Festival della Canzone Italiana

SANREMO. VINCE CRISTICCHI E CONVINCE LA MUSICA.

Finalmente al centro di tutto i cantanti e le loro canzoni.
domenica 4 marzo 2007.
 

Pippo Baudo alla fine ce l’ha fatta. È riuscito finalmente a mettere in primo piano la musica, la nostra musica italiana, quella da molti snobbata ma da sempre al centro delle vicissitudini di tanti, lasciando il giusto spazio, come tempi e modi, agli ospiti internazionali ed ai comici.

Trionfa, tra i big, Simone Cristicchi, un giovane ragazzo in gara con “Ti regalerò una rosa” che, trattando un tema delicato come quello delle malattie mentali, è riuscito con la giusta dose di ironia e semplicità a decretarsi un primo posto meritatissimo. Delusione per Albano. La sua canzone, “Nel perdono”, con testo di Renato Zero, non era assolutamente da secondo posto ma, come per Mazzocchetti arrivato terzo, il pop-tenorile evidemente in Italia piace. “La Paranza” di Daniele Silvestri è un brano molto orecchiabile, che piacerà sicuramente ai proprietari di villaggi estivi, che ne faranno certamente un tormentone delle caldi estati che ci aspettano.

Meteorologicamente all’opposto, climaticamente e musicalmente parlando, Mango con il brano “Chissà se nevica” : anche questo un brano estremamente orecchiabile che si è fregiato di parole molto poetiche, in pieno stile Mango, destinato su tutti ad avere un ottimo riscontro radiofonico e commerciale. Per lui un quinto posto, a mio avviso, stretto ma, comunque, da record, visto che per il cantante di Lagonegro, in sette Festival, si è trattato del migliore piazzamento. Sesto posto davvero a sorpresa per Paolo Meneguzzi. Lo svizzero Pablo, aiutato da orde di teenager fameliche, si è riuscito a piazzare degnamente, pur avendo un brano artisticamente di poco spessore.

Tosca, la vera chicca di questo festival, con un brano scritto dal compagno Massimo Venturiello, si è classificata settima, ed è veramente un piacevole risultato: il suo “teatro-canzone” alla Gabriella Ferri è piaciuto sia a critica che a pubblico, premiando un’artista sempre consona col suo stile. Quattro persone in due posizioni: Francesco e Roby Facchinetti all’ottavo, e gli Zero Assoluto al nono posto, con delle canzoni davvero banali. Anche qui notevole aiuto è stato dato da ragazzine ed ascoltatori di RTL 102.5 visto che, sia Francesco che gli Zero Assoluto, sono speaker dell’emittente milanese.

Decimo posto di tutto rispetto per la brava Antonella Ruggiero: una canzone davvero delicata, una sorta di preghiera, di punto di vista, di ninna nanna, dedicata da una mamma alla sua bimba che cerca di salvare sotto l’insidia della guerra. Davvero pregevole la sua esecuzione, davvero intensi i momenti che l’artista di Genova ci ha regalato nelle tre sere d’esibizione.

Gli altri sono brani scontati. A parte Fabio Concato e Milva, sono tutti brani destinati a finire nel dimenticatoio. Hanno deluso i Velvet e Leda Battisti. Nada, simpaticissima nell’imitare il suono della chitarra elettrica, ma sottotono nell’esecuzione. I fratelli Bella che, nonostante il testo di Mogol, hanno profondamente deluso gli ascoltatori che si aspettavano un brano sì italiano, ma con un po’ di innovazione. Nel mezzo si piazzano gli Stadio: una canzone nel pieno del loro stile, ma che sembra già di aver ascoltato. Una via di mezzo tra “Canzoni alla radio” e “Un senso”, un brano più “alla Vasco” che alla “Curreri”.

Unica e vera nota negativa è stata la giuria di qualità: non si può pensare di far giudicare delle canzoni in gara a Magalli, Parietti, Autieri, Coccoluto e Palombelli. Baudo in questo ha sbagliato. Servivano forse persone che, di musica, ne masticano tutti i giorni. Che fossero state capaci di giudicare, oltre che il brano in sé per sé, anche l’esibizione, gli arrangiamenti e la musica.

Anche perché poi non ha senso rendere pubblica la votazione dei giurati e non rendere nota l’intera classifica. Ma si sa, anche questo è Sanremo. E a me, anche così, Sanremo piace.

MAURO DIANA


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