Il ministro dell’Economia interviene a un’incontro della Cgil. Oggi la lettera, firmata ocn Prodi, sul Dpef ai presidenti di Camera e Senato
Padoa-Schioppa: "Sacrifici toccano a chi si è arricchito e ha evaso". "La spesa pubblica va vivista là dove esistono sprechi" *
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ROMA - "Chi vive in condizione di disagio non deve più fare sacrifici". E poi: "Bisogna comunque partire dall’alto, da chi si è arricchito e chi ha evaso le imposte". Questo dice il ministro dell’Economia Tommaso Padoa-Schioppa dal palco della Cgil nel corso di un incontro con Guglielmo Epifani.
Le parole del ministro seguono di poco la lettera inviata da Romano Prodi e dallo stesso Padoa Schioppa ai presidenti di Camera e Senato per presentare il Dpef appena approvato. Scrivono i due rappresentanti dell’esecutivo: "Gli sforzi che siamo chiamati a compiere hanno obiettivi ambiziosi, che si rafforzano reciprocamente e produrranno risultati concreti e positivi già nell’ immediato e ancor più nel seguito. E’ con questo spirito, e nella certezza che il loro significato verrà ben compreso, che li proponiamo agli italiani".
Il premier e il ministro dell’Economia, in vista del dibattito parlamentare, spiegano che il Dpef appena approvato avrà il compito di "sbloccare l’Italia dall’intreccio perverso nel quale si è venuta a trovare l’economia". Per fare questo occorrerà riportare il paese nell’alveo delle regole europee. La Finanziaria 2007 servirà anche a questo, scrivono Prodi e Padoa Schioppa. "Essa sarà di un importo complessivo pari a circa 35 miliardi, di cui 20 destinati alla riduzione del deficit e ben 15 a misure di promozione della crescita, della competività e dell’equità sociale".
Il governo - si legge ancora nella lettera - mantiene dunque invariati "gli impegni presi con l’Unione europea per un rientro sotto il 3 per cento del rapporto deficit-pil già nel 2007 - anno in cui si prevede scenda al 2.8 per cebto - e ulteriori correzioni strutturali di mezzo punto percentuale di Pil negli anni successivi".
Quindi la lettera entra nel merito della questione forse politicamente più spinosa: la spesa pubblica. Non basterà una politica fiscale più equa - pure perseguita dal governo - per "correggere gli andamenti di fondo della finanza pubblica", scrivono premier e ministro. Si rende "indispensabile" intervenire anche "su tendenze strutturali della spesa pubblica che sono sempre meno favorevoli, in particolare su quattro grandi comparti - sistema pensionistico, servizio sanitario, amministrazioni pubbliche, finanza degli enti decentrati - che ne rappresentano circa l’80 per cento".
Intervenire sulla spesa pubblica, andando a rimediare là dove esistono sprechi, vuol dire mettere mano - scrivono Prodi e Padao Schioppa - a "ognuno dei quattro grandi comparti" che "presenta al suo interno squilibri, inefficienze, duplicazioni e arretratezze che richiedono, di per sè, interventi correttivi".
Una operazione inevitabile, quella di correzione degli sprechi: "Se pure non fosse costretta a ridurre il deficit e ad alleggerire il peso del debito, l’Italia dovrebbe comunque porre mano a una riqualificazione della spesa pubblica per poter destinare più risorse a nuove infrastrutture, ricerca, politiche di solidarietà sociale, valorizzare la cultura". (8 luglio 2006)
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www.repubblica.it. 08.07.2006
DPEF: Strategia per la competitività e il riequilibrio territoriale
Estratti dal Documento di Programmazione Economica e Finanziaria 2007-2001, presentato da Romano Prodi e Tommaso Padoa Schioppa e approvato dal Consiglio dei Ministri il 7 luglio 2006 (f.b.)*
A indirizzare la spesa in conto capitale in questa direzione sarà il Quadro Strategico Nazionale 2007-2013 (di seguito: Quadro) che l’Italia definirà entro l’estate 2006 anche per accedere all’uso dei fondi europei. La politica regionale di sviluppo delineata nel Quadro sarà diretta a ridurre la persistente sottoutilizzazione di risorse del Mezzogiorno e contribuire alla ripresa della competitività e della produttività dell’intero Paese. Si intende perseguire una “strategia dell’offerta”, che attraverso la realizzazione di infrastrutture materiali e immateriali e il miglioramento dei servizi collettivi conferisca redditività agli investimenti privati. Un aumento della convenienza a investire potrà tradursi in un incremento dell’attività imprenditoriale sia endogena sia esterna ai territori meridionali, con effetti positivi sui redditi e sull’occupazione. Per contrastare il rallentamento della dinamica della produttività nelle regioni del Centro Nord le politiche faranno leva sui punti di forza del sistema produttivo dell’area che, oltre a un settore agroindustriale in rinnovamento, a un settore turistico con rilevanti possibilità di miglioramento, e a produzioni tradizionali con prospettive di crescita dimensionale, comprende medie imprese in grado di affrontare i processi di internazionalizzazione e filiere quali la meccanica, capaci di sviluppare innovazioni sia di processo sia di prodotto e per tale via innescare un processo di modernizzazione utile all’intero Paese.
