Editorialazzo

Domenica 29 il Consiglio ombra di San Giovanni in Fiore, ecco le ragioni

sabato 28 settembre 2013.
 

Uno può farsi gli affari suoi. Può continuare a vivere come sempre, contentarsi, pagare ciecamente le tasse e dedicarsi a vari svaghi.

Al contrario, uno può scegliere di protestare e contribuire al bene comune. Può decidere di non calare la testa se qualcosa non lo convince, d’informarsi della politica locale, di andare in fondo sulle spese pubbliche e sui risultati conseguiti dal Municipio, dalla Regione o dal governo nazionale.

Io sto a Roma e giro spesso in Calabria. Il mio lavoro mi occupa molto tempo e mi leva tante energie. Tuttavia, mi interesso nel mio piccolo di come viene amministrata San Giovanni in Fiore (Cosenza), in cui ho vissuto a lungo, mantenendo sentimenti profondi per la sua gente, la sua storia, il suo futuro.

Da tempo - dato il mio modestissimo contributo alla comunità, con iniziative culturali, denunce, saggi e proposte - esprimo delle critiche circostanziate sull’operato della giunta comunale.

Purtroppo, le stesse non sono state considerate dai diretti interessati. Anzi, sono state trasformate in polemiche e attacchi; come usa in ambito politico, quando si vuole evitare la discussione e il confronto.

Alla maggioranza locale non è bastata l’esposizione dei fatti, per ammettere e correggere eventuali errori; non è servita la logica e non è valso il garbo.

Il diffuso scontento popolare, poi, non ha scalfito il presidente del Consiglio comunale Luigi Astorino (Pdl). Né ha avuto un seguito la mia ripetuta richiesta di risposte, con l’indicazione grafica, in rete, dei suoi giorni di silenzio.

Nulla: i governanti locali sono stati sordi, immobili, indifferenti. Sono stati passivi, forti dei loro numeri in Consiglio comunale, sicuri che sino a fine mandato, cioè fra quasi tre anni, nessuno li caccerà dal palazzo.

Qualche mal di pancia l’hanno avuto i consiglieri di maggioranza cosiddetti «dissidenti», salvo, spesso, il loro voto conforme alle proposte della giunta.

Antonio Cannizzaro, Salvatore Greco e Luciano Iaquinta, questi i loro nomi, preferiscono sopportare piuttosto che esercitare, come è auspicabile, un’azione politica condizionante, che permetta di aprire gli orizzonti dell’esecutivo per rispondere correttamente alla città.

Poi c’è il mio amico Vincenzo Mauro, An del Pdl, che parla come un telecronista calcistico brasiliano, senza però manifestare in Consiglio il proprio disappunto, il suo notorio imbarazzo.

Così, l’esecutivo locale si regge su meri equilibri interni alla maggioranza, tralasciando le mancanze lamentate da non pochi abitanti.

In sostanza, Pdl e soci si sono persuasi che non ha senso considerare l’animo, i bisogni, la voce dei cittadini. L’importante è perpetrare i rapporti attuali in maggioranza: c’è sempre tempo, alla prossima campagna elettorale, per convincere l’opinione pubblica che era indispensabile ogni passaggio compiuto, ogni atteggiamento - anche di esclusione, aggressione o tatticismo politico - verso i governati.

Con questa filosofia amministrativa la maggioranza ha approvato il piano di risanamento del bilancio, nonostante il parere contrario dei revisori e del responsabile della ragioneria comunale. Ancora, la maggioranza ha mantenuto livelli di assoluta iniquità nei tributi, specie per gli emigrati, e ha preparato il terreno per la botta definitiva - con la nuova Tares e gli aumenti delle altre tasse - alle solite categorie che pagano.

Questi, lettori miei, sono fatti. Ed è difficile smontarli con proclamazioni di autostima o asserzioni in linguaggio messianico.

I cittadini riceveranno tasse alle stelle, rispetto a cui la difesa della maggioranza sarà generica e meramente politica. Vi anticipo alcuni punti su cui la stessa insisterà:

1) le precedenti amministrazioni hanno svuotato le casse comunali;

2) le mosse di bilancio sono state per il bene dei sangiovannesi, che ne capiranno il senso e il valore.

Con questi argomenti, più di qualcuno della maggioranza vorrà scaricare sul sindaco responsabilità politiche che non possono imputarsi soltanto a lui.

La città vive in funzione delle esigenze delle "Giubbe rosse", cui va la mia solidarietà, anzitutto perché finora non hanno un lavoro vero, perché non ricevono contributi previdenziali e perché dubito che la Regione possa un giorno assumerle stabilmente. Non esistono, però, solo le "Giubbe rosse".

La maggioranza ha scelto una direzione: ottenere per le "Giubbe", subordinando - e non di rado accantonando - ogni altra questione e categoria della città. Poco importa se è stata un’imposizione del sindaco, un’accettazione della maggioranza o entrambe.

In realtà è esattamente come detto. A discapito dell’unità sociale, delle attività produttive, della sanità, dei servizi, delle politiche culturali e del turismo, che hanno nell’Abbazia florense il più importante riferimento; benché dimenticata dalla stessa maggioranza che il 5 gennaio 2010 manifestò con la società civile a tutela dell’edificio religioso.

Ecco perché ho deciso di non pensare ai fatti miei e di convocare, per domenica 29 settembre 2013, il primo Consiglio comunale ombra di San Giovanni in Fiore, con il compito di cambiare i termini della politica locale, promuovendo visioni, idee e proposte.

Tutti sono invitati e tutti possono partecipare alla discussione pubblica. Al di là di appartenenze, ideologie, orientamenti politici.

Emiliano Morrone (Su FACEBOOK)

-   sindaco ombra di San Giovanni in Fiore, Cosenza

Precedenti proposte del sindaco ombra

Modificazione del regolamento sulla tassa rifiuti e convocazione di un consiglio comunale per discutere della Tares, che è un’offesa in una regione come la Calabria, la quale non ha risolto l’emergenza rifiuti, nonostante dallo Stato abbia ricevuto oltre un miliardo di euro

Potenziamento servizio di Cardiologia

Potenziamento laboratorio di Analisi cliniche

Affitto strutture sportive pubbliche

Abbazia, ospedale, formazione lavoratori Sial e cooperative

Assessore alla Cultura a titolo gratuito


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