IL CATTOLICESIMO-ROMANO CONTRABBANDATO COME CRISTIANESIMO .....

"Questa è la nostra fede" (CEI). Il testo è qui commentato da Federico La Sala, in polemica con Sequeri

LA "SACRA FAMIGLIA" DELLA GERARCHIA CATTOLICO-ROMANA E’ ZOPPA E CIECA: IL FIGLIO HA PRESO IL POSTO DEL PADRE DI GESU’ E DEL "PADRE NOSTRO". E’ ORA DI RESTITUIRE "L’ANELLO DEL PESCATORE" A GIUSEPPE, PER AMARE BENE MARIA!!!
martedì 24 maggio 2005.
 

“Questa è la nostra fede”: IL BEL TESTO (ANZI BELLISSIMO) DELLA CEI... Ma quale testo ha letto Sequeri?

Una nota di Federico La Sala *

Caro Direttore

Ho cominciato a leggere “Questa è la nostra fede”, la nota pastorale della Commissione Episcopale Italiana (per la dottrina della fede, l’annuncio e la catechesi), diffusa ieri (19.05.2005), quando - disgustato e inorridito, per quello che leggevo - ho smesso.

Alcuni passaggi e citazioni (per non dire altro), mi hanno fatto letteralmente ‘saltare’ (e non di gioia - come scrive Sequeri, riprendendo da un opera di Martin Buber, un delizioso apologo chassidico!!!): nel cap. 1, pf.3: “Il Dio dei nostri Padri ha resuscitato Gesù, che voi avete ucciso appendendolo a una croce. Dio lo ha innalzato alla sua destra come capo e salvatore”(At. 5.30); nel cap. 1, pf. 4: “Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso”(At. 2.36); - «ogni lingua proclami: “Gesù Cristo è Signore!”, a gloria di Dio Padre»(Fil., 2.11). Acclamare e confessare che Gesù è il Signore significa riconoscere lui, e nessun altro, come unico Signore della propria esistenza. Questo riconoscimento di fede ci procura la salvezza, perché mentre ci sottomettiamo alla sua signoria, volgiamo le spalle agli idoli per volgerci verso il Dio vivo e vero, che ha risuscitato Gesù dai morti(cfr. 1 Ts., 1, 9-10)».

Se è vero che il nome “Gesù”, tradotto, significa precisamente e solo “Dio salva”, allora ho pensato a quel famoso detto zen e mi sono detto: è proprio vero - “quando il dito indica la luna, l’imbecille guarda il dito”. E, a mio conforto, mi sono citato il passo di Luca (18, 19-20): Gesù gli rispose: “Perché mi dici buono? Nessuno è buono, se non uno solo: Dio. Tu conosci i comandamenti: Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non testimoniare il falso, onora il tuo padre e tua madre”... e ho smesso. Per saltare meglio, e di gioia (finalmente guariti - lezione di tutta la tradizione ebraica e freudiana! - dallo zoppicamento edipico) - consiglierei a Sequeri la lettura del mio art. “Con Wojtyla, oltre (2000*): un consiglio al nuovo Papa (2005). I "due corpi" del Papa-Re e la nostra sovranità”.

M cordiali saluti,

Federico La Sala


Sul tema, volendo, si cfr. anche:

-  EVANGELO E TEOLOGIA POLITICA DEL "MENTITORE". PER IL "RISCHIARAMENTO" ("AUFKLARUNG") NECESSARIO. GIA’ DANTE LO SOLLECITAVA ...
-  KANT E SAN PAOLO. COME IL BUON GIUDIZIO ("SECUNDA PETRI") VIENE (E VENNE) RIDOTTO IN STATO DI MINORITA’ DAL GIUDIZIO FALSO E BUGIARDO ("SECUNDA PAULI").

TUTTO A "CARO-PREZZO": QUESTO "IL VANGELO CHE ABBIAMO RICEVUTO". IL VANGELO DI RATZINGER, BERTONE, RUINI, BAGNASCO E DI TUTTI I VESCOVI.

-  LA CASA SULLA PAROLA DI DIO (CHARITAS, AMORE) O SULLA PAROLA DI MAMMONA (CARITAS, CARO-PREZZO)?!
-  ANCHE PER LA CHIESA CATTOLICA, È L’ORA DI UN PROFONDO ESAME DI COSCIENZA!!!
-  Una nota di Pierangelo Sequeri

-  MA GESU’ "CRISTO" CHI ERA ?! CERTAMENTE IL FIGLIO DELL’ AMORE ("CHARITAS") DI GIUSEPPE E DI MARIA!!! NON LA "MASCHERA" DEL "DIO" DELLA CHIESA CATTOLICO-COSTANTINIANA!!!

-  MUTAZIONE ANTROPOLOGICA E INCAPACITA’ CULTURALE DI AFFRONTARE LA "FRATTURA IMMENSA TRA LE GENERAZIONI". Un editoriale di Ernesto Galli della Loggia. "Addio ai padri"?! Ma chi li ha visti?! Siamo "una società senza padre" - da "sempre"!!! A cominciare da "Giuseppe", i nostri "padri" sono stati sempre "uccisi"!!! Un modello "sacro" di famiglia (che vede l’alleanza del Figlio e della Madre con il "loro dio" - e con un "padre" senza onore e senza gloria!!!) detta legge da duemila anni e rende ancor più grave la crisi!!!

