ITALIA 2008. 60° ANNIVERSARIO DELLA COSTITUZIONE...

L’ENTUSIASMO DI UN POPOLO PER LA DEMOCRAZIA. LE ELEZIONI AMMINISTRATIVE ITALIANE DAL 1946 AL 1956. Un originale e prezioso lavoro di Rosario Forlenza, nato da un corso di dottorato sotto la guida di Maurizio Ridolfi all’Università della Tuscia di Viterbo - a cura di Federico La Sala

lunedì 8 settembre 2008.
 

Scheda editoriale

Rosario FORLENZA

-  Le elezioni amministrative della prima Repubblica
-  Politica e propaganda locale nell’Italia del secondo dopoguerra (1946-1956)

Saggi. Autonomie

-  Presentazione di Liborio Iudicello.
-  Prefazione di Pier Luigi Ballini

-  pp. XII- 260
-  2008 L. 61.960 € 32,00
-  ISBN 9788860362605

È a livello locale che i cittadini apprendono la vita politica. È nei comuni che la società entra a contatto con la politica, colta nei meccanismi prosaici e disincantati del suo quotidiano lavorio. Un livello che però, per essere compreso pienamente, va inserito in un quadro generale, perché il locale non esiste senza il nazionale e senza rapporto con esso. Così, se da un lato è opportuno evitare di esaltare o creare il locale con l’artificio - l’invenzione del colore e del folklore - dall’altro è fondamentale rifiutare la riproduzione, in periferia, degli idealtipi elaborati a livello nazionale.

È partendo da questi concetti che il volume narra il primo decennio di elezioni amministrative nell’Italia repubblicana. Anzitutto quelle del 1946, che segnarono la rinascita dei partiti e delle istituzioni ma, soprattutto, consegnarono alle donne la possibilità di accedere al voto. Le successive elezioni amministrative del 1951 e del 1952 furono invece profondamente influenzate dalla cornice nazionale e internazionale della contrapposizione ideologica, e ancor più lo saranno quelle del 1956: la «grande» politica era arrivata al comune.

Attraverso lo studio della propaganda, dei linguaggi e della comunicazione, emergono alcuni temi e problemi della costruzione della democrazia, della partecipazione politica e del processo di trasformazione che ha reso moderna la vita delle italiane e degli italiani. L’analisi dei dati elettorali, del mosaico di volti, voci, eventi, emozioni, porta alla luce le «Italie elettorali»: le distinte e complesse identità culturali e geo-politiche della penisola; il rapporto tra l’orgoglio locale e l’identità nazionale; il farsi dell’Italia repubblicana nei comuni.

Rosario Forlenza è dottore di ricerca in Società, istituzioni e sistemi politici europei presso l’Università della Tuscia, Viterbo. Si occupa di storia sociale e culturale della politica, di propaganda, comunicazione politica e cinema.



-  Politica, società civile e istituzioni locali.
-  Per uno studio sulle elezioni amministrative nel secondo dopoguerra.

IL PROGRAMMA

-  Rosario Forlenza,
-  Un. della Tuscia, Viterbo
-  Tutor prof. Maurizio Ridolfi

1. La ricerca intende ricostruire la storia delle elezioni amministrative in Italia nei primi anni di vita della Repubblica. Nella consapevolezza che uno sguardo a distanza ravvicinata potrebbe rendere incomprensibile il quadro generale - vista la frammentazione e la diversità delle vicende locali - si intende recuperare una visione da lontano e d’insieme. E nello stesso tempo mettere in risalto le caratteristiche e le problematiche delle elezioni in alcune grandi città italiane: Roma, Milano, Torino, Bologna e Napoli. Una ricerca di storia elettorale non può fare a meno dei cambiamenti avvenuti in ambito di storia politica. Le riflessioni e gli esiti di ricerca più fertili - in Italia e in Europa, ma in particolare in Francia - hanno spostato il tradizionale studio dei fenomeni di carattere pubblico verso una nuova realtà di storia della politica, che, tra l’altro, si avvale delle sollecitazione e degli apporti dell’antropologia, della politologia, dei linguaggi, metodi e particolari universi scientifici delle scienze sociali. E proprio lo studio delle elezioni, in Italia come altrove, ha consentito di cogliere la distanza tra gli studi tradizionali e i nuovi sviluppi della ricerca. Nel significativo progresso degli studi elettorali però il voto amministrativo è stato abbastanza escluso. È però indubbio che l’attenzione alla dimensione locale della politica consente di liberare una storia nazionale troppo angusta per oggetti, soggetti e ambiti storiografici.

