Editorialazzu

"Tuttappostu" e niente in ordine. Pronto soccorso, e chilli re carovane?

L’attesa decisione del Consiglio di Stato pesa sulle sorti del Pronto soccorso di San Giovanni in Fiore
sabato 15 ottobre 2016.
 

Ieri vi abbiamo raccontato dell’appoggio (politico) di Cgil, Cisl, Uil e Ugl alla consulenza di recente affidata dall’Asp di Cosenza a un chirurgo universitario, in particolare per interventi di tiroide all’ospedale di San Giovanni in Fiore (Cs).

Ad evitare disinformazione, con buona pace della segreteria locale del Partito socialista italiano, che ha voluto interpretare per utile politico gli atti del caso, la consulenza è stata data al singolo e non a un’équipe. Nella relativa deliberazione si legge che per gli interventi chirurgici sarà necessario servirsi di professionisti esterni. Tuttavia, il compenso sarà versato al consulente titolare e soltanto per le sue prestazioni.

È invece da vedere chi pagherà l’eventuale équipe esterna, quanto costerà, se ci saranno operazioni e con quali mezzi e personale sarà garantita - anche per la sicurezza dei pazienti - l’attività chirurgica all’occorrenza programmata.

Dovevamo queste precisazioni ai nostri lettori, in quanto negli ultimi giorni sono state diffuse notizie alterate da parte di politici che non fanno giornalismo, i quali non amano che i fatti diventino pubblici.

Gli stessi sindacati locali non uscivano da molto tempo. Da quando Mario Oliverio è presidente della Regione Calabria non sono mai più intervenuti sulla riorganizzazione dei servizi sanitari a San Giovanni in Fiore. Nulla hanno detto dopo la pubblicazione del primo decreto commissariale sulla rete dell’assistenza ospedaliera, il numero 9/2015; nulla dopo il successivo, il numero 30/2016; nulla in seguito a quello di aggiornamento, il numero 64/2016. Eppure mezza Calabria era sul piede di guerra, per i citati provvedimenti.

Gli stessi sindacati locali non si sono fatti sentire apertamente per la recente chiusura della Ginecologia e per il trasferimento delle ostetriche che vi lavoravano, per i problemi del Laboratorio analisi, per le carenze di personale in Pronto soccorso e al 118 o per la centrale operativa dell’Asp di Cosenza, che ci risulta non poco limitata nel trovare posti letto in Calabria.

Gli stessi sindacati non hanno proferito verbo a proposito dell’inefficace Cup provinciale, dell’ingolfamento registratosi nei mesi scorsi nel reparto di Medicina, riguardo all’importanza di aumentare le ore per il servizio di Cardiologia, sulla vicenda dell’organico dell’Anestesia, circa le assunzioni imposte dalla normativa sui turni e i riposi obbligatori oppure in relazione all’importanza di impugnare la rete ospedaliera Scura-Urbani, per cui lo stesso popolo sangiovannese ha indotto a muoversi il sindaco Giuseppe Belcastro, alias “Tuttappostu”, su impulso di “La Voce di Fiore”.

Insomma, Cgil, Cisl, Uil e Ugl di San Giovanni in Fiore hanno finora vissuto come fosse “tuttappostu” nella sanità locale. Talmente tanto da tacere anche sul mutismo e immobilismo del Consiglio comunale di San Giovanni in Fiore, che dal luglio 2015 si è riunito soltanto una volta, esattamente il 25 febbraio 2015, per discutere dei problemi dell’ospedale e della medicina del territorio, così cedendo alle pressioni degli indignati utenti di Internet.

Qualcosa che non funziona c’è, ed è evidente. Maggioranza e sindacati vivono su un altro pianeta oppure attendono - come Vladimiro ed Estragone fanno per Godot - il passaggio salvifico di san Mario (Oliverio), quel taumaturgo che dopo aver “regalato” un bocciodromo fondamentale (ma chiuso) alla comunità nostrana sembra non essere più interessato al luogo natio.

Gli stessi sindacati - per chiudere senza dimenticare nulla - non si sono preoccupati della vicenda della gara per l’adeguamento del Pronto soccorso dell’ospedale di San Giovanni in Fiore, conclusiva di un vecchio progetto rimasto a lungo nei cassetti della burocrazia e di importo appena superiore ai 260 mila euro, investimento pubblico comunque basso.

Con la delibera n. 763 del 10 maggio 2016, l’Asp di Cosenza aveva stoppato la procedura negoziata per la ristrutturazione del Pronto soccorso, che avrebbe portato la ditta “Omnia impianti” di San Giovanni in Fiore a iniziare i lavori per aver presentato un’offerta migliore rispetto all’altro concorrente.

L’Asp era intervenuta in autotutela per l’omessa indicazione, da parte di “Omnia impianti”, dei costi di sicurezza aziendale, benché nella relativa modulistica di gara non vi fossero gli spazi appositi. Con istanza di autotutela del 5 settembre scorso, il legale di “Omnia impianti”, Germana Villirillo, aveva chiesto al direttore generale dell’Asp di Cosenza, Raffaele Mauro, «di effettuare il riesame e/o la revisione in autotutela della Delibera n. 763 del 10/05/2016 emessa in relazione alla procedura», per la mancata applicazione, da parte del Tar Calabria, di una sentenza del Consiglio di Stato in adunanza plenaria (27 luglio 2016, n. 19), che nello specifico avrebbe consentito di definire giuridicamente la questione a favore di “Omnia impianti” e di partire col rifacimento del Pronto soccorso.

L’ufficio legale dell’Asp di Cosenza, sappiamo, ha valutato come solide le tesi di “Omnia impianti”, ma l’azienda sanitaria non è tornata sui suoi passi. Sarà stato per prudenza, non vogliamo azzardare strane congetture. Il 20 ottobre il Consiglio di Stato dovrebbe pronunciarsi nel merito.

A riguardo vi sono due scenari possibili: se vince “Omnia impianti” i lavori inizierebbero nel giro di 3-4 mesi; se il Consiglio di Stato ne rigetta l’appello, la gara va rifatta e la progettazione dovrà essere invece realizzata dall’Asp di Cosenza, per l’entrata in vigore, dal 2016, del nuovo Codice degli appalti. In questo caso si perderebbe probabilmente un altro anno di tempo, ma a questo punto va atteso il verdetto della magistratura amministrativa.

“Omnia impianti” è una società locale che dà lavoro a una ventina di persone del posto ed è operativa anche fuori regione.

La decisione di partecipare alla gara per l’adeguamento del Pronto soccorso, attualmente in spazi angustissimi che complicano le attività sanitarie, è stata molto sentimentale, per ragioni di campanile.

Così, con tanta buona volontà, con impegno e orgoglio, dirigenti e tecnici di “Omnia impianti” hanno affrontato i vari passaggi, nella convinzione di dare un contributo concreto, al di là dell’utile economico, nella fattispecie piuttosto esiguo, al rilancio dell’ospedale di San Giovanni in Fiore.

Da mesi e mesi ripetiamo che serve potenziare il Pronto soccorso, perché l’emergenza-urgenza è la base per una comunità di montagna le cui strade e avversità meteorologiche non permettono lussi né supercazzole e perdite di tempo. “Tuttappostu”, e niente è in ordine.

Emiliano Morrone

emilianomorrone(at)gmail.com

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