In Francia per una vertenza che sembra avviata alla conclusione, il trasporto pubblico, se ne apre un’altra, quella degli studenti, liceali ed universitari, contrari alla legge che concede autonomia agli atenei. L’università Sorbona di Parigi è stata chiusa dopo i violenti tafferugli tra gli studenti che protestavano contro il progetto di riforma dei regimi speciali, voluta da Nicolas Sarkozy, e quelli che volevano raggiungere le aule.
In un comunicato diffuso dall’amministrazione della Sorbona si spiega che un gruppo di studenti ha fatto ricorso alla forza per bloccare uno degli ingressi dell’università. Questi studenti, si precisa nella nota, «fanno ogni giorno uso della forza, e questa mattina hanno fatto ricorso alla violenza fisica contro coloro che volevano seguire i loro corsi», afferma il rettorato. «La libertà di studio non è garantita e la sicurezza delle persone nemmeno», si aggiunge. «Di conseguenza, dopo avere informato i presidi delle facoltà interessate, è stata presa la decisione di chiudere la Sorbona fino alla mattina di lunedì 26 novembre».
Una portavoce del principale sindacato studentesco universitario Unef ha conferma che l’assemblea ha votato il blocco delle lezioni, ma ha smentito che ci siano stati incidenti. Secondo l’Unef l’ateneo dovrebbe essere riaperto in giornata. Il quotidiano francese "Nouvel Observateur" segue la situazione ora per ora.
Più di 40 delle 85 università francesi sono bloccate, e la protesta sta allargandosi ai licei, le scuole medie superiori: una ventina sono attualmente bloccati. In una manifestazione a Parigi giovedì migliaia di studenti hanno sfilato insieme universitari e liceali per chiedere «diplomi nazionali e ritiro della legge». Il presidente della Federazione indipendente e democratica liceale, Tristan Rouquier, ha chiesto che vengano fatte delle manifestazioni studentesche unitarie in tutte le città il prossimo 29 novembre. I liceali - ha aggiunto - «sono i primi colpiti da questa legge» e chiedono che l’accesso all’università sia frutto di una «propria scelta, e non di una selezione provocata dai voti o dal denaro».
Il ministro dell’insegnamento superiore, Valerie Pecresse, si è detta pronta ad aprire i negoziati su alcune richieste del movimento degli studenti, ma senza tornare indietro sul principio dell’autonomia delle università.
* l’Unità, Pubblicato il: 23.11.07, Modificato il: 23.11.07 alle ore 19.01
Sul tema, nel sito, si cfr.:
FRANCIA. IL LOGO DEL LOUVRE E’ IN VENDITA...
Ansa» 2007-11-24 08:37
PARIGI: BLOCCO STUDENTESCO, SORBONA CHIUSA
PARIGI - L’universita’ Sorbona di Parigi e’ stata chiusa dal presidente dell’ateneo, dopo che l’assemblea degli studenti aveva votato per il blocco delle lezioni. A riferirlo all’ANSA e’ una portavoce del principale sindacato studentesco universitario Unef, aggiungendo che non ci sono stati incidenti.
Secondo altre fonti, la chiusura dell’ universita’ e’ stata decisa dopo che si erano verificati degli incidenti ad uno degli ingressi della Sorbona fra alcuni studenti favorevoli al blocco delle lezioni ed altri contrari. Il presidente dell’ Universita’ ha quindi deciso la chiusura dell’ ateneo fino a lunedi’ prossimo ’’per cercare di calmare la situazione, e sperando che il buon senso prevalga’’, ha detto una portavoce dell’ ateneo. A Rennes, nel nord della Francia, intanto, la polizia e’ intervenuta all’ universita’ per allontanare una quarantina di studenti che bloccavano l’ accesso alle facolta’. In Francia sono una quarantina le universita’ bloccate dagli studenti per protestare contro la legge che concede autonomia amministrativa agli atenei.
Doc.
APPELLO DEL COORDINAMENTO NAZIONALE DELLE UNIVERSITA’ DI RENNES *
Noi, studenti riuniti in coordinamento nazionale, rappresentanti le assemblee generali delle università, constatiamo che la mobilitazione contro la LRU e gli attacchi del governo si allarga ogni settimana di più. Più di 50 assemblee generali hanno avuto luogo questa settimana, riunendo decine di migliaia di studenti. Più di 25 università sono in sciopero, di cui più di 15 hanno votato a stragrande maggioranza il blocco e la sospensione totale dei corsi. La mobilitazione degli studenti si annuncia massiccia dunque. Assemblee generali sono previste questa settimana in quasi tutte le università.