2. Uno studio delle elezioni amministrative non può che partire - logicamente e cronologicamente - dalla raccolta e sistemazione dei dati elettorali. La certezza dei numeri, in realtà, riguarda soltanto le elezioni politiche: non tanto e non solo per la mancanza di cifre e pubblicazioni ufficiali, quanto per la difficoltà di organizzare dati tra di loro troppo disomogenei. Ma, in ogni caso, il dato statistico è solo l’aggancio ad una realtà più ampia, complessa e differenziata. Ed è comunque insufficiente a dare il senso e il tono ad una ricerca che voglia indagare una serie di fenomeni e di processi - più che di semplici avvenimenti - che hanno investito l’Italia repubblicana nei suoi primi anni di vita.

Rimane fondamentale il problema del rapporto tra centro (inteso come dimensione nazionale, politica, astrazione, emancipazione del politico dai contesti più immediatamente sociale) e periferia (intesa come locale, amministrazione, radicamento nel sociale, prossimità alle nervature intime della struttura sociale e degli interessi materiali). Occorre osservare come si vanno configurando, all’interno dei processi di politicizzazione e democratizzazione dell’Italia repubblicana, le dissonanze, le affinità, gli scambi e gli scarti tra i diversi livelli.

Sono chiamati in causa, dunque, il grado di politicizzazione e ideologizzazione dei problemi locali; la posizione della politica locale rispetto a quella nazionale. Il ruolo dei partiti nel loro tentativo di organizzarsi e radicarsi sul territorio e di rapportarsi alle istituzioni locali. La maniera stessa in cui la politica e la partecipazione hanno reso moderna la vita degli italiani e hanno consentito loro di diventare cittadini della repubblica. Sotto la crosta delle formule storiografiche generali - spesso cristallizzate in una immagine troppo univoca e unidimensionale per non essere distorta - l’Italia dei comuni merita di essere ricostruita e ri-considerata.

3. La ricerca intende esaminare e analizzare una serie di questioni e di problemi - ruotanti intorno alla democratizzazione e politicizzazione dell’Italia repubblicana - in diversi città. La valenza conoscitiva ed esplicativa della comparazione è dunque considerata fondamentale. In alcuni casi, la periferia è il luogo dove la politica alta si degrada e perde respiro ideale, in altri casi il centro attende l’iniezione di linfa vitale della virtuosa amministrazione.

Alcune città - come il caso di Bologna - diventano laboratorio dove si sintetizzano pratiche di buon governo. In altre - come la Napoli fascinata dal verbo qualunquista e populista di Achille Lauro - si sviluppano ed elaborano proposte politiche di marca anti-centralista ed anti-statalista. Se è nel contesto locale che avviene un vero e proprio apprendistato di massa della vita politica - come Pierre Rosanvallon ha notato riferendosi alla Francia orléansista - sarebbe interesse quanto l’assunto potrebbe valere per l’Italia repubblicana e per altri paesi europei dopo la seconda guerra mondiale.

