Approfondimento

Catanzaro-Lamezia Terme: D’Ippolito vince il primo confronto con Tallini e Viscomi

Il "round" a "Lo Sfascio", la trasmissione tv del "Corriere della Calabria" condotta da Pietro Bellantoni
venerdì 2 febbraio 2018.
 

Giuseppe d’Ippolito (M5s) si è aggiudicato il primo confronto tv con Domenico Tallini (Forza Italia) e Antonio Viscomi (Pd), suoi principali avversari nel collegio uninominale di Catanzaro-Lamezia.

Sul “campo” neutro della televisione del Corriere della Calabria , a Lo Sfascio di Pietro Bellantoni i tre si sono fronteggiati insieme ad Aldo Rosa, giovane candidato di Liberi e Uguali. Domande identiche e due minuti a testa per “giro”, con Bellantoni attentissimo all’equilibrio imposto dalla par condicio in vigore.

Più volte Tallini ha chiamato «amico» D’Ippolito, riproponendo il suo approccio politico distintivo. E l’altro ha ribattuto con lo scientifico «consigliere», invitandolo a non occuparsi di Lamezia Terme per il bene della città e degli abitanti.

In apertura Tallini ha cercato d’ingraziarsi il favore dei lametini, certo che la partita con D’Ippolito, secondo i sondaggi molto favorito rispetto a Viscomi, si giocherà proprio a Lamezia, dove il candidato di Forza Italia conta, ha lasciato intendere, sull’appoggio dell’«amico Paolo Mascaro», sindaco caduto anzitempo a causa dello scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni mafiose.

E dunque il coup de théâtre di Tallini, che si è lanciato nella difesa del popolo lametino dal marchio di mafiosità collettiva a suo avviso conseguente allo scioglimento. Ma D’Ippolito ha replicato con calma assoluta, significando che lo scioglimento è dipeso soltanto dalle liste elettorali a sostegno di Mascaro, che ne ha la responsabilità politica. Qui Tallini ha capito che D’Ippolito - il quale ha rammentato la battaglia civile dei lametini per salvare il tribunale - l’avrebbe “steso al tappeto”, se il forzista avesse continuato con quell’argomento retorico.

Perciò Tallini ha provato a smarcarsi, e ancora una volta ha sbagliato manovra, accusando i deputati 5stelle Dalila Nesci e Paolo Parentela di scarsa attività parlamentare. E D’Ippolito, come un panzer tedesco, a elencargli gli atti prodotti e le questioni sollevate dai due pentastellati: su sanità, inquinamento ambientale, illeciti e pratiche clientelari in ambito pubblico.

“Colpito all’addome”, Tallini ha incassato il colpo, anche quello successivo di D’Ippolito, che gli ha obiettato un’opposizione morbida, se non inesistente, in Consiglio regionale. Al che Tallini ha chiamato Viscomi a testimoniare il contrario, ma il vicepresidente della giunta Oliverio si è guardato bene dall’avvalorare le tesi del consigliere regionale di Forza Italia, rimanendo implacabile, impacciato nel ruolo di burocrate che il Pd gli ha ritagliato e perfino autolesionista in discorsi di bandiera sulla ripresa economica dell’Italia e sull’operato dei governi nazionale e regionale.

È emerso che il duello elettorale sarà tra Tallini e D’Ippolito, due personaggi all’opposto per visione politica, metodi e formazione: il primo accomodante e conservatore, il secondo intransigente, concreto e di rottura.

Tutti zitti quando D’Ippolito ha "aperto il fuoco" contro le banche e rimarcato l’esigenza, per creare lavoro, l’eterno problema della Calabria che emigra, di riformare le norme sulla vigilanza circa il credito e il risparmio. Il candidato 5stelle, già presidente dell’Associazione nazionale dei consumatori e ispiratore di celebri invettive di Beppe Grillo contro i giganti della finanza e del capitalismo, ha parlato con estrema chiarezza: per fermare le banche serve l’autonomia che i vecchi partiti non hanno.

Il collegio uninominale per la Camera di Catanzaro-Lamezia Terme è emblematico: la “gara” tra Forza Italia, Movimento 5stelle e Pd, sulle gambe di Tallini, D’Ippolito e Viscomi, riflette le differenze profonde fra le tre forze politiche in Calabria. Forza Italia si affida a una raccolta del consenso basata su rapporti di potere; il Pd prova a rifarsi una veste malgrado il diffuso malcontento per le solite candidature, per esempio Enza Bruno Bossio, Giacomo Mancini junior e Nico D’Ascola, e 5stelle scommette sull’esempio e sul coraggio, che D’Ippolito rappresenta di là da ogni dubbio.

Giorgio Aligi Colesanti


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