ANTROPOLOGIA, TEOLOGIA FEMMINISTA, E CRITICA DELL’IMMAGINARIO DEL CRISTIANESIMO STORICO ...

AL DI LA’ DI DIO PADRE E DELLA VECCHIA CRISTOLOGIA. In onore di Mary Daly, un convegno presso la Facoltà valdese di teologia di Roma. Un resoconto di Marta D’Auria - a cura di Federico La Sala

Il 28 maggio alla Facoltà valdese di Teologia (Roma) si è tenuto un convegno di studi in onore della filosofa e teologa Mary Daly, morta il 3 gennaio 2010. «Un vulcano nel vulcano. Mary Daly e gli spostamenti della teologia» è stato il titolo suggestivo dell’intensa giornata (...)
sabato 26 giugno 2010.
 


Convegno presso la Facoltà valdese di teologia in onore di Mary Daly

Un vulcano nel vulcano

Tre lezioni di alto profilo e una tavola rotonda hanno introdotto il complesso e dinamico pensiero di Mary Daly, filosofa e teologa, considerata la madre della teologia femminista

Il 28 maggio alla Facoltà valdese di Teologia (Roma) si è tenuto un convegno di studi in onore della filosofa e teologa Mary Daly, morta il 3 gennaio 2010. «Un vulcano nel vulcano. Mary Daly e gli spostamenti della teologia» è stato il titolo suggestivo dell’intensa giornata che ha visto la partecipazione di più di una trentina di persone venute da diverse città d’Italia. L’incontro si è aperto con i saluti del prof. Daniele Garrone, decano della Facoltà. «Questo convegno - ha detto - rientra nella più ampia iniziativa di istituire un corso di “studi femministi e di genere” obbligatorio per tutti gli studenti e le studentesse che intraprendono il percorso di studi nella nostra Facoltà».

di MARTA D’AURIA

-  “Riforma. L’Eco delle Valli Valdesi”, n. 25, 25 giugno 2010.

LA prima lezione è stata affidata alla teologa Elizabeth Green che ha introdotto ai presenti il complesso e dinamico pensiero di Mary Daly attraverso un attento excursus delle sue opere (in tutto sette libri pubblicati, trascurando i numerosi articoli ed escludendo la tesi di dottorato su Jacques Maritain, Natural Knowledge of God in the Philosophy of Jacques Maritain - Roma, 1966).

Green ha ricostruito il «vulcanico» pensiero di colei che è considerata la madre della teologia femminista, sottolineando il vigore del suo linguaggio, vicino alla qualità del magma incandescente, e il suo continuo capovolgere e ricomporre alchemicamente i significati delle parole (fino ad arrivare alla compilazione, con Jane Caputi, di un dizionario, il Webster’s First New Intergalactic Wickedary of the English Language,1987).

Il testo che ha lasciato più tracce nel pensiero della teologia è senza dubbio Al di là di Dio padre (Editori Riuniti, 1985). Mary Daly ebbe a dire in seguito che il titolo sarebbe potuto essere semplicemente «Al di là di Dio». Infatti lei mostra come la costruzione stessa di un divino trascendente crei simbolicamente una piramide in cui alcuni dominano e altri sono sottoposti. È soprattutto l’identificazione di Dio con il maschio a creare una piramide sessuata.

La sua famosa affermazione: «se dio è maschio, il maschio è dio» si inserisce in una riflessione sulla legittimazione del potere maschile nel nostro orizzonte culturale. Mary Daly propone di non attribuire a Dio un’immagine fissa e oggettivante che ne ingabbia l’agire, ma di riferirsi al divino non come sostantivo ma come verbo in un continuo divenire.

