Città
Si presenta il 21 gennaio il psu. Ne parla il prof. De Luca. Non cessano le polemiche
Ora c’è uno strumento di sviluppo che va considerato
venerdì 21 gennaio 2005.
Certe volte s’abusa d’espressioni come “sangiovannese”, “florense” e altre che identificano origini e storie. Forse, gli eccessi tolgono la sostanza. Fin qui, s’è parlato, tanti, di «sangiovannesità» e recupero del patrimonio storico, culturale e materiale, senza azioni concrete, una direzione, una meta. Oggi, un percorso di sviluppo, che comincia da un’identità storica e culturale di cui riappropriarsi in termini contemporanei, esiste, è tracciato, avviato. C’è un progetto, nero su bianco, dalla cui coerente realizzazione potrà dipendere parte del futuro della città. Si tratta del programma di sviluppo urbano, che si presenta venerdì 21 alle 17, al Teatro Italia, assieme a programma integrato territoriale e contratto di quartiere per l’Olivaro, relatori dei rappresentanti di Regione, Provincia di Cosenza e Comune, coi professori De Luca e Celano, dell’Università di Firenze e della Calabria. Giuseppe De Luca, docente di teorie e tecniche della pianificazione territoriale, urbanista romantico a suo modo, ci ha spiegato i fondamenti del programma di sviluppo urbano, di cui è coordinatore scientifico. Che cosa cambierà, per San Giovanni in Fiore, con l’approvazione del psu? De Luca preferisce parlare di “attuazione”, proiettando il discorso nel tempo, in avanti, e precisando che ci sono dei segnali importanti, come base di lavoro: un finanziamento, da parte della Regione, pari al 33% del richiesto e il terzo riconoscimento di merito, su tredici comuni concorrenti in Calabria. Antonio Barile, di Forza Italia, replica, in proposito: «Il dato è inesatto. Circa due dei tre milioni e seicentomila euro finanziati dalla Regione Calabria sono stati attribuiti sulla base della grandezza del nostro territorio e del numero degli abitanti. Nella graduatoria di merito, San Giovanni in Fiore è al penultimo posto». De Luca commenta il psu sul piano tecnico. «Abbiamo voluto proporre un programma un po’ più ambizioso degli altri, i cui punti di forza sono la ricerca d’una identità locale legata alla storia e alla figura di Gioacchino da Fiore, la valorizzazione di risorse locali non considerate - la ferrovia e il centro storico, ad esempio - e, in ultimo, l’attenzione - che s’era perduta - per gli spazi pubblici». Per De Luca, insomma, la filosofia del psu nasce da una prospettiva che individua nell’ambito pubblico le risorse utili della società, giusto oggi, in clima di liberismo, mercato globale e aziendalizzazione dello Stato, le quali vanno percepite, individualmente e collettivamente, come rilevanti nell’ordine economico ma anche, in qualche modo, come luoghi fisici significanti con cui rapportarsi e per cui vivere bene. «È da notare come, in un momento in cui lo Stato tende a cedere parte del suo patrimonio, vi sia, nel nostro caso, una forma d’acquisizione. Mi riferisco alla ferrovia, data al Comune dalle Ferrovie calabresi». L’esperto ci informa, poi, di un’idea che potrebbe rivelarsi molto proficua, per la città. «Condurremo dei laboratori di progettazione urbanistica partecipata, in modo che la gente comprenda direttamente i vari interventi che si faranno. Forse, con questa pratica, innovativa e affascinante ma anche dura e impegnativa, si eviteranno fenomeni di vandalismo». In merito a una congruenza, prospettata da noi, con la ripresa della zona badiale e il progetto, di Heritage Calabria, “Dimora florense degli emigrati”, l’urbanista distingue analiticamente fra riqualificazione del centro storico e ristrutturazioni private di vecchie case da cui ricavare piccoli alberghi o foresterie. «Si tratta, direi, di operazioni distinte, benché la partecipazione di privati sia essenziale, nel programma di sviluppo urbano». Il tecnico si ferma, quindi, su aspetti procedurali, sulle garanzie del programma, determinate da controlli europei, e, in particolare, sulla dinamicità e responsabilità che ne caratterizzano la stessa natura e sottolinea che la Regione ha già individuato i fondi residui per il finanziamento dell’intero psu. Barile, invece, contesta duramente questi elementi e attacca, come politico, la giunta comunale e il sindaco Succurro, rimproverandogli una pubblicità inopportuna e inattendibile, sulla stampa, «di meriti inesistenti, per progetti - psu, pit e contratto di quartiere - che vanno esaminati in modo separato». Il consigliere d’opposizione dice, del psu, che «era dovere del sindaco presentarlo e che è stato finanziato per legge, cosa che non comporta onori e riconoscimenti»; sul pit, rileva che «è il progetto di un’area, quella silana, e, valendo la precedente considerazione, anche in questo caso non si può esultare». «Diverso è il contratto di quartiere per l’Olivaro, del quale, addirittura, non si conosce ancora l’esito», continua. Secondo l’esponente di Forza Italia, non ci sono fondi, coi finanziamenti approvati dalla Regione, per realizzare uno solo dei tre obiettivi del psu. «Ciononostante - incalza Barile -, il sindaco ha siglato un protocollo d’intesa con le Ferrovie della Calabria e la Provincia di Cosenza, cosa gravissima, per un progetto che costa oltre quattro milioni di euro. Ha già impegnato tutto il finanziamento del programma di sviluppo, per lavori che costano di più. Dieci giorni fa, sono partiti quattrocento giovani, per l’esame d’accesso a un corso di formazione per infermieri. La città si sta spopolando completamente e sta perdendo le sue risorse umane. Di questo bisogna discutere. Non si deve ingannare l’opinione pubblica con la falsa e scorretta propaganda elettorale relativa a progetti che vanno interpretati con attenzione e in modo diverso». In questo contesto politico, il circolo “Valenzise” di Alleanza nazionale, presieduto da Battista Benincasa, esce con un manifesto murale in cui viene ringraziato l’assessore regionale Giovanni Dima, per la ripresa dei lavori alla diga di “Re di Sole”. Personalmente, ringrazio i padri costituenti per la Costituzione italiana e le scuole della nazione per l’insegnamento ricevuto.
Emiliano Morrone
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