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Su Radio Caracas Television, arriva un comunicato dell’ambasciata del Venezuela in Italia, postato dal presidente di CA, Francesco Basile

Una decisione in difesa del popolo venezuelano, per il Governo
martedì 29 maggio 2007.
 

Il Governo della Repubblica Bolivariana del Venezuela e la sua Missione Diplomatica in Italia ribadiscono che la decisione sovrana di non rinnovare la concessione al gruppo 1BC, proprietario di ‘Radio Caracas Television’ (RCTV), di cui ieri si è discusso al Parlamento Europeo, con una mancanza di presenze del 92%, è coerente e si basa sui principi che regolano la nostra Costituzione, che rispettano e difendono gli interessi ed i diritti del popolo venezuelano, il principale protagonista e beneficiario di queste iniziative.

Nonostante che il PPE, i liberali e l’estrema destra abbiano promosso questo dibattito e che la loro mozione abbia ottenuto soltanto 43 voti a favore (5,4%), rispecchiando la poca importanza data al caso RCTV, ci sorprende che questo tema sia arrivato in Parlamento. E’ importante sottolineare che gran parte del gruppo dei deputati promotori di questo dibattito era assente nell’aula. Il Parlamento ha riconosciuto -come già avevano fatto altri organismi internazionali, quali l’OEA- che si tratta di un’affare interno venezuelano.

La concessione di RCTV non sarà rinnovata poiché lo spettro radioelettrico appartiene a tutti i cittadini, i quali hanno il diritto ad avere un’informazione trasparente, opportuna e chiara, un’aspetto fondamentale per la crescita e il rafforzamento dei valori morali ed etici della nostra nazione.

D’altra parte, la campagna mediatica cerca di "delegittimare il Venezuela, il suo Presidente eletto liberamente e le sue istituzioni democratiche", come opportunamente lo ha indicato l’eurodeputato della Sinistra Unitaria Europea e Vicepresidente della Comissione delle Libertà Civili, Giustizia ed Affari Interni Europei, Giusto Catania, nel suo intervento al Parlamento. Non si è mai dichiarato che non è la prima volta che non viene rinnovata la concessione ad un’emittente televisiva in America Latina e nel mondo. Non si è neanche detto che la maggior parte dei mezzi di comunicazione venezuelani sono in mano a privati (circa l’80% di essi). Nel caso di RCTV, a dispetto della sua insistente condotta irrispettuosa nei confronti della Costituzione e delle leggi venezuelane, delle sue azioni antidemocratiche e sleali verso le istituzioni democratiche del nostro paese, non verrà chiusa il prossimo 27 maggio 2007; ma non le sarà rinnovata la licenza che permette l’accesso alla frequenza pubblica. Potrà inoltre continuare a trasmettere i suoi programmi dalla stessa sede, con gli stessi impianti, nel nostro paese, e il suo segnale arriverà in altri paesi dell’America Latina via cavo, satellite o Internet. I suoi impiegati hanno garantiti i loro diritti e sono stati invitati a partecipare e ad integrarsi nella nuova televisione di servizio pubblico Tves (Televisora Venezolana Social), un canale plurale che funzionerà con l’appoggio e la collaborazione di produttori nazionali independenti venezuelani, mezzi alternativi e comunitari, produttori internazionali ed enti pubblici.

La nostra decisione è un’atto amministrativo che ancora una volta è stato utilizzato dai poteri economici e politici presenti nel nostro territorio e oltre i nostri confini, nell’intento di influire o manipolare l’immagine del nostro Capo di Stato, a discapito del nostro popolo.

L’Ambasciata della Repubblica Bolivariana del Venezuela in Italia, ringraziando per la diffusione che vorrete dare della presente, si avvale della circostanza per rinnovare i sensi della sua più alta stima e considerazione.

(Firmato e timbrato nell’originale)


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