L’idea di pensare Dio come una forza dinamica e mobilitante è alla base della critica alla cristologia compiuta dalla Daly. Su questo in particolare si è soffermata la pastora Letizia Tomassone nella sua lezione. In Al di là di Dio Padre Mary Daly critica la cristologia la quale, nel mettere al centro un eroe che da solo ha il compito di salvare tutti, non riconosce che la redenzione si realizza solo se c’è uno sforzo collettivo. Daly, dunque, smonta la cristologia come una menzogna che allontana il Cristo dal resto dell’umanità, la quale risulta così privata della possibilità di pensarsi capace di redimere e di trasformare il mondo.

A partire da questa critica profonda dell’immaginario cristiano, Daly parla della Nuova Venuta delle donne, identificando l’attesa escatologica della nuova venuta del Cristo in un rovesciamento di valori: non più uno solo ma una presenza collettiva, non più un divino connotato al maschile ma la sorellanza come forza trascendente.

La terza lezione, che ha concluso i lavori della mattinata, è stata affidata alla pastora Daniela Di Carlo che ha presentato il libro Quintessenza. Realizzare il futuro arcaico (Venexia, 2005). Il testo si presenta con la struttura di un saggio che è insieme anche un romanzo: alcune donne che vivono nell’era «Biofila», anno 2048, grazie alla «Ginergia» (energia femminile primordiale, non più imbrigliata nei lacci patriarcali, che rende possibile lo scavalcamento delle barriere spazio-temporali), richiamano Daly a raccontare loro del miserevole stato in cui vivono le donne nella precedente era «Necrofila».

In particolare il vecchio mondo descritto da Daly è diviso in due zone: «l’avanscena», generata dal patriarcato, e il «retroscena», il regno della realtà selvaggia (libera dal patriarcato), la patria del sé delle donne. Bisogna passare attraverso la cosiddetta «avanscena» (patriarcale), rovesciando il senso dei suoi miti, analizzando ciò che tiene oppresse le donne, per penetrare nel «retroscena» (background) del l’essere dove le donne si riconnettono con la propria creatività.

In tutta la storia patriarcale, gli uomini hanno fatto di tutto per evitare che le donne potessero «rimembrare» che il mondo è altro dalla violenza e dalla manipolazione di corpi, anime e menti. È tempo, sottolinea l’autrice, di nominare le atrocità e di raccogliere il coraggio necessario per fronteggiarle e sconfiggerle.

Se le donne riusciranno a scorgere e a nominare le interconnessioni tra l’oppressione sessuale, quella razziale e quella politica, esse lavoreranno per la vita, parteciperanno alla creazione della vita ora e nel futuro.

Il recepimento delle idee controverse

Nel pomeriggio nell’aula Magna della Facoltà valdese si è svolta una tavola rotonda a più voci. La teologa Elizabeth Green ha esplorato la relazione di Mary Daly con il Cristianesimo (dal quale la teologa fuoriuscì), in particolare interrogandosi sul significato del pensiero della teologa per coloro che scelgono di rimanere all’interno della tradizione cristiana, e nello specifico nel protestantesimo.

Lucia Vantini, dottoranda nella Facoltà teologica dell’Italia settentrionale, ha invece illustrato il modo in cui la teologia cattolica ha recepito negli anni l’opera di Mary Daly. Luciana Percovich, docente della Libera Università delle donne di Milano, ha letto e commentato un capitolo dell’ultimo libro della Daly, Amazon Grace: Re-calling the courage to sin big (2006), mentre Chiara Zamboni, docente di Filosofia del linguaggio all’Università di Verona, ritornando sul testo Al di là di Dio Padre, si è soffermata sul significato della parola «Dio» nel pensiero teologico e filosofico di Mary Daly.

Nel susseguirsi degli interventi al convegno è stata netta la sensazione di aver appena sfiorato una figura poderosa: Mary Daly, donna dal pensiero indomito, «selvaggio», creativo, ironico, che ha segnato la teologia degli ultimi quarant’anni e che meriterebbe ulteriori approfondimenti.

