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I Talebani hanno rapito Daniele Mastrogiacomo, giornalista di Repubblica

martedì 6 marzo 2007.
 

Roma, 6 mar. (Adnkronos/Ign) - Paura per il giornalista italiano Daniele Mastrogiacomo, inviato di ’La Repubblica’, di cui non si hanno più notizie da domenica scorsa. Mastrogiacomo, arrivato in Afghanistan a metà della settimana scorsa, si sarebbe recato nel sud del Paese e da allora non si sarebbe più messo in comunicazione con il quotidiano. L’ultimo contatto con la redazione risale appunto a domenica sera, quando ha fatto una registrazione per la televisione di ’Repubblica’, trasmessa anche dalla radio ieri mattina.

La notizia sulla perdita dei contatti con il giornalista di ’Repubblica’ è arrivata qualche ora dopo quella del rapimento di un giornalista britannico nella provincia meridionale di Helmand. Un portavoce dei Talebani, Kari Mohammad Yousif Ahmadi, ha detto che il britannico rapito lavorava per il quotidiano ’La Repubblica’ a Peshawar, in Pakistan, ma adesso sarebbe al seguito delle forze britanniche ad Helmand, nel sud dell’Afghanistan. Il timore è che i Talebani possano aver fatto confusione, scambiando Mastrogiacomo per un giornalista britannico. Tra l’altro, l’inviato di Repubblica risulta nato a Karachi, in Pakistan.

Dopo ore di incertezza nella sede del quotidiano romano non hanno più dubbi che si tratti proprio di Mastrogiacomo. "C’è stato un equivoco - dicono fonti del giornale diretto da Ezio Mauro, riferendosi alla rivendicazione da parte degli "studenti di teologia" - ma adesso è chiaro che il reporter rapito è Mastrogiacomo".

Tra l’altro, un’ulteriore prova sarebbe l’identità dei due afghani rapiti insieme al giornalista, Sayed Agha e Ajmal, il traduttore e l’autista che Mastrogiacomo ha ingaggiato e che viaggiavano insieme a lui nel sud.

"Stiamo indagando per stabilire se si tratti di spie britanniche", ha detto Ahmadi, riferendosi al giornalista e ai due afgani. Il comandante talebano delle province dell’Afghanistan sud-occidentale, Mullah Dadullah, in una dichiarazione raccolta da Aki-Adnkronos International, ha dichiarato che se i tre se fossero identificati come spie ’’sarebbero trattati secondo la Sharia’’, ovvero uccisi mediante decapitazione.

I talebani non accettano documenti internazionali di viaggio o accrediti ufficiali ma chiedono ai reporter stranieri una lettera di ’referenze’ emessa da un loro informale ’ufficio stampa’ che opera nelle zone di confine con il Pakistan. I giornalisti che non riescono ad esibire tali lettere possono essere sequestrati con l’accusa di spionaggio.

La ’Bbc’, citando un giornale pachistano, aveva identificato il reporter come John Nichols, specificando però che nessuno a Kabul, né le autorità americane né quelle britanniche né quelle afghane erano state in grado di dire per chi lavorasse. La stessa ’Bbc’ aveva escluso che si potesse trattare di quel John Nichols, ex pilota della Raf catturato in Iraq nel 1991 che ora lavora come giornalista e risulta essere in Inghilterra. Dal Foreign Office a tuttora non è arrivata alcuna conferma sul presunto rapimento di un giornalista britannico. Nessuna conferma ufficiale è ancora arrivata neanche dal governo di Kabul.

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano segue costantemente e con viva preoccupazione, attraverso l’unita’ di crisi del ministero degli Esteri, la vicenda del sequestro.

Anche il vice premier e ministro degli Esteri Massimo D’Alema sta seguendo personalmente la vicenda. D’Alema, riferisce la Farnesina, si mantiene in stretto raccordo con l’Unità di crisi del ministero, per coordinare le iniziative in corso, al fine di acquisire, anche attraverso l’ambasciata d’Italia a Kabul, elementi certi sulle circostanze che hanno determinato il mancato contatto di Mastrogiacomo con la redazione di Repubblica.

Da parte sua il portavoce di Romano Prodi, Silvio Sircana, sottolinea: ’’Sono in contatto con Gregorio Botta della direzione di ’Repubblica’. Stiamo cercando di avere notizie più precise’’. ’’Dispiace -aggiunge- che in televisione sia uscito il nome del giornalista. Si poteva pensare alle famiglie...’’. Il viceministro agli Esteri, Ugo Intini, precisa che ’’non ci sono rivendicazioni né contatti’’ e si ’’sta cercando di capire’’ cosa è successo.

La vicenda è seguito di momento in momento dalla procura della Repubblica di Roma che si tiene in costante contatto con la Farnesina. Ad occuparsi del caso è il pm Franco Ionta, pronto, in base agli sviluppi, ad aprire un fascicolo ipotizzando il reato di sequestro di persona a scopo di terrorismo.

Oltre a Mastrogiacomo - che si è recato al sud per tentare alcune interviste con i leader Talebani - in Afghanistan ci sono anche l’inviato del ’Corriere della Sera’ Francesco Battistini e il collega di ’Panorama’ Giovanni Porzio..


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