PAVEL BRUTT VINCE LA QUINTA TAPPA A CONTURSI TERME
Il russo Pavel Brutt della Tinkoff ha vinto, staccando negli ultimi 400 metri altri quattro ciclisti con i quali era andato in fuga dopo 19 km, la quinta tappa del 91/mo Giro d’Italia, da Belvedere Marittimo (Cosenza) a Contursi Terme (Salerno), per un totale di 203 km. Al secondo posto si è piazzato il tedesco Johannes Fromlinger della Gerolstein.
PELLIZOTTI CONSERVA MAGLIA ROSA Franco Pellizotti ha conservato la maglia rosa anche al termine della quinta tappa disputata oggi da Belvedere Marittimo (Cosenza) a Contursi Terme, in provincia di Salerno. Il corridore della Liquigas conserva anche il secondo di vantaggio sullo statunitense Christian Vandevelde. Terzo l’abruzzese Danilo Di Luca. (ANSA)
Brutt, fuga per la vittoria
Il russo della Tinkoff scatta ai 1100 metri e beffa i compagni di giornata, in fuga dal 20° chilometro. Rabbia Millar, appiedato dalla bici. Pellizotti resta in rosa, a Bettini lo sprint del gruppo staccato di 32’’
CONTURSI TERME (Salerno), 14 maggio 2008 - Pavel Brutt ha vinto la 5a tappa del Giro, da Belvedere Marittimo a Contursi Terme per 203 chilometri. Il russo della Tinkoff, 25 anni, con un attacco ai 1100 metri ha staccato i compagni di fuga Perez, Laverde e Frohlinger e si è imposto per distacco. Secondo posto per Frohlinger (Ger, Gerolsteiner), poi Laverde e Perez. Per Brutt, professionista dal 2001, si tratta del 17° successo in carriera, 1° del 2008.
RABBIA - In fuga c’era anche David Millar: ma il britannico della Cofidis poco prima dello striscione dell’ultimo chilometro ha avuto un problema tecnico ed è dovuto scendere di sella. Per la rabbia, ha scagliato la bicicletta oltre le transenne. Il gruppo dei migliori è arrivato a 31”, regolato da Bettini, quinto. Franco Pellizotti (Liquigas) ha conservato la maglia rosa. LA CRONACA - Non parte Nick Nuyens, caduto nel finale: per il belga della Cofidis frattura della clavicola. Dopo diversi scatti e controscatti, al 19 km vanno via Laverde, Frohlinger, Brutt, Millar. Su di loro si porta Perez Sanchez e dopo 116 km i cinque hanno 9’10”. Sono soprattutto i Liquigas e i Quick Step a condurre l’inseguimento. Nel finale, sotto la pioggia, si vede davanti al plotone anche la Lpr ma il braccio di ferro, stavolta, lo hanno vinto i fuggitivi della prima ora. AVANTI COSI’ - Giovedì c’è la 6/a tappa: da Potenza Peschici, 265 km. E’ la frazione più lunga della corsa rosa: all’inizio si attraversa l’appennino lucano (Gpm di Rionero in Vulture). Poi pianura fino a Manfredonia, dove si incontra il Gargano. Superata Vieste, si entra nel circuito finale di quasi 34 km che presenta la salitella di Borgo della Risega. Gli ultimi 1330 metri sono in salita, con pendenze fino al 10%. Domani ci sarà il primo vero arrivo in quota, a Pescocostanzo. Ciro Scognamiglio
Ciro Scognamiglio
Ansa» 2008-05-16 18:50
7/A TAPPA: BOSISIO E VISCONTI RIDONO
(dell’inviato Adolfo Fantaccini)
PESCOCOSTANZO (L’AQUILA) - E’ bastata una tappa con una salita dura, ma non durissima, di media difficoltà, che presentava un dislivello di 626 metri, una pendenza media del 6,3 per cento e una massima di 11, per accendere il 91/mo Giro d’Italia. Niente a che vedere con il Gavia, il Pordoi, il Plan de Corones, o con l’Alpe di Pampeago, per carità, ma un primo assaggio di quello che accadrà nella terza e ultima settimana si è avuto oggi sulle montagne del Parco nazionale dell’Abruzzo, a un tiro di schioppo dalle piste di Roccaraso. Nella settima tappa i "ragazzi di vecchia e nuova generazione", come li ha definiti il presidente della Federciclismo, Renato Di Rocco, si sono dati battaglia, regalando una spruzzata di sana e attesa bagarre negli ultimi km. Danilo Di Luca aveva dato appuntamento ai suoi fan in questa tappa interamente abruzzese, ma la maglia rosa del 2007 non è stato l’unico fra i big a tirare fuori la sciabola: anche Riccò e Piepoli hanno dovuto scoprire le proprie carte, assieme ad Alberto Contador.
Il vincitore del Tour de France, rispondendo con agilità allo scatto di Di Luca, ha dimostrato di possedere la giusta carica agonistica e una forma tutt’altro che approssimativa. Lo spagnolo sarà un osso duro, durissimo, per tutti, da qui a Milano. Nella tappa vinta da Gabriele Bosisio, che è stato bravo e fortunato (a rendergli meno complicata l’affermazione una foratura che ha azzerato le ambizioni di Emanuele Sella della Cs Group-Navigare, quando mancavano solo 8 km alla fine), il palermitano Giovanni Visconti è riuscito a conservare la maglia rosa, facendo lievitare addirittura il proprio vantaggio sul tedesco Matthias Russ: i due adesso non sono più separati dai ’migliori piazzamenti’ conquistati nelle tappe precedenti, cioé da zero secondi, ma da 9". Visconti, se per il secondo giorno consecutivo dormirà con la maglia più ambita sul comodino, deve ringraziare il suo capitano Paolo Bettini.