Sulla base degli impegni europei e dell’Intesa raggiunta da Stato e Regioni nel febbraio 2005, il Quadro conterrà un’indicazione delle priorità, le regole di condizionalità per il trasferimento dei fondi, incluse quelle a tutela del principio di addizionalità dei fondi comunitari, gli impegni finanziari settennali sulle risorse comunitarie e nazionali.
Nel prossimo settennio 2007-2013, in base all’accordo sulle Prospettive finanziarie dell’Unione europea raggiunto nello scorso mese di dicembre, le risorse comunitarie da utilizzare con Programmi nazionali, regionali e interregionali ammontano a circa 29 miliardi di euro. Le risorse nazionali a carico del Bilancio dello Stato richieste per l’accesso ai fondi europei saranno commisurate, secondo una programmazione anch’essa settennale: quanto al cofinanziamento, in base ai tradizionali tassi di cofinanziamento, integrati dalle dovute compensazioni per particolari aree;quanto alle risorse nazionali afferenti al Fondo aree sottoutilizzate, nella misura media dello 0,6 per cento del PIL, in linea con le leggi finanziarie degli ultimi anni. Verranno inoltre garantite, anche partendo dai limiti dell’esperienza passata, condizioni atte ad assicurare requisiti di aggiuntività finanziaria e strategica delle politiche regionali rispetto a quelle ordinarie. Per quanto riguarda la strategia di assegnazione dei fondi, essa si muoverà sulla base dell’esperienza acquisita con il ciclo 2000-20061 e in linea con quanto prefigurato nella bozza tecnico-amministrativa di Quadro definita dalle Amministrazioni centrali e regionali con il partenariato economico e sociale, che ha identificato dieci priorità. Quattro sono i principali obiettivi: 1. sviluppare i circuiti della conoscenza; 2. accrescere la qualità della vita, la sicurezza e inclusione sociale; 3. potenziare le filiere produttive, i servizi e la concorrenza; 4. internazionalizzare e modernizzare.
1) Sviluppare i circuiti della conoscenza
All’accrescimento delle conoscenze concorrono le azioni previste nell’ambito delle priorità “miglioramento e valorizzazione delle risorse umane” e “ricerca e innovazione per la competitività”. Si tratta di interventi per la qualificazione delle risorse umane e delle competenze in un contesto in cui, soprattutto al Sud, del tutto inadeguate appaiono le conoscenze diffuse dei giovani (cfr. par. 1). L’impegno finanziario in tema di istruzione andrà decisamente moltiplicato rispetto a quello, ancora insufficiente, destinato negli anni 2000-2006 al Programma nazionale sulla scuola. Va inoltre proseguito, orientato con maggior forza verso l’obiettivo dell’apprendimento lungo l’arco della vita e migliorato nella qualità, l’intervento di formazione, per il contributo che esso può dare alla capacità di inserimento nel mercato del lavoro degli individui e, in particolare, delle donne. Nel campo della ricerca e dell’innovazione risorse superiori rispetto a quelle assegnate nel periodo di programmazione precedente saranno indirizzate, con criteri fortemente meritocratici a tre linee di intervento: finanziamento di centri d’eccellenza di standard internazionale presenti nel territorio meridionale; meccanismi di “mediazione” tra ricerca e mondo imprenditoriale in grado di valorizzare in termini di innovazione e di produttività i progressi della ricerca nazionale; promuovere la trasformazione della conoscenza in applicazioni produttive, anche valorizzando il ruolo delle tecnologie dell’informazione come fattore essenziale di innovazione.