-  A partire dalla relazione di due persone, di due cittadini sovrani ("Maria" e "Giuseppe")!!! Chi ha paura della famiglia?! Chi imbroglia le carte e non distingue tra la realtà (esperienza, storia) e la rappresentazione (scienza, storiografia)?!! E usa (ciecamente) "la famiglia naturale" come arma contro la stessa lezione evangelica e la Costituzione Italiana, la nostra "Bibbia civile"?!! Un editoriale di Lucia Bellaspiga (Avvenire) contro una nota di Riccardo Chiaberge (Il Sole-24 ore)


CATTOLICESIMO E BERLUSCONISMO: LA FAMIGLIA CATTOLICA, UN’ICONA DEL DIO "MAMMONA"("Deus caritas est": Benedetto XVI, 2006), VENDUTA A "CARO-PREZZO" COME UN’ICONA DEL DIO-AMORE ("CHARITAS", "AGAPE") DI GESU’, GIUSEPPE, E MARIA.
Il primo annuncio nell’areopago odierno.

Il Dio «ignorato»

di Pierangelo Sequeri (Avvenire, 20.05.2005)

L’antica testimonianza racconta. Alzatosi in mezzo all’Areòpago, Paolo disse: "Cittadini ateniesi, vedo che in tutto siete molto timorati degli dèi. Passando infatti e osservando i monumenti del vostro culto, ho trovato anche un’ara con l’iscrizione al Dio ignoto. Quello che voi adorate senza conoscere, io ve l’annunzio" (Atti 17, 22-23). Il discorso di Paolo, filosoficamente istruito, conclude con l’annuncio di "un giorno nel quale Dio dovrà giudicare la terra per mezzo di un uomo che egli ha designato, dandone a tutti la prova sicura col risuscitarlo dai morti" (Atti 17, 31). E’ anche questo, in forma di essenziale folgorazione, annuncio dell’evangelo inaudito di Dio: proprio in Gesù si rivela il Signore della creazione e il fondamento del suo riscatto. Si ironizza talora - benevolmente - su questo testo, alludendo alla reazione di alcuni che, sentendo parlare di risurrezione di morti, ridevano dicendo "Ti sentiremo un’altra volta". La morale, in verità un po’ demagogica, che se ne vorrebbe trarre, è appunto che con la "filosofia" non si va molto lontano e non si raccoglie granché. Però si dimentica che alcuni altri "aderirono a lui e divennero credenti" (Atti 17, 32.34). Dunque, non sarei così drastico, e apprezzerei di più l’abilità dell’intreccio sapiente del linguaggio di Paolo che orchestra insieme la religiosità degli interlocutori, la filosofia dei classici e il nocciolo incandescente dell’assoluto cristiano di Dio, impiantato nel cuore del mondo in Gesù Signore: "per mezzo di un uomo" Dio compie la creazione e disvela la qualità della storia. Agli inizi del millennio che è appena iniziato, abbiamo però in Occidente uno scenario relativamente nuovo. E persino inedito. E’ la nuova evidenza culturale di un "Dio ignorato", più che di un "Dio ignoto", che ci sollecita e ci interpella. Comprendere il senso di questa inedita costellazione del pensiero e dell’epoca è un giusto motivo di leale confronto fra credenti e non credenti. Per i credenti, la nuova l ingua dell’annuncio deve transitare coraggiosamente di qui. Il bel testo (anzi bellissimo) della Commissione Cei per la dottrina della fede, l’annuncio e la catechesi ("Questa è la nostra fede. Nota pastorale sul primo annuncio del Vangelo") non elude fumosamente il punto che fa la differenza. E dà l’esempio, parlando una lingua cristiana precisa, limpida ed essenziale, ma non un gergo intra-ecclesiastico. Si confronta direttamente con la complessità del nuovo Areopago, in cui convivono modi culturali, forme di costume, e persino epoche diverse della "nominazione" e dell’"ignoranza" di Dio. E mette a fuoco, con efficacia non ancora così frequente, la dimensione esistenziale di un annuncio che deve lampeggiare nel quotidiano il senso di una dichiarazione dell’evangelo esplicita e vigorosamente raccolta sulla verità essenziale. Non c’è alternativa fra annuncio e dialogo, testimonianza e discorso, rigore e slancio. Molte belle espressioni però mirano a creare affezione e coinvolgimento per una felice scoperta che entusiasma e risana. Ché questo è prima di tutto, l’evangelo di Gesù Cristo che chiama la fede. Ne raccolgo lo spirito, invitando caldamente alla lettura, dedicandovi un delizioso apologo chassidico raccolto da Martin Buber. "Una storia va raccontata in modo che sia essa stessa un aiuto. Mio nonno era zoppo. Una volta gli chiesero di raccontare una storia del suo Maestro. Allora raccontò di come il santo Baal-Schem solesse saltellare e danzare mentre pregava. Mio nonno si alzò e raccontò, e il racconto lo trasportò tanto che ebbe bisogno di mostrare saltellando e danzando come facesse il Maestro. Da quel momento, guarì. Così vanno raccontate le storie".


*www.ildialogo.org/filosofia, 23.05.2005.

Per il testo della Nota pastorale sul primo annuncio del Vangelo a cura della Commissione Episcopale per la dottrina della fede della CEI, vedi la sezione www.ildialogo.org/Ratzinger.


CATTOLICESIMO E BERLUSCONISMO: LA FAMIGLIA CATTOLICA, UN’ICONA DEL DIO "MAMMONA"("Deus caritas est": Benedetto XVI, 2006), VENDUTA A "CARO-PREZZO" COME UN’ICONA DEL DIO-AMORE ("CHARITAS", "AGAPE") DI GESU’, GIUSEPPE, E MARIA.


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