Calabria

Con Why Not si vola: match De Magistris-Loiero per il Governatorato calabrese? De Sena, Scopelliti e...tartarughe permettendo - di Roberto Galullo

lunedì 13 luglio 2009.
 

(Dal blog di Roberto Galullo) Why Not non è più solo un’inchiesta e (in origine) un’impresa di servizi di Lamezia Terme ma è anche il nome del potenziale laboratorio politico in Calabria.

L’agenda delle elezioni regionali 2010 sarà dettata dall’inchiesta: per gli sviluppi attesi e per i cognomi che animano l’agone politico in vista dell’imminente battaglia che permetterà a uno e a uno solo di posare (o riposare) le nobili chiappe sulla poltrona di Governatore. Due cognomi fra tutti: Luigi De Magistris e Loiero Agazio o, se preferite, Loiero Agazio e Luigi De Magistris. Come dire il buono e il cattivo, il bene e il male. Il credibile e l’incredibile (come nel gioco, associate voi i cognomi agli aggettivi).

Due poli opposti che non possono attrarsi in natura e che se mai dovessero attrarsi sconfesserebbero in radice la natura della Politica. Immaginate con quanto affetto e amore viva Loiero Agazio l’ipotesi De Magistris che, da magistrato, lo inseguì per mari e per monti ritenendolo immischiato nella cupola affaristico-massonico-mafiosa che domina la Calabria (e non sta certo a me dire se a torto o a ragione). Fatto sta che - andato via De Magistris - Loiero Agazio, suo fratello Tommaso e allegra compagnia sono stati ancora indagati e inseguiti nella vicenda Why Not.

Lo stesso De Magistris su questo blog, da me intervistato (si veda il post del 14 giugno ma anche quello del 26 febbraio), ha definito Loiero e Mario Pirillo (di Loiero braccio destro e sinistro, volato a Strasburgo come De Magistris) “personaggi indigeribili”, riversando poi tutto il suo sdegno per le scelte del Pd in Calabria in vista della competizione europea.

L’agenda delle elezioni regionali - però - potrebbe essere dettata anche da nuovi episodi cruenti (dopo quelli che, a esempio, hanno visto coinvolto il segretario regionale dell’Udc calabrese Franco Talarico, di cui ho scritto in questo blog il 7 novembre 2008). Non è un caso che si colpisca l’Udc: non si è capito ancora da che parte questo partito stia o voglia stare.

Spero di essere smentito e di essere spernacchiato (lo accetterei volentieri, anzi con gioia) ma in Calabria, da tempo, sento puzza di sangue e tanfo nauseabondo di grandi manovre che portano - a esempio - all’isolamento di magistrati come Pierpaolo Bruni, uno di quelli che ha messo il naso anche dentro Why Not e che sta scoperchiando - nell’indifferenza dei più - le immonde schifezze della massipolindrangheta calabrese ( si vedano i post dell’11 maggio e del 23 giugno).

I POLITICI SI DIMENANO COME PESCIOLINI ALL’AMO

E’ per me incredibile vedere come si dimenano personaggi come con enormi aspirazioni come Pino Gentile (macchina da voti del Pdl ma trombato alle provinciali da Mario Oliviero, quello rimasto famoso nel mondo intero per il “mare da bere” delle coste cosentine dove si tuffano con difficoltà, e dopo aver indossato tuta da sub e scafandro, persino i “sorci”, non prima di aver fatto testamento).

E’ incredibile vedere come si muove Marco Minniti, segretario regionale del Pd calabrese, testa lucida del grande statista (non ridete) Massimo baffino D’Alema, che ora non sa come uscire alla chetichella, senza fare troppo rumore, e lasciare la patata bollente della candidatura del 2010 al gonzo (o furbo) che accetterà la sua carica.

E’ incredibile vedere come si muovono Aurelio Misiti e Antonio Di Pietro. Il primo è segretario regionale dell’Idv, partito saldamente (per ora) nelle mani dell’impomatato ex pm di Mani Pulite. Misiti, il 4 luglio 2009, dopo aver annunciato di arrivarci dimissionario, è stato confermato nel suo ruolo. Non sarà facile, però, per lui condurre le trattative in questi mesi visto che alla domanda del giornalista “Vincere con Loiero?” ha testualmente dichiarato il 27 giugno al “Quotidiano della Calabria”: “Per noi è ovvio che il Pd candidi l’uscente perchè due legislature non si negano a nessuno. Ma è evidente che deve cambiare qualcosa. Dentro l’organismo di governo, e non solo nel consiglio regionale, ci dovranno essere posti chiave per Idv che è fra i 5 partiti in Parlamento ed anche in Calabria non è più il partito piccolo di un tempo. Noi auspichiamo che il Pd stringa un’alleanza di legislatura con noi basandola su un programma chiaro, netto e condiviso e non su un programma di compromesso con le forze “nulliste” che pure esistono nel panorama politico calabrese”.

