Lettere

Pierri contro passi ferini della Bibbia: "Dio non fa sbranare"

domenica 18 novembre 2007.
 

Gentile direttore,

il padre gesuita Corrado Marucci (Pontificio Istituto Orientale di Roma), sul Corriere delle Sera (17 nov.), a Sergio Romano, che non vede differenze sostanziali tra la violenza dell’Antico Testamento e quella del Corano, scrive: "La sua risposta è fuorviante...Nella Sacra Scrittura...la rivelazione è presentata in modo progressivo e trova la sua forma finale, definitiva e vincolante per il cristiano, solo nel Nuovo Testamento". Inoltre fa osservare che i testi violenti e immorali dell’Antico Testamento, a differenza del Corano, sono narrativi e non prescrittivi. A me sembra tutto un arrampicarsi sugli specchi per non ammettere semplicemente che sia nella Bibbia sia nel Corano esistono passi che nella maniera più assoluta non possono essere attribuiti a Dio. E’ assurdo infatti immaginare che Dio lasci prima tranquillamente che le sue creature si sbranino a vicenda, e poi dica loro che sbranarsi a vicenda è un male. Inoltre: progressione (passaggio graduale ad uno stadio successivo) non significa che per millenni (Antico Testamento) ti lascio credere che una norma morale sia giusta (es. legge del taglione), ed improvvisamente (Vangelo) ti dico che quella norma era sbagliata. Nell’Antico Testamento più che progressione c’è grande confusione.

Renato Pierri

già su L’Unità del 19 novembre 2007


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