Politica

Dal pensiero debole a Gioacchino da Fiore, con passaggio in Rete

Gianni Vattimo candidato a sindaco di San Giovanni in Fiore in Calabria
mercoledì 30 marzo 2005.
 

Fiore è il luogo della Sila da cui, per l’abate Gioacchino, sarebbe incominciata l’età dello spirito, della concordia, della pace, insomma del rinnovamento del mondo. Si sbagliava proprio, Gioacchino: in tutta l’area silana (ma il discorso si può estendere all’intera Calabria), non sembra vi sia traccia di tale innovazione. Anzi, è accaduto il contrario, rispetto alla previsione gioachimita: dopo le guerre mondiali del Novecento, la classe politica locale ha prodotto danni enormi, obbligando alla fuga, alla partenza, o, peggio ancora, all’obbedienza cieca. A ottocento anni di distanza dal quel tentativo di risvegliare lo spirito degli uomini, la voce del frate, secondo Dante Alighieri "di spirito profetico dotato", è in rete (www.lavocedifiore.org) grazie al lavoro appassionato di un gruppo di giovani di San Giovanni in Fiore che in questi giorni sono alla ribalta per avere candidato a sindaco del loro comune un calabrese di ritorno, il filosofo del pensiero debole Gianni Vattimo. Il sito, meglio, il giornale on line, si pone l’obbiettivo ambizioso di ridare passione, speranza, parole al popolo dimenticato che vive in quello spicchio di Calabria. Dare la voce al coraggio delle idee è una battaglia antica da quelle parti (e nel resto della regione). Una battaglia quasi sempre persa, però, sopraffatta dalle legioni dell’ignoranza (e degli ignoranti), dall’atavica paura di mostrasi per non incorrere nel peccato mortale di pensare con la propria testa. Da chi, in possesso del bastone del comando, ha picchiato duro, senza pietà, e solo per il suo personalissimo e misero tornaconto. La Voce di Fiore vuole rompere quel circolo vizioso, scardinare quei meccanismi vecchi di oltre un secolo che hanno immobilizzato quel popolo, privato dello sviluppo, annichilito, reso muto e rassegnato.

Gianni Vattimo sindaco La candidatura di Vattimo nasce da una prospettiva, dunque, da un’idea diversa di società. Un’idea che non poteva essere contenuta in nessuno degli schieramenti già presenti in campo: per questo gli animatori della Voce di Fiore hanno messo insieme una lista civica (Vattimo per la città), di sinistra ma al di fuori del centro sinistra, e presentato un programma in cento punti. Un programma articolato, si badi. Dal potenziamento del servizio assicurato dai Vigili urbani, esteso anche alle ore notturne (punto 71), per esempio, al recupero dei fondi pubblici (punto 7); dall’istituzione, presso l’ospedale civile, di un reparto di cardiologia attrezzato (punto 28) al collegamento a Internet gratuito, a spese del Comune, per tutta la popolazione (punto 40). Insomma, una candidatura nata dal basso, a margine di incontri pubblici, dibatti, conferenze filosofiche. Nata dal tentativo di un risveglio culturale e morale. Nata dalla Politica, cioè da quell’attività, difficile, ma necessaria e appassionante, viva e salvifica, di chi prende parte alla vita collettiva. Alla ricerca di quello spirito pubblico meridionale che pare smarrito: se è necessario, come novelli Diogene, per illuminare meglio gli interstizi della politica lasciati al buio dall’apatia di decenni di malgoverno. Anche, soprattutto di sinistra. Che si vinca o si perda, la presenza di Vattimo e l’ardore degli animatori della Voce di Fiore hanno già reso possibile una piccola, grande rivoluzione: riportare in piazza bisogni, sentimenti e voglia di rimettere in moto quell’età dello spirito, della concordia, della pace, insomma quel rinnovamento del mondo. Anche solo in un piccolo centro tra i boschi della Sila.

di Francesco Mollo e Alberto Abenante dal sito www.aprileonline.info (del 24/03/2005), quotidiano diretto da Aldo Garzia e Nicola Tranfaglia


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