Apriti cielo! Misiti ha detto che non voleva dire quello che tutti hanno capito: cioè una gradita conferma di Loiero. Ora a me non frega nulla del Misiti-pensiero e del successivo ricorso a papà-Di Pietro per l’esegesi dello stesso. Vi domando, però, amati lettori: come interpretate voi l’affermazione “due legislature non si negano a nessuno”? Inserite la risposta in busta chiusa e spedite a Aurielio on.le Misiti c/o segreteria politica Idv, Piazzetta XXI marzo, 89024 Polistena (Rc) oppure info@aureliomisiti.it.

Guardo anche incredulo alle mosse di “Sua Immacolatezza” (capirete poi il perchè), il Governatore Loiero Agazio, pronto-prontissimo a occupare la poltrona per altri 5 anni. E soffro nel vedere come si dimenano anche media locali, alcuni pesantemente tirati in ballo dalla inchiesta Why Not per l’attività di alcuni giornalisti, che sfornano falsi scoop uno dietro l’altro (l’ultimo, in ordine di tempo, una settimana fa, riguarda una cena domenicale a casa Loiero tra personaggi indagati in Why Not, di cui questo umile blog scrisse per primo, addirittura pubblicando i testi integrali il 1° febbraio 2009). Ma si dimenano anche anime nere sui blog, che agitano encicliche o discorsi deliranti per scongiurare l’ipotesi De Magistris (che da parte suo ha il solito codazzo dei fan club su Facebook e compagnia telematica cantando).

Un fatto è chiaro: a contendere a Loiero Agazio nel centrosinistra la poltrona - con eventuali primarie obbligatorie per legge regionale - tutti ma mai e poi mai De Magistris. In quel caso sarebbe rottura nello schieramento e ognuno per conto proprio a correre con le proprie forze (comprese quelle occulte).

Già il fatto che nel centrosinistra lo spauracchio sia un magistrato, la dice lunga e dovrebbe aprire gli occhi a tutti su chi sia considerato (a torto o a ragione non sta a me dirlo) il nemico politico numero 1. E la dice lunga anche sulla considerazione che nel centrosinistra - con i fatti e non a chiacchiere - si ha del lavoro dei magistrati che non guardano in faccia a nessuno.

L’ultima - almeno al momento in cui scrivo - è del deputato del Pd Enrico Letta. L’Ansa alle 7.38 del 9 luglio, da Rende (Cosenza) ha battuto il seguente take: ’’Abbiamo delle regole che ci aiutano. Faremo le primarie’’. Lo ha detto rispondendo ad una domanda dei giornalisti sulla ricandidatura di Agazio Loiero alla presidenza della Regione Calabria. ’’Sara’ una bella festa di democrazia - ha concluso - e vinceremo le prossime elezioni’’

Dietro le belle feste annunciate e le grandi manovre dei tre poli - Pdl, Pd e Idv - sgambettano altri due personaggi di rango pronti a correre per dare una svolta all’amministrazione regionale: per il Pdl l’attuale sindaco di Reggio Calabria (amatissimo dai suoi concittadini) Giuseppe Scopelliti, mentre per il centrosinistra l’asso nella manica nel caso di lotte sanguinarie ridotte infine a sintesi potrebbe essere l’ex vicario della Polizia ed ex superprefetto di Reggio Calabria, attuale senatore, Luigi De Sena.

Se la questione morale ha un senso, ebbene, il senso deve esplodere in questa regione, quintessenza della cattiva amministrazione e della politica connivente con massoneria deviata, ‘ndrangheta e imprenditoria sovvenzionata da soldi pubblici.

In questa regione guardie e ladri si rincorrono come in un circuito e se uno dei due doppia l’altro non si capisce più chi rincorre chi.

L’IMMACOLATO LOIERO AGAZIO E IL COMUNICATO STAMPA RIPRESO

(CON TANTO DI FIRMA IN CALCE) DA TUTTI I GIORNALISTI LOCALI

A bocce ferme - ovviamente lo scenario è destinato a subire modifiche repentine, indotte soprattutto dalle vicende giudiziarie - la situazione è agitata come un mare in tempesta.

L’inchiesta Why Not scuote i sonni e i sogni (politici) e l’aria che tira ha spinto il pubblicista Loiero Agazio a emanare un comunicato stampa (www.regione.calabria.it) ripreso pari-pari dai giornalisti locali che poi hanno avuto anche la faccia di metterci la firma senza aggiungere altro. Evviva la libera stampa! Il Governatore sente puzza di bruciato, prende le distanze dallo schifo di Why Not e dice che il suo nome anche questa volta ne uscirà “immacolato”.

