Reggio Calabria: 370 indagati nell’inchiesta sulla mancata assegnazione dei beni confiscati alla ’ndrangheta

Gli inquirenti indagano circa gravi inadempienze e responsabilità oggettive di centinaia di amministratori locali
venerdì 22 agosto 2008.
 

Sindaci, amministratori, professionisti, un magistrato ed un ex ufficiale della Guardia di Finanza sono indagati in una indagine del Ros di Reggio Calabria sul mancato utilizzo dei beni sequestrati alle cosche. Lo scrive oggi il quotidiano ’La Stampa’.

Le indagini hanno avuto inizio nel 2006 quando il Ros accertò che a Reggio Calabria in uno stabile confiscato con sentenza definitiva nel 1997 a Pasquale Condello, e divenuto ormai di proprietà del Comune, vivevano ancora i familiari del boss. I carabinieri decisero di avviare verifiche sui beni confiscati alle cosche.

Dalle indagini è emerso che i ritardi nell’assegnazione e nell’utilizzo dei beni sono un fenomeno diffuso in tutta l’area della provincia di Reggio ad esclusione di tre comuni tra cui Platì, il cui consiglio è stato sciolto per infiltrazioni mafiose. Per le persone indagate l’ipotesi di reato è omissione d’atti d’ufficio con l’aggravante di aver portato dei benefici alle organizzazioni mafiose.

Nell’informativa Ros c’è una scheda per ogni indagato nella quale sono riportati eventuali precedenti penali, iscrizioni a logge massoniche e frequentazioni con esponenti della criminalità organizzata.

Aldo Pecora


Rispondere all'articolo

Forum