4. Un vero e proprio manifesto della «nouvelle histoire du politique» è il volume curato da René Rémond, Pour une histoire politique, Seuil, Paris 1988; la costruzione e l’organizzazione del politico nel sociale e l’indagine sui partiti come luogo della sociabilità è nelle ricerche di Maurice Agulhon tra cui, in particolare, Sociabilité: étude d’une mutation Le cercle dans la France burgeoise 1810-1848, Colin, Paris 1977 [trad. it.: Il salotto, il circolo, il caffè: i luoghi della sociabilità nella Francia borghese 1810-1848, a cura di M. Malatesta, Donzelli, Roma 1993]. È già un classico della storia elettorale Pier Luigi Ballini, Le elezioni nella storia d’Italia dall’unità al fascismo. Profilo storico-statistico, Il Mulino, Bologna 1988; per un periodo più ampio e che comprende gli anni dell’Italia repubblicana, Maria Serena Piretti, Le elezioni politiche in Italia dal 1848 a oggi, Laterza, Roma-Bari 1995. Modelli di riferimento e problematiche utili per l’Italia, sono state fornite anche da studi elettorali provenienti dall’estero e in particolare dalla Francia, tra cui, fra molti altri, P. Rosanvallon, Le sacre du citoyen: histoire du suffrage universel en France, Gallimard, Paris 1992 [trad. it.: La rivoluzione dell’uguaglianza. Storia del suffragio universale in Francia, Anabasi, Milano 1994]; Olivier Ihl, Le vote, Montchrestien, Paris 2000² (1. ed. 1996).

La recente attenzione degli storici per questioni come la propaganda, la mobilitazione dei militanti, i linguaggi della politica, le campagne elettorali è testimoniata da M. Ridolfi (a cura di), Propaganda e comunicazione politica. Storia e trasformazione nell’età contemporanea, Bruno Mondadori, Milano 2004. Per il rapporto tra centro e periferia non si può prescindere dal classico Sidney G. Tarrow, Between Center and Periphery. Grassroots Politicians in Italy and France, Yale University Presse, New Haven and London 1977 [trad. it.: Tra centro e periferia. Il ruolo degli amministratori locali in Italia e in Francia, Il Mulino, Bologna 1979].

Non esistono studi complessivi sulle elezioni amministrative italiane se non alcune ricerche, di taglio politologico e sociologico dedicate ad alcune città. A metà degli anni Ottanta l’Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia insieme alla rete degli istituti locali iniziò una ricerca dedicata al ceto politico locale, su cui, in particolare, Alfio Mastropaolo (a cura di), Le élites politiche locali e la fondazione della repubblica, Istituti storici della resistenza in Pemonte, Consiglio regionale del Piemonte, Franco Angeli, Milano 1991. Gli studi che la storiografia sociale, come nel caso del gruppo di lavoro legato alla rivista «Meridiana» - in questo caso a partire da un’ottica rivolta a ridiscutere gli stereotipi della storiografia meridionalistica - hanno consentito di rivedere alcune importanti questioni analitiche relative alla dimensione del «locale». La rivista «Memoria e ricerca» recupera la dimensione territoriale spaziale e territoriale come variabile - non solo geografica e geopolitica ma anche più propriamente storica - che consente l’esame di fenomeni complessi e apparentemente incomprensibili della storia nazionale.


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Sul tema, nel sito, si cfr.:

-  COSA SIGNIFICA ESSERE ITALIANI ED ITALIANE. LA LEZIONE DEI NOSTRI PADRI E DELLE NOSTRE MADRI
-  di Piero Calamandrei. La Costituzione italiana: SALVIAMOLA!

-  Per un ri-orientamento antropologico e teologico-politico ....
-  25 Giugno: salviamo la Costituzione e la Repubblica che è in noi

-  Memoria della Liberazione e della Costituzione, la Legge dei nostri Padri e delle nostre Madri Costituenti....
-  COSTITUZIONE ED EDUCAZIONE CIVICA. LA LEZIONE DI GAETANO FILANGIERI

-  LA SVOLTA DI SALERNO... E LA LOTTA PER LA LIBERTA’ E LA DEMOCRAZIA, OGGI!


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