Liberateli....

APPELLO DI EMERGENCY. Per la liberazione di Rahmatullah Hanefi e Adjmal Nashkbandi. I talebani: "Abbiamo ucciso l’interprete Adjmal". Mastrogiacomo: "un omicidio orribile, gratuito, vigliacco". Per Strada, responsabili Prodi e Karzai - a cura di pfls

domenica 8 aprile 2007.
 
[...] i Taliban: hanno mostrato al mondo la loro vera faccia, quella che rimproveravano a noi giornalisti di non volere raccontare all’esterno. E’ quella che ci hanno annunciato con una telefonata alle agenzie di stampa. Non sono stati ai patti: ci hanno tolto le catene e ci hanno detto che eravamo liberi. Ho visto il mio amico e interprete pronto ad imbarcarsi su un convoglio che lo avrebbe consegnato a degli emissari. Così hanno detto i Taliban che ci tenevano prigionieri, così hanno continuato a ripetermi durante il mio trasferimento al luogo dove sarei stato liberato. [...]

Il messaggio di cordoglio dell’inviato di Repubblica rapito con l’interprete. "I Taliban sono dei bugiardi, non c’era differenza tra me e lui"

Adjmal, il dolore di Mastrogiacomo "Assassini, non avete rispettato i patti"

"Sono affranto, distrutto: è un omicidio orribile, gratuito, vigliacco"

di DANIELE MASTROGIACOMO

Sono affranto, distrutto, di nuovo catapultato in un incubo che sembra non finire mai. E’ un omicidio orribile, gratuito, vigliacco. Adjmal Nasqebandi era un giornalista. Come me, come tanti che fanno il nostro mestiere in giro per il mondo. Non c’era e non c’è mai stata differenza tra me Ajmal e Saeed Nagha, l’autista che ci ha accompagnato nel sud dell’Afghanistan per fare un’intervista ad un comandante militare.

Paga un prezzo altissimo e la responsabilità ricade interamente sui Taliban: hanno mostrato al mondo la loro vera faccia, quella che rimproveravano a noi giornalisti di non volere raccontare all’esterno. E’ quella che ci hanno annunciato con una telefonata alle agenzie di stampa. Non sono stati ai patti: ci hanno tolto le catene e ci hanno detto che eravamo liberi. Ho visto il mio amico e interprete pronto ad imbarcarsi su un convoglio che lo avrebbe consegnato a degli emissari. Così hanno detto i Taliban che ci tenevano prigionieri, così hanno continuato a ripetermi durante il mio trasferimento al luogo dove sarei stato liberato.

Erano tutte bugie, solo bugie. Lo hanno ripreso e tenuto segregato per altri 16 giorni. Non hanno ascoltato gli appelli, a centinaia, lanciati da ogni angolo del mondo: hanno deciso di ucciderlo, con 24 ore di anticipo sull’ultimatum, per ribadire quello che sono: dei semplici assassini. Alla famiglia di Ajmal va tutto il mio affetto in questo tragico e difficilissimo momento, assieme alla durissima condanna, all’orrore di un omicidio che non ha alcuna spiegazione.

(la Repubblica, 8 aprile 2007)

Per la liberazione di Rahmatullah Hanefi e Adjmal Nashkbandi

Siamo angosciati per la sorte di Rahmatullah Hanefi. Il responsabile afgano dell’ospedale di Emergency a Lashkargah è stato prelevato all’alba di martedì 20 dai servizi di sicurezza afgani. Da allora nessuno ha potuto vederlo o parlargli, nemmeno i suoi famigliari. Non è stata formulata nessuna accusa, non esiste alcun documento che comprovi la sua detenzione. Alcuni afgani, che lavorano nel posto in cui Rahmatullah Hanefi è rinchiuso, ci hanno detto però che lo stanno interrogando e torturando “con i cavi elettrici”.

Rahmatullah Hanefi è stato determinante nella liberazione di Daniele Mastrogiacomo, semplicemente facendo tutto e solo ciò che il governo italiano, attraverso Emergency, gli chiedeva di fare. Il suo aiuto potrebbe essere determinante anche per la sorte di Adjmal Nashkbandi, l’interprete di Mastrogiacomo, che non è ancora tornato dalla sua famiglia.

Domenica 25, il Ministro della sanità afgano ci ha informato che in un “alto meeting sulla sicurezza nazionale” presieduto da Hamid Karzai, è stato deciso di non rilasciare Rahmatullah Hanefi. Ci hanno fatto capire che non ci sono accuse contro di lui, ma che sono pronti a fabbricare false prove.

Non è accettabile che il prezzo della liberazione del cittadino italiano Daniele Mastrogiacomo venga pagato da un coraggioso cittadino afgano e da Emergency. Abbiamo ripetutamente chiesto al Governo italiano, negli ultimi giorni, di impegnarsi per l’immediato rilascio di Rahmatullah Hanefi e il governo ci ha assicurato che l’avrebbe fatto. Chiediamo con forza al Governo italiano di rispettare le parola data.

Emergency


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