Sebbene sia uscita dal cristianesimo, la lettura e l’investigazione dei suoi testi possono offrire ancora alle chiese interessanti spunti di riflessione non solo relativamente a un linguaggio che provi a esprimere Dio fuori dalle categorie patriarcali, ma anche in merito all’impegno contro la violenza della guerra che inizia con l’opprimere le donne per poi comprendere l’intero creato. (m.d.a.)



"QUINTESSENZA" DI MARY DALY

di Letizia Tomassone (Il manifesto - 12 Novembre 2005)

La forza che viene dal sapere di avercela fatta e’ quella nota di gioia che Mary Daly ci regala con il suo ultimo libro: Quintessenza. Realizzare il futuro arcaico.

Se infatti i suoi testi dagli anni ’70 in poi erano osservatori privilegiati per esprimere la "rabbia selvaggia" delle donne per la miseria, la cancellazione in cui vivono nel mondo patriarcale, e se molti suoi testi sono stati occasioni per rendere visibile, nominandola, la violenza contro le donne e la loro oppressione fisica e simbolica, questo volume edito con coraggio, in Italia, da Luciana Percovich, mostra come la "rabbia" puo’ diventare consapevolezza e possibilita’ di vita piu’ intensa, e dar luogo al "salto nel futuro arcaico". Scrive Daly:

Parole che rivelano da subito come Daly lavori profondamente sul linguaggio per svelarne dimensioni occultate e ribaltarne i significati. Svelando come la cultura patriarcale abbia spesso rovesciato in negativo termini che esprimevano forza e liberta’ femminile, come "Vegliarde", "Donne Selvagge", "Ammaliatrici"...

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Mary Daly era gia’ nota in Italia soprattutto per questo lavoro sul linguaggio e sul nominare la realta’ e Dio. Con saggi come La Chiesa e il secondo sesso (Rizzoli, ’82) e Al di la’ di Dio Padre (Editori Riuniti, ’91), gli unici tradotti in italiano e purtroppo ormai fuori catalogo. Centrale per la ricerca delle teologhe femministe e’ la sua affermazione che il "nominare Dio" al femminile (per esempio come Madre) non sposta i rapporti simbolici e materiali tra donne e uomini se questo nome resta un sostantivo. Il nominare che trasforma le relazioni e’ una "dinamica dell’essere" e puo’ essere espresso solo con un verbo.

"Nell’idea di Mary Daly l’essere e’ apertura, rilancio, movimento squilibrante e la’ dove si mostra la differenza di essere donne e uomini come squilibrio, e se ne da’ testimonianza, si partecipa di tale movimento - scrive Chiara Zamboni in Parole non consumate, Liguori 2001 -. Altrimenti il linguaggio puo’ dire la differenza sessuale come costruzione storica, puo’ usare i generi grammaticali femminili, e introdurre la parola "Dea" nel cristianesimo, ma se non c’e’ una esposizione dinamica della nostra compromissione, il linguaggio rimane statico, solo sostantivo e non verbo, scollegato dal movimento dell’essere. C’e’ parola di verita’ e di vita la’ dove c’e’ esposizione di noi, la’ dove simbolico e testimonianza sono legate".

Ma il lavoro di Daly sul linguaggio e’ continuato con un suo praticare in modo sempre piu’ vorticoso parole ri-dette, fino ad arrivare alla compilazione, con Jane Caputi, di un Dizionario (il Websters’ First New Intergalactic Wickedary of the English Language, ’87). La qualita’ di Quintessenza non sta quindi nel suo linguaggio, linguaggio sperimentato e praticato con radicalita’ fin dagli anni ’80, ma dalla visione dell’incontro con le "Compagne del Futuro Arcaico".

Naturalmente il Futuro puo’ essere Arcaico solo se richiama una "brama" intensa di realizzare del nuovo e se dice qualcosa non solo di cio’ che vogliamo costruire, ma di cio’ che ci precede. Anzi, in un certo senso, e’ proprio perche’ c’e’ stato un passato "fuori dal patriarcato" che ci e’ possibile incontrare un "futuro libero".

