Eu-ropa. Per una nuova laicità, e un nuovo cristianesimo!!!

L’ITALIA, LA CHIESA, L’ETICA E IL MERCATO. E LE TASSE?! Per ri-nascere, "due Soli"(Dante). Costituzione ("Bibbia civile"), Eu-angelo ("Charitas") ... ed Economia ("Caritas") !!! Un incontro (promettente e, si spera, senza furbizia!!!) a Chieti (2006) tra il ministro Padoa-Schioppa e il vescovo Forte, che ha proposto "un decalogo per l’Italia" (e per la Chiesa !!!). Bene. W o ITALY !!!

lunedì 22 ottobre 2007.
 
[...] il ministro, che per qualche ora ha lasciato a Roma i patemi della legge finanziaria (ricordatigli, però, da uno striscione con cui è stato accolto dai giovani universitari), confessare: «Ho diffidenza a coniugare l’etica con altri termini, perché l’etica dovrebbe essere una sola». Un filo comune ha legato però le due riflessioni: quali strade battere per una «rinascita» italiana [...]

DIALOGHI

L’economia e la lotta alle disuguaglianze: ieri a confronto a Chieti il vescovo Bruno Forte e il ministro Tommaso Padoa-Schioppa

Mercato, il riscatto dell’etica

Dal Nostro Inviato A Chieti Eugenio Fatigante *

Si può parlare di «malinconia» ragionando di economia? Può capitare, se i protagonisti del colloquio sono monsignor Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto, e il ministro dell’Economia, Tommaso Padoa-Schioppa. Il banchiere «prestato» alla politica e il pastore-teologo si sono confrontati ieri, nell’aula magna dell’Università di Chieti, su «Etica, mercato e disuguaglianza». Solo degli spunti iniziali che, a cascata, ne hanno generati altri, dalla globalizzazione all’equità.

Si è sentito così monsignor Forte declinare in concreto la necessaria «deviazione dai nostri sentieri egoistici» parlando di evasione fiscale e di come «anche la Chiesa, come guida morale dei credenti, deve dire più forte che non pagare le tasse è un peccato grave» (e in ciò Forte ha ricalcato quanto detto, un mese fa alla Camera, proprio da Padoa-Schioppa).

E si è sentito pure il ministro, che per qualche ora ha lasciato a Roma i patemi della legge finanziaria (ricordatigli, però, da uno striscione con cui è stato accolto dai giovani universitari), confessare: «Ho diffidenza a coniugare l’etica con altri termini, perché l’etica dovrebbe essere una sola». Un filo comune ha legato però le due riflessioni: quali strade battere per una «rinascita» italiana.

Per superare quello che il vescovo ha indicato come «l’ostacolo primo all’accettazione di qualsiasi decisione: la mancanza di fiducia verso i politici che pare stia crescendo in modo esponenziale». È qui che, partendo dall’analisi del recente libro del ministro (Europa, una pazienza attiva, Rizzoli), entra in gioco la «malinconia»: Padoa-Schioppa ne parla, ha ricordato Forte, come di una condizione esistenziale, legata alle tragedie belliche degli ultimi secoli, che «insinua la disistima di sè» e continua «a tarpare le ali alla coscienza europea».

Ma «la malattia della coscienza europea, come di quella italiana ancor più diffusa, non si cancella con un colpo di spugna», ha affermato il teologo. Serve quell’apertura agli altri che deve tradursi nella «passione per l’equità». Dietro la quale, tuttavia, possono continuare a celarsi gli interessi di sempre, e un rischio grave: «Un Paese diviso - ha sottolineato Forte - non può accettare un cambio culturale che impedisca all’intero sistema di implodere».

Per «ricominciare a pensare, insieme, in grande» occorre allora un insieme di comportamenti riassunti dal vescovo in un decalogo (che pubblichiamo a parte), sul quale sono state raccolte in sala delle firme, a mo’ d’impegno personale. Un’ideale firma è stata apposta anche da Padoa-Schioppa.

