Calabria

A chi giova l’eolico? Nasce il Comitato Calabria no Wind - postato da Giorgio Durante

domenica 18 novembre 2007.
 

La Calabria è la regione, secondo l’ultimo rapporto di Terna, la società che si occupa della trasmissione e della distribuzione dell’elettricità a livello nazionale, che si trova in una situazione di surplus, cioè esporta più energia di quanta ne produce, vale a dire, secondo i dati di Terna, il 31 per cento. Rispetto al 2005 la Calabria ha consumato il 2,7 per cento di energia elettrica in più attestandosi sui 6.566 gigawattora, collocandosi però tra le regioni più “risparmiose”: davanti alla Calabria si collocano solo Valle d’Aosta (1.163 Gwh), Molise (1.625), Basilicata (3.311) e Umbria (6.114). Se la Calabria Esporta il 31 % di energia che produce, quali potrebbero essere le motivazioni che spingono le istituzioni Comunali e Regionali a chiedere concessioni per impianti Eolici?

Se la nuova produzione di energia pulita sostituisse quella prodotta dale centrali convenzionali, una ragione ci sarebbe, ma così non è. Allora le ragioni vanno cercate altrove in altri interessi. Il punto è che seppur l’energia eolica è considerata una energia pulita non altrettanto si può dire per l’impatto ambientale, delle mastodontiche torri e del rumore che creano, che è tutt’altro che pulito, cambiano totalmente l’orizzonte visivo. E se la Calabria è da sempre stata considerata come il Gran Bosco d’Italia, per le sue verdi montagne, oggi rischia di diventare una orrenda selva di tralicci eolici.

Oltre sessanta sono gli impianti, già autorizzati e previsti in tutta la regione e le richieste aumentano di giorno in giorno. Insomma la Calabria, terra dimenticata da tutto e da tutti, diventa l’eldorado Europeo del business del vento. Il criterio di istallazione delle palificazioni è tra le altre cose, molto discutibile, mentre in tutto il mondo si assiste ad impianti ordinati nel loro apparire, in Calabria gli stessi pali sono posti nel disordine più totale, forse alla ricerca disperata di un vento che a volte neppure c’è.

Ma se l’energia a noi calabresi non serve, perchè dobbiamo pagare un costo ambientale così alto? Forse perchè l’eolico da sbocchi e soluzioni ai problemi dell’occupazione? Neanche quello, le pale girano senza l’assistenza dell’uomo e quando accade qualche problema, rilevato dal computer, la manodopoera che interviene è altamente specializzata, mentre la Calabria continua a formare estetisti, parrucchieri ed addetti al cosiddetto office automation.

Niente quindi neanche sul fronte occupazionale, basterebbe questo semplice ragionamento per trarne delle facili deduzioni. Alla Calabria l’energia eolica nuoce, questa è la verità, ci distrugge quel poco di pesaggio naturale che è scampato alla cementificazione selvaggia. Dobbiamo solo prendere atto che ancora una volta la politica non ha fatto gli interessi collettivi, ma solo altri, che a noi non è dato sapere, ma che possiamo, solo, immaginare.

Comitato Calabria no Wind

sostenuto da Calabrialibre


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