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Quintessenza racconta dell’incontro fra le donne dell’Era Biofila e Mary Daly, la quale viaggia tra il 2048, in cui loro vivono, e la vecchia realta’ datata 1998. L’incontro costituisce il presente che fonda il futuro e trasmette forza alle Viaggiatrici nell’era necrofila, cioe’ nel patriarcato. Ed e’ narrato a due voci. Quella di Daly che nel ’98 denuncia l’oppressione delle donne attraverso le violenze, le guerre, le spiritualita’ patriarcali, le biotecnologie e le tecniche di procreazione assistita, cioe’ tutte quelle cose che distruggono la differenza e l’armonia della vita e fanno avvizzire la nostra mente e la nostra immaginazione. E quella di Anonima che, nata all’inizio dell’"Era Biofila", e’ piena di curiosita’ per queste antenate costrette a sviluppare la loro resistenza e la loro "Indocilita’" in una situazione cosi’ violenta e triste. Anonima arrivare ad evocare Mary Daly per incontrarla. -E’ dunque in gioco il desiderio. Il desiderio di realizzare la propria integrita’ spinge Daly al "Salto nella Quinta Dimensione", e il desiderio di capire spinge Anonima a creare le condizioni perche’ il "Qui" diventi luogo di incontro.

Quello raccontato in Quintessenza e’ un incontro profondo tra generazioni, mosso dal desiderio reciproco. Daly lo sa, ed esprime anche la frustrazione che accompagna questo tipo di incontro nell’era patriarcale, quando a ogni generazione bisogna ricominciare daccapo, perche’ la "Memoria della Donne Selvagge" e’ continuamente cancellata. E "nominare connessioni, in modo che potessimo continuare a fare le nostre analisi piu’ in profondita’ e raggiungere la radice dei problemi" e’ esattamente il compito che Daly assegna al suo lavoro.

Connessioni tra passato e futuro per il qui del presente. Nell’era necrofila, scrive Daly, "divenne difficile per molte nominare le connessioni tra la crescente oppressione delle donne da parte dei movimenti e dei regimi fondamentalisti sparsi nel mondo e la violazione e la distruzione delle donne e della natura da parte dell’impero nectec (di tecnologia necrofila, ndr)". L’opera del patriarcato necrofilo appare infatti in Quintessenza come un’opera continua di cancellazione della "Vita" e dell’esistenza delle donne e le donne, nella loro "Giusta Rabbia", possono superare queste cancellazioni "Spiraleggiando Via". Nel "Continente Ritrovato", un luogo di armonia e sincronia con natura e animali che e’ anche, pero’, l’immagine di quella Quinta Dimensione o Quinta regione che diventa il centro di espansione della "Presenza" delle creature "Biofile".

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Il testo di Daly, impregnato di spiritualita’, e’ quindi profondamente politico. Le Antenate del Futuro sono per noi risorsa e occasione di ricordare che il mondo e’ altro dalla violenza e manipolazione di corpi, anime e menti, e che ogni forza empatica degli umani (delle donne) con gli altri esseri viventi puo’ trasformare la realta’ e farci fare un balzo nello "Stato di Grazia Naturale". "Man mano che le Capricciose Donne Vagabonde si radicano sempre di piu’ nello Stato di Grazia Naturale, riconosciamo la consapevolezza delle sincronicita’/Sin- crone -citta’ come un segno che stiamo entrando in armonia con le altre creature Elementali, stiamo cioe’ scoprendo la Quintessenza, che e’ l’Integrita’ Supremamente Armoniosa dell’Universo e Fonte di Estasi".


Mary Daly,

Quintessenza.

Realizzare il Futuro Arcaico

di Luciana Percovich *

Quintessenza è un libro molto complesso, che si presta a essere letto in modi diversi, stimolando i diversi livelli di consapevolezza di chi legge e veicolando messaggi a più livelli. Si presenta con la struttura di un saggio che è insieme anche un romanzo: essenzialmente è una visione, che non appartiene al piano ordinario del reale proprio per la sua natura quintessenziale, quella del Quinto Elemento, l’etere, lo spirito, la sostanza insomma di cui sono fatte le anime.