Rifiutiamo la LRU perché mira a smantellare il servizio pubblico di insegnamento superiore, colpito da più di 30 anni attraverso numerosi progetti di leggi, legge Faure, Progetto Di Waquet, Piano U3M, LMD, Legge di Ammodernamento delle Università il cui obiettivo principale è mettere in concorrenza le università su scala sia mondiale che nazionale. La LRU va verso la privatizzazione delle università, aumentando così il peso delle imprese e del privato. Le università potranno essere gestite come le imprese dai presidenti onnipotenti e dai consigli di amministrazione con un controllo democratico ancora minore. Così, le università saranno messe in concorrenza e come conseguenza avremo tagli del finanziamento ai rami meno produttivi o considerati non redditizi, una degradazione delle condizioni di studio nelle università, ed un aumento della selezione verso gli studenti. La legge instaura una preselezione dei liceali all’entrata dell’università e facilita l’aumento delle spese di iscrizione. Chiamiamo tutti i liceali a mobilitarsi ed a bloccare le loro Facoltà. Inoltre il personale insegnante e non insegnante sarà reso precario e gestito direttamente dalla presidenza delle università : è l’abolizione del loro statuto che è programmata. Poiché questa riforma non è né negoziabile, né emendabile sia a livello nazionale che locale, esigiamo la sua abrogazione.
La LRU è solamente una delle misure che si inseriscono nella logica globale dell’abolizione dell’istruzione, dei servizi pubblici, e l’insieme dei diritti sociali. Esigiamo un’inquadratura nazionale dei diplomi, un aumento degli aiuti sociali e del bilancio dell’insegnamento superiore, così come la soppressione delle spese di iscrizione. In particolare, esigiamo il ristabilimento dei 22.000 posti di funzionari soppressi questo anno di cui i 11.200 nell’istruzione nazionale. Esprimiamo la nostra solidarietà con le lotte dei lavoratori dipendenti che si svolgono in questo momento e con le loro rivendicazioni : contro la restaurazione dei regimi speciali e per il ritorno alle 37,5 annualità per tutti ; contro le franchigie mediche ; contro la precarizzazione degli statuti della funzione pubblica. Questa solidarietà non deve essere una vana parola, ma impegna tutti i protagonisti delle lotte sociali a lavorare ed a lottare insieme. Denunciamo anche la stigmatizzazione degli immigrati ed esigiamo in particolare l’abrogazione delle leggi anti-immigrati, la legge Hortefeux, la regolarizzazione di tutti coloro che non hanno il permesso di soggiorno e la chiusura dei centri di detenzione, e la fine delle retate. Al rullo compressore del governo opponiamo la convergenza delle lotte di tutti i settori attaccati che unica potrà farlo cedere.
Il governo fa chiudere le università bloccate e manda i CRS in quelle occupate. Alla mobilitazione, il governo risponde con le pseudo promesse e con la repressione nelle università, chiamiamo al boicottaggio e al blocco delle commissioni per l’attuazione della LRU. Condanniamo fermamente le chiusure amministrative e le azioni della polizia. Di fronte ai referendum organizzati dalle amministrazioni noi affermiamo la sola legittimità delle Assemblee Generali e dei comitati di scioperi per decidere le successive azioni del movimento. Le votazioni segrete devono essere impedite perché nuocciono al movimento.
Chiamiamo la popolazione a sostenere la nostra mobilitazione, quella dei ferrovieri e lo sciopero del 20 novembre nella funzione pubblica. È’ con una lotta di tutti e per tutti, che potremo fare cedere il governo. Chiamiamo gli studenti a mettersi da ora in sciopero, a costruire la lotta con picchetti di scioperanti, blocco ed occupazione; a discutere e convincere chi li circonda per costruire un movimento ancora più massiccio. Chiamiamo tutto il personale delle università a unirsi a noi nello sciopero. Chiamiamo tutti ad una giornata nazionale di azione di blocco delle stazioni martedì 13 Novembre. Chiamiamo a manifestare con i ferrovieri il 14 o il 15 novembre nelle varie città. Chiamiamo a manifestare massicciamente il 20 novembre a fianco dei lavoratori del pubblico impiego. Chiamiamo i lavoratori del settore pubblico come del privato ad approfittare di queste date per unirsi a noi nello sciopero, perché solo tutti insieme, studenti e lavoratori, potremo far cedere il governo. Il coordinamento rifiuta la mediazione di qualsiasi sindacato od organizzazione col governo perché l’obiettivo è costruire un rapporto di forza che è l’unico mezzo per soddisfare le nostre rivendicazioni.
11 novembre 2007
* Fonte: megafonorosso