America anni ’50, e non solo.

DITA VON TEESE. La star del Burlesque al festival "Summer Jamboree" di Senigallia. Un’intervista.

venerdì 24 agosto 2007.
 

[...] Come giudica il fatto che molte donne apprezzano le sue esibizioni, il suo personaggio?

"Non può che farmi piacere, evidentemente sono donne che comprendono il potere di quest’arte, e magari vogliono portare in camera da letto qualcosa che vedono fare da me. Io spero che le persone abbiano sempre più la possibilità di mettere a nudo le loro fantasie e di condividerle con i loro partner, senza doversi vergognare, senza sentirsi soli al mondo. In camera da letto non ci sono regole, tutti possono fare quello che vogliono" [...]


-  La star del Burlesque al festival "Summer Jamboree" di Senigallia
-  "Piaccio anche alle donne, perché possono imparare qualcosa da me"

Dita von Teese, debutto in Italia "In camera da letto niente regole"

-  Gli inizi a 18 anni, come modella pin-up, poi la carriera nello strip vintage
-  "Amo le bellezze artificiali, se Marilyn fosse rimasta Norma Jean non sarebbe stata nessuno"

dal nostro inviato ALESSANDRA VITALI *

SENIGALLIA - Scosta dalla fronte, di continuo, un paio di capelli scampati alla lacca e all’acconciatura immobile. E’ l’unico movimento che intacca la compostezza di una donna che sembra una bambola a tutti gli effetti. Non c’era luogo migliore di Senigallia, col suo clima vintage e le palazzine retrò, per accogliere la prima italiana di Dita von Teese, guest star (inseme a Jerry Lee Lewis) dell’edizione 2007 del Summer Jamboree, festival internazionale di cultura dell’America degli anni Cinquanta. Uno spettacolo, sabato intorno alle mezzanotte, al Club Mamamia della cittadina marchigiana, in cui si esibirà nei suoi tre cavalli di battaglia, "Martini Glass", "Ventaglio di piume giganti", "Giosta retrò". E intanto la placida località di mare è scossa dal brivido dell’indiscrezione: Dita alloggia un un hotel blindato, Dita ha due, no quattro, no sei guardie del corpo, Dita ha chiesto lenzuola di raso e frutta fresca sempre in camera, Dita mangia solo pollo alla piastra e verdura cruda, beve tè verde con un’unica concessione a qualche sorso di champagne, "ma di quello buono". In realtà, ieri sera Dita era a ballare al Foro Annonario, nel centro di Senigallia, come una qualsiasi americana in vacanza che si diverte a fare le ore piccole.

La star del Burlesque, lo strip-chic d’ascendenza vittoriana, si presenta ai cronisti che l’attendono in gran numero alla Rotonda a mare, pelle bianchissima, unghie e labbra scarlatte, eye-liner nerissimo e ciglia finte e all’insù in perfetto stile anni Cinquanta, abitino bianco a pois neri con pochette coordinata, scarpe rosse con platform e tacco vertiginoso. Una ragazza di Rochester, Michigan, oggi 35enne, che lavorato su di sé per costruire un personaggio che piace agli uomini, alle donne, ai gay, "perché ci sono tanti modi per essere bella, anche la bellezza artificiale, se Marilyn Monroe fosse rimasta Norma Jean non sarebbe diventata quel che era". Diciassette anni: tanti ce ne sono voluti per "creare" Dita von Teese. Con un po’ di fatica, e il sostegno di mamma e papà.

Dita von Teese, lei ha cominciato a fare questo mestiere da giovanissima. Come la presero i suoi genitori?

"Ho iniziato a 18 anni a posare come pin-up, ma ero autonoma e indipendente da quando ne avevo 15, lavoravo in un negozio di biancheria intima, avevo la mia carta di credito, ero molto responsabile. E poi, in verità, all’inizio non è che i miei capissero molto di che cosa si trattava. Mia madre non ebbe nulla in contrario, mio padre aveva qualche dubbio. Poi, tutto cambiò quando mi vide sulla copertina di Playboy, magazine che lui amava e collezionava. In fondo, era anche un po’ colpa sua, se io fin da bambina guardavo quelle riviste sognando di diventare bella come quelle donne... Da allora, però, mi hanno sempre sostenuta e vengono spesso a vedere i miei spettacoli".

Come giudica il fatto che molte donne apprezzano le sue esibizioni, il suo personaggio?

"Non può che farmi piacere, evidentemente sono donne che comprendono il potere di quest’arte, e magari vogliono portare in camera da letto qualcosa che vedono fare da me. Io spero che le persone abbiano sempre più la possibilità di mettere a nudo le loro fantasie e di condividerle con i loro partner, senza doversi vergognare, senza sentirsi soli al mondo. In camera da letto non ci sono regole, tutti possono fare quello che vogliono".

Parla volentieri di tutto, ma non del suo ex marito, Marilyn Manson. Perché?

"Perché credo che tutto quel che c’era da dire, sia stato già detto".

E se dovesse incontrare il suo uomo ideale, e le dicesse di mollare tutto per amore, lei come reagirebbe?

"E’ un dilemma che sono stata costretta a pormi di recente. Mi sono detta che non sarebbe certo il mio uomo ideale quello che mi chiede di lasciare tutto quel che ho realizzato in diciassette anni di lavoro. Per questo sono ancora felicemente single...".

* la Repubblica, 24 agosto 2007.


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