Cercherò di darvi un’idea di cosa sia questo libro, solo un’idea però, perché non si presta facilmente a essere riassunto ma occorre leggerlo e sperimentarlo direttamente su di sé. Perché produce effetti in chi lo legge. Reazioni di adesione totale o di rifiuto. “Salti quantici”. Per la forza del suo linguaggio, della capacità di Nominare attraverso parole il cui significato comune viene di continuo scomposto e ricomposto alchemicamente.

La “trama” (Tramare e Tessere sono le attività primarie delle Tessitrici che operano nella Quintessenza): in un momento imprecisato tra il 1998 e il 2048 c’è stato un enorme cataclisma - più forte e ripetuto di quelli a cui già oggi ci stiamo abituando. La terra si è infine risvegliata, stanca di sopportare i minuscoli ma fastidiosi parassiti che la tormentano, noi umani. Un disastro ecologico, terremoti e tsunami, uno spostamento dell’asse terrestre. La fisionomia del pianeta è cambiata: molte terre si sono inabissate, un intero continente (che qui si chiama Continente Perduto e Ritrovato) è riemerso. I governi del mondo e le loro economie sono collassati ovunque. E con loro il patriarcato, che ne costituiva l’ossatura. Le donne di tutti i continenti - le Streghe Viaggianti e le Veggenti, le Donne Selvagge e le Vecchie Sagge, le Luminose - come uccelli migratori si sono dirette, guidate da un impulso comune, nel Continente Perduto e Ritrovato, sono tornate a casa. E ora stanno “Centrando, Equilibrando, Mettendo a Fuoco, riguadagnando l’Integrità Originale che sembrava essere stata fatta a pezzi nello Stato della Diaspora”(cioè il nostro oggi).

Mary, che vive, scrive e pubblica Quintessenza nel 1998, viene Evocata da una Sorella del Futuro, Anni, che vuole ripubblicare il libro tanto amato nel Cinquantenario della prima edizione. Anni è una studiosa del mondo pre-catastrofe, vuole capire meglio la realtà di quel periodo, come vivevano donne e uomini e che posizioni aveva assunto il femminismo di fine millennio di fronte ai problemi tanto gravi che si andavano accumulando, un tempo che ora sembra così assurdo e irreale, e vuole saperlo da Mary. Mary - che non sembra sconvolta più di tanto da ciò che le sta capitando - è a sua volta assai curiosa di sapere cosa è successo in questi cinquanta anni.

Il racconto di Anni e le spiegazioni di Mary formeranno così i Commenti del 2048 che verranno aggiunti a ogni capitolo di Quintessenza.

Il libro si presenta quindi con una struttura a chiasmo - o forse meglio sarebbe dire a X, la forma del cromosoma femminile: ogni capitolo ha una parte di scrittura saggistica e una parte romanzesca; tra le forti emozioni suscitate dalla disperazione più nera sboccia la Speranza, dal senso di estraneità ed esclusione l’Appartenenza, dalla rabbia e dalla paralisi il coraggio di Parlare, Agire, Ridere, Gioire, partecipando al continuo Divenire dell’Essere. Chiasmo, X o meglio ancora la forma della labrys, la doppia ascia, la doppia lama del simbolo della dea cretese fin dalla notte dei tempi. Una lama taglia via, l’altra apre una nuova strada.

In questa struttura narrativa si opera la trasfigurazione alchemica: la cupa necrofilia del presente vira di colpo in energia creativa, trasformativa, in senso pieno dell’Esserci.

Con Quintessenza Mary Daly continua il suo dissacrante e ironico riattraversamento dei generi letterari: il saggio filosofico (in Gyn-Ecology. The Metaethics of Radical feminism,1978, Pure Lust: Elemental Feminist Philosophy, 1984), il dizionario (Webster’s First New Intergalactic Wickedary of the English language, 1987), l’autobiografia (Outercourse: the Be-Dazzling Voyage,1992) e qui la Science Fiction, con i suoi viaggi nel tempo.

