Chiava-mento

"Non chiavo più, è colpa del padrone". Nel girotondo ormonale del sesso estivo, le porcate impennano. Ma c’è chi confessa a don Cosmo de La Fuente l’assenza del movimento sexy per cause di lavoro. Una forma speciale di mobbing

mercoledì 25 luglio 2007.
 

Un’operaia della Loacker (che bontà), nota azienda produttrice Wafers, ha intentato una causa contro la ditta perché, costretta ad un lavoro extra ,si è procurata un grosso mal di schiena che le ha impedito di far ‘bene’ l’amore con la conseguenza di essere stata lasciata dal suo fidanzato. Il risarcimento richiesto ammonta a più di 500.000 euro. Il suo avvocato è Walter Moccia, un nome da tenere bene da conto, perché, se tanto mi dà tanto, molti uomini resi impotenti dallo stress e dal mobbing sul lavoro, potrebbero avvalersi delle stesse leggi in materia. La ragazza ‘senza sesso’ lavora per la Loacker dal 1995, l’incidente sul lavoro è avvenuto il 7 gennaio del 2002 quando le fu chiesto, in via del tutto straordinaria, di occuparsi delle pulizie di due silos, alti circa tre metri. Il primo silos potè pulirlo con l’aiuto di un muletto, ma il secondo, per motivi di spazio, fu pulito utilizzando una scala, aperta solo in parte, su cui la donna fu costretta a salire. La ragazza scivolò a terra da un’altezza di circa tre metri, fratturandosi la seconda vertebra lombare. Due interventi chirurgici e altrettanti ricoveri le hanno impedito di lavorare, ovviamente, oltre ai problemi immaginabili, la signora lamenta la compromissione dell’attività sessuale perché,a causa dei forti dolori alla schiena, non può avere rapporti penetrativi completi. Sarà dura per qualsiasi perito poter verificare l’effettiva menomazione dichiarata. Morale della favola i dolcissimi biscotti della Loacker risulteranno meno buoni quando assaporandoli ripenseremo alla disavventura dell’operaia bolzanina. Se da una parte il direttivo di un’azienda viene denunciato, dall’altra parte del mondo una ditta di profilattici, la ‘Durex’ australiana, assume testatori di preservativi. Come faranno i colloqui solo loro lo sanno, fatto sta che i candidati a questo posto di lavoro devono sottoporsi ad una selezione con tanto di prova. Il posto di lavoro, comunque, da sciovinisti australiani, è consentito soltanto ai cittadini locali, nessuno straniero, anche se residente, può aspirare a questo posto. Chissà se offrissero questo lavoro in Italia cosa accadrebbe. L’italiano è conosciuto nel mondo come macho focoso e sexy e ne sa qualcosa la ragazza russa di 24 anni che, a Macerata, ha acconsentito a un rapporto sessuale su di una panchina, alle sei del mattino, nella piazza Diaz, con tanto di passanti sbigottiti e qualcuno anche eccitato. Il focoso amante è un trentenne maceratese e questa notizia non sembra nemmeno essere così strana se si pensa alla coppia di vecchietti che in pieno centro di Asti, nudi come vermi, facevano sesso in auto. Pare che d’estate il sesso sia molto più diffuso, forse per la comodità del clima e per gli abiti facilmente eliminabili. Secondo il pediatra dell’università di Milano Italo Farnetani, la luce solare in estate stimola l’ipofisi, una ghiandola del cervello che blocca la melatonina e ci tiene più svegli e sfrena il desiderio di fare all’amore, per fortuna che gli spermatozoi sono più scarsi, spiega il medico, quindi poche gravidanze dopo nove mesi. Gioconda Pompei, giornalista de ‘La Repubblica’, infine, si raccomanda di non rompere il preservativo durante l’estate e di procurarsene molti perché i mesi estivi stimolano il desiderio rendendoci molto più liberi e propensi a spogliarci di ogni tabù. Fare sesso si, ma con intelligenza. In caso d’incidente e rottura del preservativo (probabilmente non testato dai dipendenti della ditta australiana) occorre usare la pillola del giorno dopo, rivolgendosi, ovvio, prima ad un ginecologo da spiaggia. Mi domando: ‘ne avete mai visto uno sotto l’ombrellone intento a fare queste visite?’. Di tutti i consigli offerti, in ogni caso, il piu’ saggio è il seguente: Quando ci si rende conto di avere avuto un rapporto a rischio di contrarre il virus dell’Aids, la prima cosa da fare è interrompere ogni contatto sessuale con la persona sieropositiva perché, anche se il contagio non avviene in maniera automatica, a volte può bastare un solo rapporto perché il virus si trasmetta. Occorre sapere che esiste un trattamento "d’urgenza" preventivo in grado di ridurre il rischio d’infezione basato sull’associazione di tre farmaci antivirali, il cui principio consiste nel bloccare la moltiplicazione del virus prima che si propaghi nell’organismo. Deve essere iniziato nelle ore immediatamente successive al contatto a rischio (al massimo entro 48 ore) e proseguito per un mese. Non è una terapia da prendere alla leggera, dato che provoca pesanti effetti collaterali (nausea, vomito etc.) e non esiste la certezza assoluta della sua efficacia. In ogni caso tentare la terapia d’urgenza significa darsi tutte le possibilità di scongiurare la malattia. Alla prossima amigos e buon sesso a tutti.

Cosmo de La Fuente

www.familiafutura.blogspot.com


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