Il campione del mondo, che gareggia per la Quick Step, è stato un mostro di generosità e ha dato una straordiria dimostrazione di umiltà, spirito di sacrificio, esaltando il gioco di squadra e trainando il ’picciotto’ in rosa sulle ultime rampe che conducevano all’arrivo. E lo ha fatto proprio nel momento in cui Visconti stava per entrare in crisi, perdendo terreno dal gruppo degli inseguitori. Senza Bettini, è inutile negarlo, Visconti, con ogni probabilità, avrebbe perso la leadership 24 ore dopo averla conquistata sul traguardo pugliese di Peschici. Il vero deluso, dopo questo primo assaggio di ’vero’ ciclismo, è Danilo Di Luca, nato a Spoltore (Pescara), vale a dire a una quarantina di km da dove si è conclusa la tappa odierna. Il leader della Lpr aveva dato appuntamento sulle strade di casa e, quando ha visto che la vittoria stava per sfuggirgli, visto il vantaggio dei fuggitivi e la successiva fuga di Leonardo Piepoli, è scattato con rabbia, ha pedalato quasi con disperazione, ma è stato ’agganciato’ tempestivamente da Contador e Riccò.
Di Luca è un po’ rimasto sulle gambe, dimostrando di non essere ancora al top, poi ha visto sfumare la vittoria. E’ apparso in buona forma, invece, lo stesso pugliese Piepoli della Saunier Duval: difficile stabilire se il ’Trullo volante’ volesse testare la gamba, oppure verificare la condizione di alcuni big. Sicuramente lo strappo di Piepoli, che all’arrivo si è detto soddisfatto del suo settimo posto, ha costretto Contador (uno dei più temuti, se non il più temuto) a svelarsi e a svelare che basta poco per scoprire i bluff. La sua condizione? Non induce certo al pessimismo.
Ansa» 2008-05-15 17:10
6/A TAPPA: VISCONTI E PRIAMO, SPRAZZI D’AZZURRO
dell’inviato Adolfo Fantaccini
PESCHICI (FOGGIA) - Sulle strade della Penisola il vento dell’est lascia spazio a sprazzi di azzurro che colora il 91/mo Giro d’Italia. Dopo il successo sul traguardo di Contursi Terme del russo Pavel Brutt, della Tinkoff, oggi sono saliti sugli scudi gli italiani. A Peschici, sul Gargano, si è imposto Matteo Priamo, mentre la maglia rosa é finita sulle spalle di Giovanni Visconti, campione italiano in carica su strada. Il primo, dopo una lunga fuga partita intorno al km 53 grazie a un’iniziativa di Mandri, Perez Lezaun e Ochoa (ai quali, al km 60, si sono aggiunti altri nove), ha vinto uno sprint a due proprio sullo spagnolo Perez Lezaun, che è rimasto letteralmente sorpreso dallo scatto del ciclista nato a Poggiana di Riese (Treviso), nell’ultimo tratto in leggera salita.
L’uomo del giorno, però, può essere considerato Visconti che per la prima volta indossa la maglia di leader della classifica generale e lo fa in un Giro partito da Palermo, la sua città. Visconti, che sognava il successo in una delle tre tappe siciliane, oggi si è piazzato all’ottavo posto e solo per il complicato meccanismo legato ai piazzamenti nella crono a squadre ha beffato il tedesco Russ. Aveva provato a vincere nella tappa di Agrigento, ma la Dea bendata gli ha voltato le spalle e il corridore del quartiere palermitano di Borgo Molara é stato costretto a varcare lo Stretto a mani vuote. Oggi, la rivincita e l’esultanza alla maniera del concittadino Totò Schillaci ai Mondiali del ’90.
Tanta e tale era la gioia, che Visconti, stappando una bottiglia di champagne, si e’ anche fatto male al mento con il tappo. Il ’picciotto’ della Quickstep, la squadra del campione del mondo Paolo Bettini, si é pure commosso, ripercorrendo le sofferenze e i sacrifici affrontati per inseguire al nord il sogno del ciclismo. Per lui, nato nel profondo sud ma cresciuto in Toscana, indossare la maglia rosa sopra la casacca tricolore deve essere stato sublime. Era stato soffocato dal calore della sua Palermo, venerdì scorso, giorno della presentazione delle squadre del Giro in piazza Politeama, aveva faticato a indossare i panni del profeta in patria, ma oggi ha dato sfogo a una gioia incontenibile. "In questi giorni tanta gente si aspettava tutto e subito da me, ma il ciclismo insegna che quando cerchi il risultato è difficile che arrivi - ha detto sul traguardo - ma a questa maglia ci tengo, così come tengo a quell’altra tricolore".
E, oltre a quelli intensi di Visconti, brillano anche gli occhi di Matteo Priamo, che oggi ha conquistato la sua quarta vittoria in carriera. Una bellissima soddisfazione per questo trevigiano di 26 anni, professionista dal 2006, che nella Csf sta maturando bene e in fretta. Priamo è rimasto in fuga per circa 160 km assieme ad altri dieci corridori, dimostrando di possedere tenuta atletica, lucidità e quel pizzico di spregiudicatezza che gli ha permesso di scattare assieme allo spagnolo Perez Lezaun e poi di batterlo sulle piccole rampe che portavano al traguardo di Peschici. E’ anche da questi dettagli che si giudica un corridore. I giovani rimangono dunque protagonisti di questo Giro che domani regalerà le prime emozioni in salita con l’arrivo a Pescocostanzo, in Abruzzo, oltre i 1.400 metri d’altezza.