Nell’Introduzione, parlando del “titolo di questo libro”, dice che potrebbe sembrare un titolo piuttosto minaccioso. “Inoltre, il suo rapporto col sottotitolo, Un Manifesto Femminista Elementale Radicale può non essere immediatamente chiaro a chi legge. Diventa tutto comprensibile per le Donne Astute quando noi iniziamo a capire le disperate condizioni in cui lottiamo per sopravvivere e crescere. Alla fine del xx secolo- alla svolta del millennio- dobbiamo affrontare la ripugnante manipolazione genetica e la probabilità di una definitiva estinzione, non solo del nostro corpo/mente (noi Stesse), ma di tutta la natura.

Proprio mentre scrivo queste parole nel 1998, monotone voci di dissenso mi ronzano intorno... ‘Attenta! Ti stai facendo prendere la mano. Non essere così violenta!”. Poi do uno sguardo alla prima pagina del giornale, un giornale qualsiasi, o accendo la televisione, lottando per decodificare la disinformazione, e mi sento soffocare dallo smog delle bugie e delle informazioni fuorvianti...... Stanno invadendo e distruggendo gli spazi inesplorati e incontaminati della genetica e dello spazio. L’ingegneria molecolare (la nanotecnologia) minaccia di ridurre qualsiasi cosa in un mucchio di polvere molecolare, e questa tecnologia è sotto controllo di scienziati pazzi e crudeli. Sembra che niente riesca a fermarli: corrono sempre più veloci senza sapere verso cosa.

La vita è distrutta in modo irreversibile: le foreste sono morte o stanno morendo; gli oceani stanno morendo; ogni minuto che passa si assiste all’estinzione di altre specie di piante e animali. Le balene e i delfini avranno un loro motivo per arenarsi. Tutto è rivoltato e capovolto. Quando inaspettatamente arriva un tornado e scaglia una Ford attraverso il muro di una casa facendola atterrare sul letto di qualcuno nel centro della Florida, la voce di quelli che continuano a negare questa verità non smette di gracchiare: ‘Non c’è niente di nuovo sui tornado e El Nino c’era anche prima’. ....Le cose continuano ad accadere sempre più rapidamente.....”

Occorre non dimenticare che il libro è stato concepito tra il 1992 e il 1998, durante la guerra nei Balcani, ben prima dunque del crollo delle Due Torri, dell’Afganistan, dell’Irak, dello tsunami, del boom della genetica, di Katrina e Rita....

Io l’ho letto tra il 2000 e il 2001, mi ha colpito come un refolo di vento e, come vedete, ci sono voluti altri quattro anni prima di trovare l’editrice e tradurlo e stamparlo...Ma l’incontro con Mary - che da allora è già venuta due volte in Italia e tra poco sarà di nuovo a Bologna per festeggiare la traduzione italiana, si è rivelato una vera e propria sin-cronicità, nel senso che dà lei alla parola (incontro quintessenziale di vecchie sagge, ingl. Crone, invece che dal dio Kronos...)

I temi che vengono affrontati in Quintessenza vanno dalla guerra (i genocidi cui assistiamo derivano tutti per necessità logica dal primo ginocidio, la sopraffazione delle donne che fonda le civiltà patriarcali) alla pornografia, dalla diaspora (delle donne e dei popoli) al fondamentalismo cristiano americano e vaticano, dalla genetica e dalle più recenti tecnologie alla manipolazione delle coscienza attraverso il continuo Rovesciamento delle verità...

