleare nordcoreano, ha dichiarato alla tv di Stato che l’Iran è fautore di un "mondo senza armi nucleari". (9 ottobre 2006)
www.repubblica.it, 09.10.2006
Chi può gridi!
Dopo il test nucleare Nord Coreano la guerra nucleare è alle porte.
di Giovanni Sarubbi *
Grafico dei test nucleari eseguiti dal 1945 al 1998. Per ingrandire l’immagine clicca sull’immagine stessa. Fonte Wikipedia. [disponibile sul sito]
La guerra nucleare generalizzata è sempre più vicina. L’esperimento nucleare della Corea del Nord è quello che i guerrafondai di tutto il mondo attendevano per dare inizio a questa “ultima follia” dell’umanità.
In realtà il test nucleare Nord Coreano non rende più pericolosa una realtà già drammaticamente pericolosa. In realtà una guerra nucleare si è già combattuta ed è già in corso se si considerano tutte le bombe atomiche fatte esplodere finora nell’atmosfera o nel sottosuolo a partire dalla prima esplosione di Alamogordo, nel New Mexico il 16 luglio del 1945 che precedette la distruzione di Hiroshima e Nagasaki da parte degli USA. E come in tutte le guerre ci sono state e continuano ad esserci vittime su vittime, a cominciare da quelle di Hiroshima e Nagasaki, a finire alle vittime delle armi ad uranio impoverito che sono state milioni soprattutto in Iraq, o nella ex Jugoslavia ma anche fra gli stessi militari USA (alcune migliaia) che per primi hanno usato e continuano ad usare queste armi.
Secondo Greenpeace (aprile 1996), sono stati circa 2044 le esplosioni nucleari condotte fino ad oggi, dei quali 711 nell’atmosfera o in aree marine, per una potenza complessiva di 438 megatoni [1], ovvero l’equivalente di 29.200 bombe di Hiroshima. Queste esplosioni hanno portato alla dispersione nell’ambiente di circa 3800 kg di plutonio e di circa 4200 kg di uranio, materiali altamente inquinanti oltre che radioattivi.
Ciò significa che l’intera umanità avrebbe già potuta essere ridotta in cenere non una ma più volte. 29.200 città come Hiroshima avrebbero potuto essere rase completamente al suolo. Ed in realtà anche se non siamo ancora materialmente completamente distrutti, è distrutta sicuramente la nostra umanità perché queste esplosioni hanno compromesso irrimediabilmente l’equilibrio ecologico dell’intero pianeta e messo in discussione la nostra stessa sopravvivenza[2].
Proprio oggi alcuni giornali hanno dato notizia che “scienziati Usa hanno decretato l’inizio della sesta estinzione sulla Terra, la prima provocata dall’uomo”. Il tutto fra la pubblicità di un pannolino per bambino e quella di un telefonino ultimo grido.
Avremmo voluto leggere di iniziative per la pace di capi di stato, di leader religiosi, di uomini della cultura, e invece nulla. I giornali si dilungano oggi sulla caduta della Borsa di Tokio o delle varie borse dell’estremo oriente a causa della esplosione nucleare nord coreana, o parlano della finanziaria del governo Prodi o delle minacce di Berlusconi di portare in piazza la sua protesta a capo di chi non ha mai pagato una lira di tasse. Il pericolo nucleare è assente dalle preoccupazioni di leader politici o religiosi che siano. La rassegnazione sulla fine imminente sembra prevalere su tutto. Vogliono spegnere in noi qualsiasi anelito di vita e di speranza ed impedirci di pensare.
Ed infatti non si sono fatte attendere le dichiarazioni di chi la guerra nucleare l’ha già combattuta e continua a combatterla, come gli USA, la Gran Bretagna, la Francia, la Russa, la Cina, l’India o il Pakistan, che di bombe atomiche ne hanno a bizzeffe nei loro arsenali e sono pronti ad usarle. Costoro, invece di mettere mano allo smantellamento del loro mastodontico arsenale nucleare, minacciano di “dare una risposta vigorosa” ai nord coreani che hanno ricevuto la tecnologia per realizzare la loro bomba proprio da aziende nord americane. Il male può solo produrre il male. E chi il male produce e diffonde non può ergersi a giudice di alcunché.
