Cari tutti della “Voce di fiore”, ci si rattrista spesso seguendo questo laboratorio, ma credo sia naturale, nell’ordine delle cose. Il tutto è dovuto al fatto che il contrasto con la realtà esterna è troppo ampio, quando gran parte della gente è sorda, mentre un piccolo gruppo pensante, nonostante costruisca qualcosa, non vede risultati certi. Personalmente, soprattutto, è quando vedo il cerchio indefinito dei furbi, dei leccaculi, e della falsa intellighenzia allargarsi a dismisura che provo un dispiacere interno molto alto e rischio anch’io di sfiorare alcuni stati d’animo noti a qualcuno, oppure una rabbia dirompente nota a qualcun altro. Quando la “Voce” stava per chiudere l’abbiamo sostenuta in tanti, gli autori non debbono avere dubbi sull’importanza di essa. Sono state pubblicate meritevoli riflessioni su diversi temi. Certo le frequentazioni online al sud del sud forse non sono molto attive, forse con il cartaceo molto di quel materiale lo avrebbe letto più gente e magari avrebbe mosso e costruito più opinioni. Certo l’autosequestro ha valore provocatorio, intanto nessuno pensi di poterci zittire. Può capitare che qualcuno si auto-zittisce per lo sconforto che prova quando si trova di fronte un pubblico inesistente a causa della sua incapacità cerebrale, mancanza di coraggio, assuefazione alla violenza, omertosità. La “Voce di Fiore” si deve proporre come laboratorio culturale con risultati a lungo termine, fermo restando che se qualcuno ci fa incazzare potremmo vagliare l’ipotesi di tentare un non certamente ultimo e sferrante colpo di coda. Visto i molti sostenitori della “Voce”, considerando le nostre attuali o possibili risorse economiche, in tempo di scadenze elettorali prossime per la Regione ed il Comune, potremmo ripubblicarla in cartaceo. Giusto il tempo di creare del sano scompiglio tra la gente e la gentaglia, ossigenando l‘aria a chi oggi si sente triste e rendendola irrespirabile a chi oggi è contento della terra bruciata che ha contribuito a creare.
Vostro, Franco Spina.
Caro Franco,
ti ringrazio molto per il tuo messaggio. In realtà, abbiamo più lettori e sostenitori fuori delle mura che non nell’amata Fiore. Il sito va forte, e a volte supera i 40mila lettori effettivi giornalieri. L’autosequestro vuole essere una provocazione, hai visto bene. Una provocazione rispetto al modello culturale dominante, che si attribuisce a un solo uomo ma che in tanti - non credo tu, noi - sposiamo nel nostro quotidiano. A partire dalla politica. Vedi, in proposito, la provocazione complementare, al sito Culitette.com.
Un grande abbraccio, emiliano
I messaggi sono stati pubblicati. Mi chiedo dove abbia appreso, signor Nessuno, l’arte della dialettica. Infatti, letto con l’attenzione che indubbiamente meritava, il suo primo post, lascio perdere il secondo, non ha un solo argomento. Riprovi. A sua completa disposizione.
Molto cordialmente, suo Emiliano Morrone
Se un cittadino sceglie di togliersi la parola, ciò avviene poiché pensa la sua opinione sia ininfluente ai fini della buona amministrazione della cosa pubblica. Se compie la medesima azione una voce dei cittadini, cioè un organo di informazione (soprattutto se questo è un organo indipendente da qualsiasi partito o comitato o consorteria), vuol dire che molte opinioni, di molti cittadini, risultano ininfluenti ai fini della buona amministrazione della cosa pubblica. Se questo accade, tutti dovremmo interrogarci sulle ragioni che hanno provocato tale scelta.
Io penso che non dovremmo mai, in alcun caso, privarci dei nostri diritti, ma provo anche un grande rispetto per coloro che praticano lo sciopero della fame e/o della sete. La redazione della Voce di Fiore sta facendo questo. Come possiamo sostenerli? Possiamo farlo dando voce alla loro scelta di tacere, anzitutto.