Il comunicato stampa fa riferimento all’ipotesi di corruzione a carico del Governatore-pubblicista, in concorso con l’ex vicepresidente della Giunta Nicola Adamo e con gli imprenditori Antonino Gatto e Antonino Saladino (principale indagato di Why Not). Nelle elezioni regionali del 2005 - secondo questa ipotesi - Loiero e Adamo, per ripagare la mobilitazione elettorale dei due imprenditori a loro favore e il ricevimento di 25mila euro a testa, si sarebbero adoperati per far passare un emendamento alla legge regionale 11/2006. Grazie all’emendamento, nel primo giorno utile a termini di legge, le società di Gatto (presidente di Despar) avrebbero depositato richiesta per realizzare nuovi centri commerciali (tra le altre cose a Cosenza, regno di Adamo ma questo i giornali locali non lo dicono, e Catanzaro, vasca politica nella quale nuota da sempre Loiero ma anche questo i giornali locali, reputandolo superfluo, non lo ricordano).

Ecco il testo: “Ancora una volta non si capisce come per il sottoscritto possa essere richiesto il rinvio a giudizio per una legge approvata dal consiglio regionale completamente diversa da quella per ben due volte licenziata dalla giunta. Ho già detto, al momento in cui sono stato coinvolto, anzi trascinato proditoriamente in questa storia, che questo schifo che emerge dall’inchiesta cosiddetta Why Not, non ha niente a che vedere con la mia visione della vita e della politica. Ritenevo, con la logica dei fatti, di avere ampiamente dimostrato ai procuratori che mi hanno sentito la mia estraneità totale alla vicenda che mi viene contestata e che per l’ennesima volta viene ricacciata e riproposta sui giornali. Anzi, lo ripeto per il rispetto che debbo ai calabresi, sono uscito dall’interrogatorio che io stesso avevo sollecitato senza neppure leggere le carte dell’inchiesta in quanto non ne avevo bisogno, con la convinzione nettissima, condivisa dai miei difensori. che la Procura non poteva che chiedere subito il mio proscioglimento, visto che il teorema di partenza era indimostrabile perché privo di elementi reali. Con la firma del procuratore generale rientrato a Catanzaro il giorno prima dopo una lunga assenza, invece, è avvenuto il contrario. Noto che la formulazione delle accuse nei miei confronti è stata rimodulata e riverniciata nel tentativo di dare spessore a una storia inesistente. In questi anni sono stato un bersaglio, ho dovuto sopportare per mesi e mesi il martellamento di notizie che davano conto delle tesi accusatorie. Ricordo che quando si è pronunciato un giudice terzo sono stato prosciolto da ogni accusa. Il proscioglimento disposto dal Gup, su richiesta dello stesso pm d’udienza, nella vicenda degli appalti in Sanità, è una dimostrazione plastica di quanto affermo. Non dubito che anche questa volta il mio nome ne uscirà immacolato”.

IL BRODO DI TARTARUGA DI LOIERO, I SITI AMICI E I POLITICI AGITATI

Fortuna che la Giunta Loiero ha cose serie a cui pensare, in modo da distrarre il Governatore e lasciare in dote a una regione alle prese con problemi drammatici di sopravvivenza, un futuro fatto di brodo di tartaruga assicurato per tutti. L’assessore alla Tutela dell’ambiente, Silvestro Greco (ma si fa chiamare Silvio, sapete com è, va di moda), ha infatti annunciato al popolo gaudente che la Regione Calabria è capofila del network per la conservazione, il soccorso, il recupero e la riabilitazione delle tartarughe marine “Caretta Caretta” che sulle battigie calabresi, in particolare sulle coste ioniche, fornicano e sfornano tartarughini a raffica manco fossero conigli infoiati.

Il fratello di Silvestro-Silvio Greco, Raffaele, è presidente della cooperativa Nautilus di Vibo Valentia, che da 24 anni fornisce servizi per l’oceanografia e la gestione delle risorse ambientali.

Mentre i calabresi già pregustano il brodo di tartaruga che riempie la panza se ingurgitato a badilate, gli amici - diretti, indiretti, consapevoli o inconsapevoli - di Loiero si affacciano.

Non manca chi - con sprezzo del pericolo - ha messo in Rete persino un appello per vietare a Pm e magistrati di candidarsi in politica per i 5 anni successivi all’abbandono della toga o dall’ultima causa trattata. Un successone! Ben 38-firme-38 raccolte, incluse quelle di indagati in Why Not. Adelante Pedro!