2) Accrescere la qualità della vita, la sicurezza e l’inclusione sociale
Le condizioni di vita dei cittadini e l’accessibilità dei servizi condizionano la capacità di attrazione e il potenziale competitivo di un’area. Gli interventi sull’ambiente mireranno, innanzitutto, attraverso un incremento di risorse dedicate, ad accrescere la disponibilità di risorse energetiche mediante il risparmio e l’aumento della quota di energia prodotta da fonti rinnovabili. Per i servizi idrici e della gestione dei rifiuti, saranno effettuati, in continuità con l’impostazione data nel 2000-2006, e con una identificazione di precisi obiettivi di servizio, investimenti rivolti all’efficienza e alla tutela del territorio. Saranno previsti interventi per il miglioramento dell’accessibilità, con particolare attenzione alla logistica e alla disponibilità e qualità dei servizi sociali. Indispensabili risultano inoltre azioni che, soprattutto in alcune regioni del Mezzogiorno, contrastino e prevengano i fenomeni criminali, ripristinando condizioni di adeguata sicurezza. Esse andranno condotte con un forte impegno sulla qualità delle risorse umane coinvolte e con un legame alle iniziative territoriali, che è finora mancato. A questi obiettivi è rivolta la priorità “Inclusione sociale e servizi per la qualità della vita e l’attrattività territoriale”, con accresciute risorse finanziarie.
3) Potenziare le filiere produttive, i servizi e la concorrenza
Gli interventi previsti in questo ambito si rivolgeranno alla promozione della competitività delle filiere produttive, incidendo sulle posizioni di rendita che pongono un netto limite alle potenzialità di crescita dei territori. Essi saranno integrati con azioni specifiche e modalità volte a incrementare la concorrenza nell’accesso alle opportunità offerte dai programmi, nei mercati dei servizi di pubblica utilità, e alla creazione di esternalità positive per il sistema delle imprese . Ad aumentare la competitività dei sistemi di imprese contribuiranno anche “progetti integrati locali”, in base alla priorità “competitività dei sistemi produttivi locali e occupazione” e interventi per la mobilità e la logistica. Potranno contribuire anche meccanismi fiscali automatici, come i crediti d’imposta, da finalizzare alla ricerca, alla crescita dimensionale, agli start-up innovativi. A tali azioni si affiancheranno quelle mirate ad aprire spazi alla concorrenza e a ridurre il peso della burocrazia sull’attività imprenditoriale. Particolare rilievo assumono le potenzialità di alcune filiere produttive:
• l’agro-alimentare potrà avvalersi anche di interventi atti a rendere più accessibili i mercati di sbocco e a rafforzare la logistica (priorità “reti e collegamenti per la mobilità”e “apertura internazionale e attrazione di investimenti, consumi e risorse”); • la filiera meccanica potrà attivare fra l’altro la necessaria promozione e valorizzazione di produzione di energia rinnovabile; • la filiera del turismo culturale e ambientale potrà orientare il proprio sviluppo grazie alla concentrazione delle risorse su pochi grandi attrattori culturali e naturali che già beneficiano di flussi di domanda turistica internazionale (priorità “valorizzazione delle risorse naturali e culturali”); • i servizi avanzati nel campo della scienza, delle nuove tecnologie e della cultura potranno meglio svilupparsi nei sistemi urbani e nelle aree metropolitane grazie a un più elevato sostegno finanziario alle azioni per connettere le città e i sistemi territoriali con le reti materiali e immateriali dell’accessibilità e della conoscenza, al rafforzamento della specializzazione delle funzioni urbane.
4) Internazionalizzare e modernizzare
L’apertura del Mezzogiorno ai flussi di merci e persone, nonché il suo potenziamento quale area di destinazione di investimenti diretti esteri potrà essere favorita da interventi infrastrutturali e logistici destinati a rafforzare la capacità di penetrazione commerciale delle imprese dell’area sui mercati di sbocco e l’attrattività di queste aree per gli investitori. Quest’ultima andrà anche promossa attraverso il rafforzamento di un programma dedicato. Le relazioni internazionali del Mezzogiorno, affiancandosi a un rafforzamento dell’azione di capacity building, accelereranno la modernizzazione complessiva.
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http://eddyburg.it, 09.07.2006