Segno dei tempi....

ROMA. LA FONTANA "ROSSA" DI TREVI. UN’OPERAZIONE DA CHRISTO!!! L’acqua che scende dalle rocce sotto il Mosè e confluisce nel bacino è diventata di colore rosso fuoco. Rivendicazione dell’accaduto di "Azione futurista" - a cura di pfls

venerdì 19 ottobre 2007.
 

ROMA - Una sostanza colorata, un liquido rosso, è stato versato da ignoti nella fontana di Trevi nel centro di Roma. Secondo quanto si è appreso dalla polizia municipale uno sconosciuto ha gettato un secchio contenente un liquido rosso che ha colorato l’acqua della fontana, e poi è fuggito tra la folla di turisti che come al solito stazionava nella piazza. Sul posto è intervenuta la polizia municipale, mentre i tecnici della Acea provvederanno a verificare la natura del liquido e eventuali danni ai marmi e alle statue del monumento progettato da Nicolo’ Salvi.

Fontana di Trevi appare in un aspetto totalmente inconsueto: tutta l’acqua della fontana è rossa dopo che uno sconosciuto ha lanciato un contenitore di plastica pieno di una vernice. I turisti sulla piazza stanno fotografando l’inconsueto spettacolo. L’acqua che scende dalle rocce sotto il Mosé e confluisce nel bacino, dove si è immersa Anita Ekberg nella famosa scena della Dolce vita è rosso fuoco.
-  Subito sono intervenuti i vigili urbani in servizio sulla piazza che stanno raccogliendo le testimonianze. Pare che l’autore del gesto sia un uomo che aveva un giubbotto chiaro e un berretto in testa.

-  RIVENDICAZIONE
-  ’AZIONE FUTURISTA’

Una scatola contenente alcuni volantini è stata trovata al lato della Fontana di Trevi: sui volantini l’atto di colorare l’acqua del monumento della è stato rivendicato dalla sigla ’Ftm Azione futurista 2007’.

"Oggi nasce con noi una nuova concezione violenta della vita e della storia, che esalta la battaglia a scapito della pace e disprezza voi leccaculodiartificiosipoteri, schiavi del mercato globale". E’ uno dei passi del volantino con cui "Ftm azionefuturista 2007" ha rivendicato l’atto vandalico a piazza Fontana di Trevi a Roma. Nel volantino c’é un chiaro riferimento al movimento futurista di cui si ricorda la nascita a Parigi nel 1909, si rivendicano i legami di quel movimento e si afferma l’intento di essere all’avanguardia e scontrarsi "contro tutto e contro tutti con spirito di lotta e sana violenza" ma soprattutto di fare "di questa società grigioborghese un trionfo di colore". Dopo il ritrovamento dei volantini i vigili urbani hanno transennato l’area della Fontana e allontanato tutti.

ANSA» 2007-10-19 17:32

In rivendicazione attacco a festa cinema *

ROMA - C’é anche un attacco alla Festa del Cinema che si è inaugurata ieri a Roma nella rivendicazione di Azione futurista dell’atto vandalico che ha colpito Fontana di Trevi. "Voi solo un tappeto rosso - è scritto nel volantino - noi una città intera color rosso vermiglio. "Rieccoci...". Questo l’inizio della rivendicazione che è stata trovata accanto al monumento progettato e costruito da Nicola Salvi e finito da Giuseppe Panini nel 1762. I toni riecheggiano il linguaggio dei Futuristi. Il documento é lungo una trentina di righe e termina con il grido ’Eja! marciare per non marcire, lottare per non morire, e la firma azione Futurista con una piccola riproduzione di un’opera d’arte futurista".

Nel testo c’é anche un riferimento alla lotta contro il lavoro precario e contro una società "mercatocentrica". "Inizia così - annuncia azione Futurista 2007 - per noi futuristi un nuovo millennio, una nuova adesione alle evolute tecniche e ai nuovi mezzi espressivi, interpretando un rinnovamento totale". Il finale del volantino ha gli stessi toni retorici "Dare forza alla lotta contro gli scialacquamenti del regime, il precariato, l’usura, il mercimonio della bellezza, la falsità della legge, la provvisorietà della vita dei lavoratori, l’incertezza del domani e per la libertà dei popoli". Sull’altro lato lo slogan "Una macchia di colore vi tumulera". Ed ancora un cenno al precariato: "Noi precari, disoccupati, anziani, malati, studenti, lavoratori, stiamo arrivando con il vermiglio per colorare il vostro grigiore". E infine l’attacco alla Festa del Cinema. "Ancora la festa del Cinema viene sintetizzata in 15 milioni di euro scialacquati, 2,5 milioni di euro solo per pagare il conto degli alberghi, e la chiamano festa". Infine uno sberleffo al cinema di Roma: Quattro cortigiane, una vecchia gallinaccia e un puffo - è scritto nel volantino - questo è il Cinema di Roma".