Certo, c’è chi si affaccia senza paura. E’ il caso di un luminare della politica calabrese: Francesco Galati, capogruppo in consiglio regionale del Nuovo Psi. Il 1° luglio alle 12.57 l’Ansa lancia un take che non lascia dubbi. “La sola ipotesi - spiega Galati - della candidatura alla presidenza della Regione dell’ex pm di Catanzaro dovrebbe fare inorridire tutti i socialisti che si sono schierati in questi anni con il centrosinistra. Messi in un angolo dal presidente Loiero che non ci ha pensato due volte a liquidare l’unico prestigioso esponente riformista della sua giunta, l’onorevole Sandro Principe, sfrattati dal Parlamento di Veltroni, ora si vorrebbe umiliare i socialisti dell’ex Sdi, oggi Ps, costringendoli a ingoiare il rospo della candidatura a presidente del magistrato che ha fatto la rivoluzione giudiziaria in Calabria solo a parole e a colpi di comunicati stampa”.

I colpi per De Magistris non mancano e c’è da giurare che - se davvero la sua candidatura prendesse piede con o senza il Pd - vedremo colpi di bazooka giornalistici che in confronto i servizi appena partiti appaiono carezze.

Come, a esempio, la lunga intervista che Panorama, a firma di Giacomo Amadori, dedica il 9 luglio all’ex presidente del Tribunale di Matera, Iside Granese, per la quale è stata chiesta l’archiviazione dai reati ipotizzati dall’inchiesta Toghe Lucane nella quale erano incappati anche il giudice Rosa Bia, il procuratore capo di Matera Giuseppe Chieco, il procuratore generale di Potenza Vincenzo Tufano ed Emilio Nicola Buccico, sindaco di Matera. Nessun comitato d’affari e archiviazione richiesta per tutti e ora Granese, difesa dall’avvocato Giancarlo Pittelli, che De Magistris inseguirà invano nell’inchiesta Why Not, spara a zero contro l’ex pm.

SANITA’: TUTTI IN CARROZZA!

Cari lettori, se ne vedremo delle belle, sarò qui a raccontarvele, statene certi. Comprese le cose spassose che fanno sganasciare dal ridere. Volete saperne una? Ok...delfini curiosi, vi accontento.

Le grandi manovre contemplano anche le nomine nella sanità, visto il drammatico buco regionale che potrebbe portare il Governo a commissariare la Regione. Sanità in Calabria vuol dire valanghe di voti e clienti a vagonate e chi prova a interrompere il flusso - su cui prosperano le cosche - ci lascia la poltrona (prima di lasciarci le penne, come, a esempio successe a Francesco Fortugno, vicepresidente del consiglio regionale).

Come si vede, allontanata due anni fa dalla Giunta Doris Lo Moro, che Loiero ama come un laziale può adorare Totti, tutti i problemi della sanità calabrese sono stati risolti magicamente: buco rientrato, ospedali efficienti, zero corruzione, ‘ndrangheta ammansita e pazienti che fanno a gara per rimanere in corsia perché si sentono meglio che a casa!

Loiero - tra lo sconcerto dei più - il 25 giugno ha nominato nella Commissione di esperti nientepopodimenoche Gianfranco Luzzo, già assessore alla Sanità nella magica Giunta Chiaravalloti.

Su questa nomina botte da orbi. Il 25 giugno all’agenzia Asca, un altro bel tipino fino, il capogruppo dell’Idv in consiglio regionale, Maurizio Feraudo, dichiara quanto segue: ’’La nomina di Luzzo, come esperto nel Comitato per il Piano di rientro del debito sanitario, e’, a dir poco sconcertante ed e’ emblematico che sia stata tenuta debitamente nascosta. Questa nomina e’ una vergogna pubblica sul piano dell’etica e della coerenza politica, un oltraggio spudoratamente perpetrato ai danni di quelle migliaia e migliaia di calabresi che nel 2005 hanno votato per il centrosinistra per mandare a casa anche, fra l’altro, gente come Gianfranco Luzzo, il quale - lui, proprio lui - da Assessore alla Sanita’ della Giunta Chiaravalloti e’ l’artefice sommo della voragine debitoria che egli ha condotto al fallimento la sanita’ calabrese. E Loiero lo nomina esperto per risanare il debito che proprio lui, Gianfranco Luzzo, ha provocato e determinato’.’Se non si parlasse di cose drammaticamente serie, saremmo al cospetto della farsa piu’ indegna. Ma quali inconfessabili interessi cela e persegue questo osceno inciucio Loiero-Luzzo, ratificato dal silenzio complice e connivente del Pd e del suo capogruppo in consiglio regionale e avallato, in giunta, addirittura dal voto favorevole degli assessori della sinistra radicale”.

A questo punto Luzzo si offende come un adolescente sgridato dalla mamma e rimette il mandato a Loiero che, il 9 luglio, senza colpo ferire nomina al suo posto un commercialista di Cosenza, Pasquale Vetere.

Ma non è tutto fantastico, amati lettori?

roberto.galullo@ilsole24ore.com


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