E che dire poi di ciò che è stato diffuso dall’agenzia di stampa ufficiale Nord Coreana secondo la quale "il test nucleare è un evento storico che ha portato felicità all’esercito e alla popolazione. L’esperimento atomico contribuirà a mantenere la pace e la stabilità nella penisola coreana". Che umanità è quella che considera il possesso di una bomba capace di uccidere centinaia di migliaia di persone in un sol colpo come un dato positivo, addirittura come elemento di felicità? Che umanità è quella che fra la vita e la morte sceglie di osannare la morte e che fra la via della pace e quella della violenza sceglie la violenza? Fermate il mondo, voglio scendere!
Chi può gridi il proprio dolore, la propria volontà di vita, il proprio bisogno di pace, la propria volontà di dare un futuro all’umanità, la propria opposizione all’odio, alla violenza, alle armi, alla distruzione dell’ambiente. Prima che sia troppo tardi. «Forgeranno le loro spade in vomeri, le loro lance in falci; un popolo non alzerà più la spada contro un altro popolo, non si eserciteranno più nell’arte della guerra.» (Isaia 2,4)
[1] Un megatone equivale a 1000 chilotoni, ovvero 1.000.000 di tonnellate di tritolo.
[2] Nell’immagine che riproduciamo, e che abbiamo tratto da WikiPedia (http://it.wikipedia.org/), c’è il grafico di tutte le esplosioni eseguite dal 1945 al 1998 con i paesi che ne sono stati autori.
*
www.ildialogo.org/editoriali, Lunedì, 09 ottobre 2006
Bologna 14 0ttobre ’06: GIORNATA per il DISARMO ATOMICO
di Disarmo Atomico, alternative di Difesa e Risorse per la Pace e la Nonviolenza. Giornata di confronto tra le Popolazioni, i Politici, gli Scienziati.
Il suolo italiano vede dislocati su di sé ordigni atomici presenti in particolare in due basi militari, Ghedi (40) ed Aviano (50), possibili obiettivi in caso di guerra atomica, senza contare la presenza di sottomarini a propulsione nucleare, potenziali ordigni in caso di incidente.
In questa giornata il pubblico incontrerà persone impegnate per la pace, fra cui Zanotelli, ma anche politici e scienziati e potrà ascoltare la testimonianza dei rappresentanti dei comitati locali che stanno conducendo lotte nei territori ed i loro risultati. Sarà anche un’occasione per presentare la campagna "NO ALLA GUERRA NUCLEARE - insieme per il disarmo" lanciata da Zanotelli.
La giornata pone il problema non dal punto di vista allarmistico o ideologico, ma nell’ottica di chi si è trovato a contatto diretto con questa realtà e si è rimboccato le maniche e, attraverso strumenti democratici e nonviolenti, ha intrapreso concretamente la strada del cambiamento.
Gli interventi della mattina evidenzieranno la realtà viva dei comitati popolari, che porteranno la testimonianza dei protagonisti e tracceranno una mappa dei risultati ottenuti.
Questi gruppi si incontrano per la prima volta a Bologna. E’ prevista la presenza dei rappresentanti dei comitati di Aviano, Camp Derby, Capo Teulada, Gettiamo le Basi, Ghedi, La Maddalena, Napoli, Sicilia, Taranto, Vicenza.
Gli interventi della serata metteranno l’accento da un punto di vista scientifico e politico sulla scarsa validità della scelta nucleare come proposta militare/difensiva a fronte della sua estrema pericolosità civile e focalizzeranno la riflessione su alcune strategie politiche per affrontare il problema e sul percorso della creazione di un riferimento istituzionale alla Difesa Popolare Nonviolenta.
Ospiti del Pomeriggio:
Alex ZANOTELLI (missionario comboniano),
Alfonso NAVARRA (giornalista, Lega Disarmo Unilaterale),
Angelo BARACCA (fisico nucleare, Università di Firenze),
Paolo CENTO (sottosegretario al ministero Economia e Finanze),
Alberto L’ABATE (Univeristài Firenze),
Angelo CAVAGNA (prete dehoniano),
Massimo ALIPRANDINI (campagna OSM-DPN).