Quello che distingue la voce di Mary Daly è il suo indomito Coraggio di Nominare senza nessun addolcimento ciò che tutte/i sentiamo e pensiamo a sprazzi, ma non riusciamo/vogliamo credere fino in fondo che sia vero: che questa nostra società/cultura/progresso sia arrivato a un punto di non-ritorno, che “viviamo” in una civiltà “necrofila” che onora e dà potere a chi dà la morte, non a chi dà la vita (come già nel 1957 scriveva Simone de Beauvoir ne Il Secondo Sesso).

Da un punto di vista filosofico (non dimentichiamo che Mary Daly è filosofa e teologa), nel libro viene definitivamente abbandonata l’opposizione ontologica propria del pensiero occidentale, che separa nettamente l’Essere e il Divenire. Il Verbo proprio del Femminile è Be-ing, Essere in divenire, ossia come si manifesta l’Essere del Quinto Elemento. Utilizza altri quattro verbi nella forma in -ing (che in inglese indica sempre un’azione in atto, in divenire, la soglia tra il verbo e il sostantivo, tra il farsi e il suo compimento), Be-longing, Be-speaking, Be-laughing e Be-dazzling, che rispettivamente indicano il manifestarsi sul piano ontologico dell’Essere del Desiderare, Nominare, Ridere e Abbagliare. Queste azioni/modi di essere delle Donne Selvagge - così definite in quanto non rispettano le leggi del patriarcato - smontano la schiavitù e l’inesistenza simbolica e permettono quel salto quantico che inaugura il loro/nostro gioioso Esserci nel farsi della nuova Creazione.

Il libro è un rigoglio di invenzioni linguistiche e di immagini potenti.

Qui ricordo solo l’Avanscena e il Retroscena, cruciali per comprendere la prospettiva da cui il mondo viene guardato. Noi siamo quotidianamente condizionati a vedere (e quindi a scambiare per la realtà) solo ciò che viene illuminato dalla luce artificiale dei mass media sulla piccola porzione dell’Avanscena costruita ad arte, mentre la vita reale si svolge fuori dalle luci della ribalta, e là fuori, là dietro tutto acquista una proporzione e un significato diverso, spesso addirittura capovolto.

Rimembrare significa sì ricordare ( e “ri-cordare” in italiano significa percepire attraverso il cuore), ma nel senso di ricomporre ciò che è stato smembrato e fatto a pezzi e di risvegliare la memoria vera del nostro passato nascosta nelle nostre cellule.

E le Sorelle Antenate del passato, se non facciamo resistenza, passano attraverso di noi alle Sorelle Antenate del futuro, in un continuum spazio-temporale che il patriarcato cerca in continuazione di negare.

“Noi siamo l’incarnazione dei sogni delle nostre antenate, le sorelle del futuro saranno ciò che noi abbiamo saputo/osato sperare e immaginare”.

Le Donne Radicali Elementali riscoprono le radici, radici attraverso cui comunichiamo e che continuano a crescere e a germogliare anche dopo che gli alberi sono stati abbattuti o bruciati in superficie. Radici che ci accomunano sotterraneamente a tutti gli elementi del cosmo, alle piante e agli animali. Così possiamo partecipare alla Nemesi in atto, ma movendo oltre la re-azione contro le ingiustizie, nella pienezza vorticosa delle spirali della Quinta Galassia, che hanno la stessa forma e sostanza del DNA..

Da qui l’importanza più volte ribadita nel testo del “qui e ora”, in ogni piccolo gesto, pensiero, energia; e dell’irriducibilità, della non complicità con il mondo falso e morto dell’avanscena.

Quintessenza è una utopia mistica moderna, un libro visionario e metamorfico, che ha il potere di cambiare la nostra visione e ci Tira verso la “Causa Ultima, che è l’inizio non la fine del divenire. E’ la Prima causa e la Causa delle cause, che dà all’agente la motivazione per Agire”, per continuare e non per esaurire la Creazione.

“Niente di quello che facciamo è insignificante quando è visto alla Luce della Quintessenza. La quantità non è importante né lo è la distanza tra gli esseri separati che partecipano all’Armonia Cosmica. A contatto con la Quintessenza, le Donne Elementali diventano più che mai simili agli alberi e agli Angeli. Estendendo le nostre radici più in profondità, siamo libere di espanderci e partecipare alla creazione dell’universo”.

