CALABRIA. POLITICA E ’NDRANGHETA ...

INTERVISTA AD ANGELA NAPOLI, SULLO SCIOGLIMENTO DEL CONSIGLIO COMUNALE DI REGGIO CALABRIA - di VIVIANA PIZZI

Bisogna tener presente che è il primo capoluogo di provincia sciolto per continguità con la mafia. Ma è grave soprattutto perché la comunità non si è mai resa conto della cappa e del malaffare che l’hanno sovrastata per anni. Finalmente possiamo dire che Reggio Calabria è libera e ora sta ai reggini saper fare buon uso di questa libertà.
giovedì 11 ottobre 2012.
 

REGGIO/ Angela Napoli: “Vinta una battaglia”. Frecciata a Scopelliti: “Chi ha causato lo sfacelo chieda scusa”

di Viviana Pizzi *

Lo scioglimento per contiguità mafiosa del Consiglio Comunale di Reggio Calabria “ha segnato una pagina di libertà e giustizia per l’intera città”. L’onorevole Angela Napoli (Fli), membro della Commissione antimafia del Parlamento, ha le idee chiare su quanto avvenuto ieri. Per la finiana è arrivato il tempo di abbandonare quel senso di impotenza di fronte a gravi fatti di cronaca che hanno dimostrato la collusione tra ‘ndrangheta e politica in Calabria. Si tratta di un atto amministrativo primo in Italia a cui, secondo l’onorevole, seguiranno altre inchieste e vicende di cronaca. La Napoli, peraltro, preferisce non lanciare accuse ai politici che per anni l’hanno denigrata anche quando era un membro del Pdl - anche se sono evidenti le sue frecciate alla gestione Scopelliti. Meglio pensare al domani, dice. E chiama tutti i reggini onesti a collaborare alla Commissione Straordinaria chiamata ad amministrare la comunità per diciotto mesi. Noi abbiamo inteso approfondire con lei alcuni aspetti della vicenda.

Da Roma hanno sciolto il Consiglio Comunale di Reggio Calabria per contiguità con la mafia. Lei da sempre aveva denunciato questo stato di cose, ma era stata oggetto di attacchi furiosi e addirittura additata come giustizialista tout court. Cosa si sente di dire oggi alle forze politiche della città?

Mi sento di invitare le persone che hanno causato questo sfacelo a chiedere scusa alla città di Reggio. Ora mi aspetto da parte loro una presa d’atto di quanto avvenuto e un gesto di responsabilità da parte loro, ossia che si facciano da parte per il bene della città.

Da membro della Commissione antimafia cosa pensa si debba fare ora per restituire la città ai reggini onesti?

Si potrebbe risorgere con l’unione di forze sane. Non solo politiche, ma anche quelle del mondo del volontariato, quelle civiche e sociali. Bisogna per questo oltrepassare gli schieramenti combattendo tutti insieme il malaffare e la corruzione, facendo così riemergere la parte lodevole della città.

Anche superando gli steccati dei partiti con un governo di salute pubblica?

Certo, è proprio quello che volevo intendere. E’ inutile legarsi agli schieramenti politici in un momento in cui bisogna guardare soltanto al bene di Reggio Calabria.

Quanto è grave un fatto del genere per una città come Reggio Calabria?

Più che grave è pesante. Bisogna tener presente che è il primo capoluogo di provincia sciolto per continguità con la mafia. Ma è grave soprattutto perché la comunità non si è mai resa conto della cappa e del malaffare che l’hanno sovrastata per anni. Finalmente possiamo dire che Reggio Calabria è libera e ora sta ai reggini saper fare buon uso di questa libertà.

Quali sono stati gli ultimi fatti di cronaca che hanno fatto pensare a una soluzione del genere per il capoluogo calabrese?

Erano davvero tantissimi a partire dallo scandalo delle società partecipate. Basti pensare agli arresti del consigliere comunale Plutino e alla vicenda dell’ assessore Morisani senza tralasciare la vicenda dall’ex assessore Duccio costretto alle dimissioni per quanto contestato alla suocera. Poi non bisogna tralasciare quanto dichiarato dai pentiti e le dichiarazione del colonnello Giardina durante la fase processuale dell’operazione antimafia Metra.

Onorevole Napoli si è mai sentita sola in questa lotta contro il malaffare?

Di sicuro non è stato facile. Alcune volte non vi è dubbio sono stata vittima di attacchi feroci e costanti. Gli uomini del mio partito pensavano che io stessi portando avanti battaglie contro il singolo. In molti casi le mie battaglie non sono state comprese ma ora i fatti mi danno ragione.

Pensa di aver vinto una battaglia o la Guerra con questa decisione del Governo?

Per ora si tratta solo di una battaglia: la Guerra non è stata ancora vinta. Questo del Governo è soltanto un provvedimento amministrativo, ma io sono convinta che ci siano ancora tante inchieste da far emergere e tante responsabilità da attribuire.

* l’Infiltrato, Mercoledì 10 Ottobre 2012


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