Il ministro ha iniziato richiamandosi proprio ai guasti egoistici del passato, quando «è mancata la chiara visione che se oggi si spende più di quanto s’incassi, qualcuno pagherà nel domani». Allo stesso modo ha definito quella delle pensioni una «riforma per i giovani». Tutto ciò ha generato una «carenza di speranza» che va combattuta. Come? In primo luogo, secondo il ministro, tenendo a mente che «ciascuno è membro di molte comunità, dalla famiglia al municipio, alla nazione»; e che «non si possono vivere i valori» sui quali si basa ogni comunità «solo a uno di questi livelli».

È partendo da queste premesse che, secondo l’economista, del mercato basato sullo scambio dei beni si può arrivare a dare una «definizione quasi poetica», come «la dimostrazione concreta dell’interdipendenza degli esseri umani». Non un’entità malefica, dunque, ma «la più fondamentale proposizione economica, elaborata da Adam Smith: l’interazione fra individui che perseguono interessi individuali produce benefici collettivi». È il mercato stesso, insomma, che può combattere le disparità. Ma «il punto fondamentale», per Padoa-Schioppa, è «che tutto questo avviene se il mercato funziona correttamente». E per questo, ha concluso, «la globalizzazione ci inquieta: perché è mercato senza governo». Quel «governo mondiale» di cui c’è sempre più bisogno.


proposta

Un decalogo per l’Italia

-  1. Fuggi la malinconia, che ti spinge a ripiegarti su di te e sul presente, invece di farti osare qualcosa di nuovo e di bello per tutti

-  2. Scegli la via della pazienza, sapendo accettare i sacrifici veramente necessari, personali e collettivi, come si fa in ogni famiglia dove il bene di ciascuno è il bene di tutti

-  3. La tua pazienza sia attiva: non arrenderti agli insuccessi, non accontentarti di ciò che già sei, ma impegnati a rendere la vita più giusta e bella per tutti, con audacia, generosità, intelligenza e creatività

-  4. Abbi il coraggio di pensare in grande: non essere nostalgico del passato, prigioniero del presente e senza sogni per il futuro, ma cerca di sognare e di fa sognare tutti perché il sogno cominci a diventare realtà

-  5. Se sei un politico, ama il bene comune più che l’interesse della tua parte e non farti guidare da alcun pregiudizio, ma obbedisci sempre alla verità

-  6. Se hai responsabilità di governo, a qualunque livello, considera i bisogni dei poveri come loro diritti nei tuoi confronti

-  7. Se sei giovane, scommetti sul futuro del tuo Paese impegnandoti a dare il meglio di te con tutto il tuo coraggio e la tua intelligenza; se sei adulto, considera ogni spesa per far studiare i giovani come l’investimento più urgente e necessario, che non andrà perduto

-  8. Guarda al mondo intero come alla casa di tutti: custodisci l’ambiente, accogli lo straniero, impegnati perché siano garantiti i suoi diritti e sia formato ai doveri che reggono la nostra convivenza civile

-  9. In ogni cosa cerca l’equità: chiedi più sacrifici a chi più ha e offri maggior sostegno a chi ha di meno; difendi sempre i più deboli, se puoi facendoti voce di chi non ha voce

-  10. Se credi in Dio, affida al Signore con tutto il Tuo cuore il presente e il futuro del paese Italia e la tua vita intera, chiedendoGli che sia spesa il più possibile per il bene di tutti

Bruno Forte

* Avvenire, 11.11.2006


Sul tema, nel sito, si cfr.:

-  "Deus caritas est": la verità recintata!!! Caro BENEDETTO XVI ... Messa in latino? Ma quale latino?! Faccia come insegna CONFUCIO: provveda a RETTIFICARE I NOMI. Segua FRANCESCO !!! E ri-mediti sulla ’sollecitazione’ ( Un "Goj") di Luigi Pirandello ... a Benedetto XV.

-  Salviamo la Costituzione e la Repubblica che è in noi

L’Amore ("Charitas") e la nascita della democrazia dei moderni...


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