* Ansa» 2007-10-19 17:31


IMMAGINI - COLORATA DI ROSSO L’ACQUA DELLA FONTANA DI TREVI (la Repubblica)


Sulla figura e l’attività di Christo, cfr. Voce: Christo e Jeanne-Claude (Wikipedia)


CHRISTO L’IMPACCHETTATORE CHE RISPETTA L’AMBIENTE

10.03.2001 *

Ricordate le solenni Mura Aureliane impacchettate? Avevano cambiato colore e aspetto. Sembravano un’altra cosa, a metà tra il giocattolone e un mega oggetto di arredo urbano. In realtà era un’opera d’arte. Firmata Christo. Oggi, questo artista nato in Bulgaria ma divenuto ben presto apolide e giramondo, torna in Italia con una mostra promossa dalla Fondazione Ambrosetti Arte Contemporanea (Brescia, Palazzo Honoris, 10 marzo-20 maggio, a cura di Josy Kraft, Ettore Camuffo e Loredana Parmesani, catalogo Skira).

Quando nel ’74 questo artista sbarcò nella capitale per rivestire quel pezzo di antica Roma, in pochi lo presero sul serio. In realtà in Italia si era già fatto conoscere quattro anni prima per aver impacchettato a Milano il monumento a Vittorio Emanuele. Ma il caso Christo scoppiò a Roma. Era una provocazione bella forte, un modo inconsueto di portare l’arte al pubblico, intervenendo in uno dei luoghi sacri dell’arte, manipolandone gli esempi più illustri e trasformandoli in opere della contemporaneità. In realtà questo lavoro Christo - che è un artista ambientale: interviene vale a dire in contesti precisi e modella le sue opere a partire da questi - lo fece giustamente a Roma, culla dell’arte classica.

Altrove i suoi mega drappeggi sono tutt’altra cosa, perché è il luogo, l’ambiente appunto, a fare in un certo senso l’opera. In America, ad esempio, la fantasia, la grande libertà espressiva di Christo si esercitano negli smisurati spazi naturali presenti in quel Continente. Così in Colorado sta ultimando un intervento sul fiume Arkansas: un enorme rivestimento drappeggiato e sopraelevato del letto del fiume. In Svizzera, invece, ha sottolineato la natura verde di questo Paese avvolgendo con gradi teli un bosco di alberi. In Germania, ancora, nello storico Gasometro di Oberhausen, ha realizzato un grande muro (The Wall, è il titolo dell’opera) con tante piccole botti colorate. E mai questi interventi sono invasivi, sono realizzati anzi tenendo molto in conto l’equilibrio ecologico del luogo, la sua configurazione all’interno dello spazio.

La mostra di Brescia propone disegni, collage, schizzi, gigantografie e plastici, oltre a una serie di video che documentano il lavoro realizzato dal ’69 fino ad oggi da Christo e da sua moglie, l’inseparabile artista che lo affianca fin dagli anni sessanta e con cui ha firmato quasi tutte le sue opere: Jeanne-Claude. E soprattutto sono presentati per la prima volta in maniera completa i lavori sui quali Christo attualmente è ancora impegnato: The Gates (progetto per il Central Park di New York) e Over the River in Colorado.

In molti, soprattutto tra in non addetti ai lavori, si sono chiesti che cosa volesse dimostrare Christo. E la risposta in realtà è molto semplice. Christo lavora, come avviene molto spesso nell’arte contemporanea, sulla modificazione percettiva dei luoghi, che sotto le sue mani e con lo strano rivestimento che gli aggiunge, cambiano natura, ma anche il modo di essere guardati. Un po’ il rovescio dell’operazione che ha fatto Duchamp con il "readymade" quando innalzò l’oggetto d’uso, l’orinatoio, ad opera artistica. Christo fa il contrario: se in partenza ha un’opera d’arte (come le Mura Aureliane) questa è reinventata come un bizzarro oggetto d’uso. Se è un elemento naturale o un manufatto, si trasforma in opera artistica. E tutte comunque diventano indimenticabili. Perché protagoniste di una nuova estetica. Monumentali, solenni e sontuose come le Mura Aureliane.

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-  Autore: Adriana Polveroni
-  Fonte: La Repubblica


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