Giovanni RUSSO SPENA (senatore PRC)
Modera: Giancarla CODRIGNANI (giornalista)
locandina dell’iniziativa
Locandina 14 ottobre 06 No Nucleare
sul sito del G.A.V.C.I. www.gavci.it saranno disponibili materiali e contributi
G.A.V.C.I. c/o Villaggio del Fanciullo Via Scipione Dal Ferro 4 - 40138 BOLOGNA tel/fax 051.341122 www.gavci.it
*
www.ildialogo.org, Venerdì, 06 ottobre 2006
Il test nucleare nordcoreano non aiuta la causa della Pace
di Rete Disarmo
Presa di posizione della Rete Disarmo sul test bellico nucleare del paese asiatico*
La Rete Italiana per il Disarmo (RID) condanna con fermezza il test nucleare sotterraneo avvenuto ieri, lunedì 9 ottobre, in Corea del Nord. La notizia di questa sperimentazione conferma che la strategia di tensione permanente non può che portare a un mondo sempre meno sicuro.
La Rete Disarmo sottolinea che la causa scatenante della proliferazione nucleare è il mancato rispetto degli impegni assunti dalle Potenze Nucleari firmatarie del Trattato di Non Proliferazione nucleare.
La proliferazione globale di armi atomiche è aumentata drammaticamente proprio perché le cinque Potenze nucleari non hanno ottemperato ai loro obblighi di disarmo. Anzi hanno varato programmi per lo sviluppo di nuove armi nucleari.
Il Segretario Generale uscente delle Nazioni Unite, Kofi Annan, ha dichiarato: "Più aumentano gli arsenali delle Potenze nucleari, più questi Paesi insistono che le armi atomiche sono essenziali alla loro sicurezza nazionale, e più altri Paesi riterranno necessario dotarsene, per la propria sicurezza nazionale."
Lisa Clark, di ’Beati i Costruttori di Pace’ (uno degli organismi membri della Rete), afferma :" La Corea del Nord compie un gravissimo errore se ritiene che le armi atomiche aumenteranno la sua sicurezza. Le armi nucleari non garantiscono maggiormente la sicurezza di nessuno. Purtroppo, però, questo è un errore che compiono molti politici anche dei Paesi europei e membri della NATO."
La Rete Disarmo, che fa parte della rete internazionale per il disarmo atomico "Abolition Now!", ritiene invece che sia essenziale interrompere la pericolosa spirale di proliferazione nucleare ripristinando la legalità sancita dal Trattato di Non Proliferazione.
Perciò la Rete chiede con forza al Governo italiano di farsi portavoce, in seno all’Alleanza atlantica, delle proposte già avanzate dal Governo della Norvegia e dai due rami del Parlamento del Belgio, affinché si inizino subito seri negoziati per porre termine alla politica del "nuclear-sharing" che vede dispiegate armi nucleari sul territorio di Paesi non-nucleari in contrasto con la lettera e lo spirito del Trattato di Non Proliferazione Nucleare.
Chiede inoltre al Governo italiano di accogliere la proposta fatta da Hans Blix, nel rapporto presentato recentemente alla Commissione sulle Armi di Distruzione di Massa, affinché si organizzi al più presto un Vertice Mondiale sul Disarmo Nucleare.
L’unica garanzia contro la proliferazione nucleare è il disarmo nucleare totale e globale, sancito all’Articolo VI del Trattato di Non Proliferazione Nucleare entrato in vigore nel 1970 e mai realizzato pienamento.
Il test nucleare della Corea del Nord dimostra ancora una volta quanto sia urgente per la pace nel mondo che tutti i Paesi firmino e ratifichino il Trattato per la Messa al Bando delle Sperimentazioni Nucleari e si impegnino nella realizzazione di una Convenzione che metta al bando le armi nucleari.
INFO
sulla Rete Disarmo: www.disarmo.org
Per qualsiasi richiesta ulteriore si prega di contattare la Segreteria della Rete Disarmo:
segreteria@disarmo.org - 328/3399267
www.ildialogo.org, Mercoledì, 11 ottobre 2006