Il libro finisce con queste parole.

Mary Daly (1928), di famiglia irlandese, filosofa, teologa, femminista radicale, è tra le più potenti creatrici di pensiero, linguaggio e visione, generate dal Movimento Femminista degli anni settanta.

Conseguito il primo Ph.D. in Religione presso il Saint Mary’s College a Notre Dame, Indiana, per specializzarsi in teologia - studio ancora precluso alle donne in quegli anni negli Stati Uniti - si iscrisse all’Università di Friburgo, in Svizzera, dove ottenne una seconda laurea (summa cum laude) in Teologia. Rimase ancora a Friburgo per conseguire la sua terza laurea in Filosofia. Tornata negli Stati Uniti, ebbe l’incarico di Assistant Professor al Boston College, gestito dai Gesuiti.

Dopo la pubblicazione, nel 1968, di La Chiesa e il Secondo Sesso, fu licenziata nella primavera del 1969. Quattro mesi di proteste studentesche, una petizione firmata da 2.500 persone, una tavola rotonda di sette ore, la decorazione notturna con brillanti graffiti rossi dell’edificio dell’ amministrazione centrale del Boston College, provocarono la revoca del licenziamento e il suo rientro con la promozione a ordinario di cattedra nel giugno dello stesso anno.

Seguirono le pubblicazioni di: Al di là di Dio Padre. Verso una filosofia della Liberazione delle donne (1973), Gyn/Ecology: the Me­taethics of Radical Feminism (1978), Pure Lust: Elemental Feminist Philosophy (1984), Websters’ First New lntergalactic Wickedary of the English Language (1987), Outercourse: the Be-Dazzling Voyage (1992) e Quintessenza... Realizzare il Futuro Arcaico (1998).

Licenziata definitivamente nel 1998, continua a scrivere e a viaggiare negli Stati Uniti e in Europa, tenendo conferenze e presentando le traduzioni dei suoi libri. Nel 2006 è prevista l’uscita di Amazon Grace.

* UNIVERSITA’ DELLE DONNE, 03/10/2005



Sul tema, nel sito, si cfr.:

AL DI LA’ DELLA LEZIONE DI PAOLO DI TARSO: "Diventate miei imitatori [gr.: mimetaí mou gínesthe], come io lo sono di Cristo. Vi lodo perché in ogni cosa vi ricordate di me e conservate le tradizioni così come ve le ho trasmesse. Voglio però che sappiate che di ogni uomo il capo è Cristo, e capo della donna è l’uomo [gr. ἀνήρ ἀνδρός «uomo»], e capo di Cristo è Dio" (1 Cor. 11, 1-3).

-  UOMINI E DONNE. LA NUOVA ALLEANZA di "Maria" e di "Giuseppe"!!! AL DI LA’ DELL’ "EDIPO", L’ "AMORE CONOSCITIVO". SULL’USCITA DALLO STATO DI MINORITA’, OGGI. In memoria di Kurt H. Wolff.

-  MEMORIA DI LUTERO - "LA LIBERTA’ DEL CRISTIANO", LA RIFORMA INCOMPIUTA, E IL VATICANO SORDO E CIECO: IL RITORNO DI "LUTERO A ROMA"!

-  Al di là della trinità "edipica"!!!!
-  LUCETTA SCARAFFIA E MARY ANN GLENDON: CONTRO IL FEMMINISMO, RILANCIANO LA VECCHIA "DIABOLICA ALLEANZA" CON LA CHIESA CATTOLICO-ROMANA....
-  Uscire dallo "stato di minorità" non significa mangiare un "piatto di lenticchie" ... né "sposare" il figlio!!!

-  LA QUESTIONE MORALE, QUELLA VERA - EPOCALE.

Federico La Sala


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